Consiglio Affari Esteri dell'Ue

Iran: l'Ue approva sanzioni dopo la repressione. Teheran: "Reagiremo"

Le misure restrittive colpiranno undici persone e quattro entità iraniane. Otto morti nel carcere di Evin. Teheran respinge l'accusa di aver fornito armi alla Russia

Iran: l'Ue approva sanzioni dopo la repressione. Teheran: "Reagiremo"
Ipa
Tensioni in Iran

Il Consiglio Affari Esteri dell'Ue, a quanto si apprende, ha approvato un pacchetto di sanzioni all'Iran legato alle repressioni delle ultime proteste. 

Le misure restrittive colpiranno undici persone e quattro entità iraniane. Saranno soggetti al divieto di rilascio del visto e al congelamento dei beni da parte dell'Ue. Tra i destinatari delle sanzioni c'è "la cosiddetta polizia morale, una parola che non è davvero appropriata quando si vedono i crimini che vengono commessi", ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.

In caso di sanzioni dall'Ue “l'Iran reagirà in modo proporzionale e reciproco”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riporta l'agenzia di stampa Mehr, invitando Bruxelles ad avere un atteggiamento "ragionevole" con Teheran. "Impediamo loro di avere un comportamento irragionevole e intrusivo", ha affermato Kanani riguardo alle sanzioni.

Al suo arrivo al Consiglio Affari esteri a Lussemburgo l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, aveva annunciato "un pacchetto di sanzioni sul tavolo per sostenere le coraggiose donne" in Iran "e i dimostranti. Spero che i ministri approvino questo pacchetto".

Oggi "metteremo in chiaro il fatto che colpiamo coloro che" in Iran "hanno usato la forza bruta contro cittadini, donne, uomini, giovani, solo per il fatto che vogliono vivere la loro vita come facciamo noi, in libertà e in pace", ha detto la ministra tedesca Annalena Baerbock, arrivando a Lussemburgo. "E quindi ci sarà un pacchetto specifico, qui al Consiglio, su cui spero che concorderemo tutti insieme per colpire quanti non conoscono altra risposta se non l'uso della forza contro cittadini innocenti".

Otto morti nel carcere di Evin, Alessia sta bene

Intanto sale il bilancio fornito dalle autorità giudiziarie - con otto detenuti morti - dell'incendio scoppiato venerdì nel carcere iraniano di Evin. "Tutti i morti erano rapinatori condannati", ha detto la fonte dell'Afp. Nell'istituto di detenzione si trova anche Alessia Piperno, la ragazza italiana fermata il 28 settembre scorso nella capitale. Ieri la Farnesina, in contatto con l'ambasciata italiana a Teheran, ha riferito che la giovane sta bene. L'incendio sarebbe stato provocato da una rivolta dei detenuti. Centinaia di arrestati durante le proteste che hanno infiammato l'Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amin sono rinchiusi in questo carcere.

Ucraina, misure Ue contro Iran se fornisce armi

I ministri degli Esteri dell'Ue dovrebbero iniziare a discutere anche della possibilità di imporre sanzioni contro l'Iran, nel caso si verificasse che Teheran ha consegnato delle armi, "in particolare dei droni", alla Russia dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn, a margine del Consiglio a Lussemburgo. 

Oltre alle repressioni in corso in Iran contro le manifestazioni innescate dall'uccisione di una giovane donna da parte della polizia religiosa perché non avrebbe indossato in modo appropriato l'hijab, spiega Asselborn, "un altro punto è la guerra in Ucraina. Dopo il 24 febbraio gli iraniani hanno trasferito delle armi, in particolare dei droni? Noi controlliamo, con i nostri mezzi. Il ministro degli Esteri ha detto formalmente che non è così. Ma se vediamo, con delle analisi, che questo corrisponde a verità, allora forse bisognerà trovare altri modi per fare pressione sul regime". È una questione di cui si discuterà "oggi", conclude.

Teheran respinge ancora una volta l'accusa di aver fornito armi alla Russia "da usare nella guerra in Ucraina". Il capo della diplomazia iraniana, Hossein Amir-Abdollahian, ha sottolineato in una dichiarazione divulgata dal ministero degli Esteri relativa ad un colloquio telefonico avuto con il ministro degli Esteri portoghese, Joao Gomes Cravinho, che "la Repubblica Islamica dell'Iran non ha fornito e non fornirà alcuna arma destinata ad essere usata nella guerra in Ucraina". "Riteniamo che armare una delle due parti del conflitto prolungherà la guerra", ha aggiunto, prima di concludere: "Non abbiamo considerato né consideriamo la guerra il giusto percorso da intraprendere in Ucraina, o in Afghanistan, in Siria o in Yemen".