I dati per il 2021

Lavoro: in Italia il tasso di occupazione dei laureati è al di sotto della media europea

Secondo l’Istat le donne sono più istruite e meno occupate e nel Sud l’occupazione è più bassa anche tra i laureati, soprattutto se hanno meno di 35 anni

Lavoro: in Italia il tasso di occupazione dei laureati è al di sotto della media europea
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Giovani al lavoro

In Italia, nel 2021, il tasso di occupazione dei laureati è all’82,1% tra 25 e 64 anni, 4,3% in meno rispetto alla media europea. Il divario tra Italia ed Europa sale al 6,8% tra i 30-34enni e addirittura al 17,4% tra gli under 35 neolaureati.

 

In Italia le donne sono più istruite e meno occupate: i divari si riducono al crescere del titolo 

Le donne in Italia sono più istruite degli uomini: il 65,3% ha almeno un diploma (60,1% tra gli uomini) e le donne laureate arrivano al 23,1% (16,8% tra gli uomini). Il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce però in un vantaggio in ambito lavorativo. Il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (55,7% contro 75,8%).

All’aumentare dei livelli di istruzione, i tassi di occupazione femminili crescono più marcatamente di quelli maschili: 19% tra laureate e diplomate (6% tra gli uomini).

Lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è più ampio in alcune aree disciplinari di laurea: notevole nelle discipline Socio-economiche e giuridiche, raggiunge il massimo nelle lauree in Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica. Il tasso di occupazione femminile nell’area “scienze e matematica” è inferiore a quello maschile dell’8%, nell’area “informatica, ingegneria e architettura” si arriva al 9%.

 

Divario con l’Europa per i 30-34enni laureati e per le prospettive di lavoro

In Italia la quota di 30-34enni in possesso di un titolo di studio terziario (obiettivo fondamentale per una “società della conoscenza”) è del 26,8%. Il valore italiano resta lontano dall’obbiettivo del 45% stabilito per il 2030 dal Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione.

Il divario è dovuto anche al fatto che in Italia l’istruzione terziaria coincide quasi sempre con quella universitaria, mentre in altri paesi europei vengono erogati molti corsi professionalizzanti post-diploma.

I laureati italiani inoltre hanno meno prospettive occupazionali rispetto al resto agli altri paesi europei: il tasso di occupazione dei 30-34enni laureati è pari all’81,1% contro un valore medio Ue27 dell’87,9%; la differenza è del 7%. 

 

Sud e centro-nord: ancora profondo il gap di istruzione e occupazione 

La popolazione (25-64 anni) residente al sud è meno istruita rispetto a quella del centro-nord: il 38,1% ha il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 16,4% ha raggiunto un titolo terziario; nel nord e nel centro circa il 45% è diplomato e più del 20% è laureato (21,1% e 23,7% rispettivamente). 

Al sud il tasso di occupazione dei laureati è molto più basso che nel resto del Paese: è pari al 73,5%, inferiore del 13% rispetto al nord.

 

Ancora alta la quota di giovani che abbandonano gli studi

Una delle priorità dell'Unione europea nel campo dell'istruzione e della formazione è la riduzione dell'abbandono scolastico, che ha gravi ripercussioni sulla vita dei giovani e sulla società in generale. In Italia, nel 2021 la quota di 18-24enni con al più un titolo secondario inferiore e non più inseriti in un percorso di istruzione o formazione è stimata al 12,7% (517mila giovani), tra le più alte dell’Ue (9,7%), inferiore solo a Spagna (13,3%) e Romania (15,3%.

L’appartenenza familiare influenza anche l’abbandono scolastico: sì come il raggiungimento di un titolo terziario, anche la dispersione scolastica è fortemente condizionata dalle caratteristiche socio-economiche della famiglia di origine. Se il livello di istruzione è basso, si riscontrano incidenze di abbandoni precoci molto elevate. L’abbandono degli studi prima del diploma riguarda il 25,8% dei giovani con genitori aventi al massimo la licenza media, scende al 6,2% se i genitori hanno un titolo secondario superiore e al 2,7% se almeno un genitore è laureato.