È allarme carenza vaccini

Oms: allarme colera nel mondo. Focolai in Siria, Libano, Haiti, Nigeria, Malawi e Etiopia

Il colera torna a diffondersi anche nel Mediterraneo e, secondo l'Oms, la minaccia cresce con i cambiamenti climatici. All'inizio di questa settimana, l'Unicef ha consegnato in Siria aiuti sanitari per fermare l’epidemia

Oms: allarme colera nel mondo. Focolai in Siria, Libano, Haiti, Nigeria, Malawi e Etiopia
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Epidemia di colera in Siria

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l'Oms, nell'ultimo anno "stiamo assistendo a un preoccupante aumento di focolai di colera nel mondo", anche a causa dei cambiamenti climatici. "Nei primi 9 mesi dell'anno, 26 paesi hanno già segnalato focolai di colera, mentre tra il 2017 e il 2021, in media, meno di 20 paesi all'anno avevano segnalato focolai", lo ha affermato Philippe Barboza, responsabile della squadra dell'Oms per il colera e le malattie diarroiche epidemiche. 

"Eventi estremi come inondazioni, cicloni e siccità riducono ulteriormente l'accesso all'acqua pulita e creano un ambiente ideale per la crescita del colera", ha spiegato l'esperto dell'Oms durante un briefing per la stampa. Oltre all'aumento dei focolai, l'Oms osserva che i focolai di colera sono oggi più estesi e più mortali. Il tasso medio di mortalità nel 2021 è quasi triplicato rispetto ai 5 anni precedenti. 

Sebbene sia facilmente curabile, secondo le stime dell'Oms il colera uccide fino a 143.000 persone all'anno nei Paesi più poveri del mondo, dove l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienici di base rimane discontinuo. 

Il problema dei vaccini

Mentre l'emergenza colera cresce, i vaccini non bastano per tutti. Una carenza che "ha obbligato" l'International Coordinating Group (Icg), l'organismo che gestisce le forniture vaccinali d'emergenza a livello globale, "a sospendere temporaneamente la vaccinazione standard a due dosi, passando a uno schema a dose unica" in modo da recuperare vaccini e proteggere più persone in una fase di "aumento senza precedenti delle epidemie di colera" nel pianeta. Lo annuncia l'Organizzazione mondiale della sanità, sottolineando che si tratta di una "decisione eccezionale" e di "una soluzione a breve termine". Mentre "sul lungo termine - avverte l'agenzia ginevrina - è necessaria un'azione urgente per aumentare la produzione globale di vaccini".       

Come se non bastasse il produttore di uno degli unici due vaccini contro il colera utilizzati nelle emergenze umanitarie ha dichiarato che interromperà la produzione alla fine di quest'anno, proprio mentre il mondo si trova ad affrontare una serie di epidemie mortali "senza precedenti". Lo scrive il Guardian.  

Una filiale indiana interamente controllata dalla società farmaceutica francese Sanofi, la Shantha Biotechnics, interromperà la produzione del suo vaccino Shanchol entro pochi mesi e cesserà le forniture entro la fine del 2023, suscitando l'allarme dei funzionari sanitari. La decisione di Shantha, afferma Philippe Barboza, responsabile del team per il colera dell'Oms, è arrivata nonostante i ripetuti appelli del direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus.     

"È una strategia a dir poco deludente", ha dichiarato Barboza. Lo Shanchol è uno dei due soli vaccini usati contro il colera adatti all'uso nelle scorte globali di emergenza per rifornire i Paesi che combattono i focolai e per le campagne di vaccinazione preventiva. Quest'anno ha costituito circa il 15% delle dosi di scorta".

 Campioni positivi al colera (in giallo) in un laboratorio medico a Idlib, Siria. La maggior parte dei casi si sono verificati tra i residenti nei campi Anas Alkharboutli/picture alliance via Getty Images
Campioni positivi al colera (in giallo) in un laboratorio medico a Idlib, Siria. La maggior parte dei casi si sono verificati tra i residenti nei campi

Da gennaio di quest'anno - ricorda l'Oms - 29 paesi hanno segnalato casi di colera, tra cui Haiti, Malawi e Siria che stanno affrontando focolai particolarmente gravi. Per fare un confronto, nei 5 anni precedenti erano in media meno di 20. "La tendenza globale è che si va verso focolai sempre più numerosi, più diffusi e più gravi - prevede l'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità - a causa di inondazioni, siccità, conflitti, spostamenti di popolazioni e altri fattori che limitano l'accesso all'acqua pulita e aumentano il rischio di epidemie di colera". 

Siria, Unicef: consegnati aiuti salvavita per fermare epidemia di colera 

In Siria l’epidemia da colera è stata dichiarata il 10 settembre e da allora si sta diffondendo in tutto il paese: 20.000 i casi sospetti segnalati, 60 è il bilancio dei morti. In collaborazione con le autorità sanitarie locali, Medici Senza Frontiere (Msf) sta supportando un centro di trattamento per il colera da 65 posti letto a Raqqa, dove in sole due settimane sono stati ricoverati quasi 600 pazienti, di cui un terzo in gravi condizioni. Secondo il Raqqa National Hospital, non si registravano casi di colera confermati nel nord-ovest del paese dal 2007.

In un comunicato, Msf sottolinea che l'epidemia di colera si è estesa anche in Libano."Siccità prolungata e livelli troppo bassi delle acque dell'Eufrate hanno contribuito allo scoppio dell'epidemia che da settembre colpisce principalmente alcune aree del nord-ovest e nord-est della Siria - si spiega nella nota - nelle campagne vicino all'Eufrate, la principale fonte idrica per le comunità colpite, ci sono piccoli impianti di trattamento delle acque, ma molte comunità si recano comunque al fiume per rifornirsi dell'acqua che però è contaminata. 

All'inizio di questa settimana, l'Unicef ha consegnato in Siria aiuti sanitari, idrici e igienici salvavita per intensificare gli sforzi volti a fermare l'epidemia di colera

Le forniture comprendevano kit per la diarrea acquosa acuta per sostenere le strutture sanitarie e le comunità nel trattamento di 36.000 casi e compresse per aiutare 350.000 persone a purificare l'acqua per le loro esigenze domestiche.  

Libano

Cinque morti e 170 casi di infezione in meno di due settimane è il bilancio preoccupante stilato due giorni fa a Beirut, dal Ministero della Sanità libanese, rispetto all'epidemia di colera giunta nel nord del Libano al collasso economico dalla vicina Siria, paese in guerra da più di 11 anni.   

Durante una conferenza stampa, il ministro della sanità, Firas Abiad, ha detto che nella maggior parte dei casi l’infezione si è registrata tra le comunità di profughi siriani nelle depresse regioni del nord-est del Libano al confine con la Siria. L'epidemia, ha detto il ministro, si sta propagando anche tra le comunità di libanesi a causa del deterioramento delle condizioni igienico-sanitarie, a causa della peggiore crisi finanziaria della storia del Paese.

Persone in attesa di entrare nel Centro di trattamento del colera di Medecins Sans Frontieres, Msf, nel quartiere Cite-Soleil ad Haiti. Ansa
Persone in attesa di entrare nel Centro di trattamento del colera di Medecins Sans Frontieres, Msf, nel quartiere Cite-Soleil ad Haiti.

Haiti

Ad Haiti, secondo l'Unicef, sono circa 100mila i bambini sotto i 5 anni che soffrono di malnutrizione acuta grave e quindi particolarmente vulnerabili all'attuale epidemia di colera che ha colpito il Paese. Da quando è stato registrato il primo episodio di colera, Cité Solei, il 2 ottobre 2022, ci sono stati 357 casi sospetti di cui oltre la metà erano bambini sotto i 14 anni. I bambini tra 1 e 4 anni sono quelli più a rischio.