Bruxelles

Ue, la riforma del Patto di Stabilità: meno regole, sorveglianza e sanzioni più efficaci

"Serve un quadro comune semplice e trasparente" spiega la presidente della Commissione europea. Restano i limiti del 3% per il deficit del debito al 60% del Pil. Gentiloni: "Riduzione del debito graduale ma applicabile". Tajani: valutare un rinvio

Ue, la riforma del Patto di Stabilità: meno regole, sorveglianza e sanzioni più efficaci
ansa
Ursula Von Der Leyen, UE 21 ottobre

"Sostenibilità del debito e crescita vanno di pari passo. Il nostro nuovo Patto di stabilità e crescita si concentrerà su ciò che conta. Abbiamo bisogno di un quadro comune semplice e trasparente e di una più forte titolarità degli Stati membri". Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.   "Questo Patto di stabilità e crescita intelligente produrrà risultati, grazie a maggiori responsabilità e meccanismi di applicazione più forti", evidenzia.

La Commissione europea ha presentato i suoi orientamenti per la riforma del Patto di stabilità e di crescita, con l'obiettivo di "rafforzare la sostenibilità dei debiti pubblici mediante un insieme di regole più semplici, più trasparenti ed efficaci. Con un comunicato, l'esecutivo comunitario spiega che la proposta si basa su un meccanismo di vigilanza europea sui rischi "trasparente, che differenzia i casi tra Paesi tenendo conto delle sfide sui rispettivi debiti pubblici". Il meccanismo - che entrerebbe in vigore a partire dai Bilanci del 2024 - si basa su un nuovo "indicatore singolo operativo, sulla spesa netta primaria, ossia la spesa che è sotto il controllo diretto del governo, che servirà come base per stabilire il percorso di aggiustamento dei conti pubblici e - dice Bruxelles - effettuare la vigilanza annuale, in questo modo semplificando in maniera rilevante il sistema".

La nuova procedura proposta prevede che un percorso di riferimento per l'aggiustamento dei conti venga presentato dalla Commissione europea su un periodo di 4 anni per i singoli Paesi, sulla base delle sue analisi sulla sostenibilità. Punterà ad assicurare che gli indebitamenti vengano messi su una traiettoria discendente e che "i deficit restino credibilmente al di sotto della soglia del 3% del Pil fissata nel Trattato" di Maastricht.

A quel punto i paesi membri sottoporranno all'esecutivo comunitario dei piani di medio termine sui conti pubblici in cui potranno anche "proporre un periodo di aggiustamento più lungo, fino a 3 anni in più, se il percorso sarà sostenuto da un insieme di riforme e investimenti che supportino la sostenibilità dei debiti, e rispondano agli obiettivi e alle priorità comuni europee".La Commissione, a quel punto, valuterà i piani e fornirà un parere positivo se riscontrerà che il debito viene indirizzato su una traiettoria discendente "o se permane a livelli prudenti" e se il deficit di bilancio resterà "credibilmente al di sotto del 3% del Pil sul medio termine". Successivamente il Consiglio Ue ratificherebbe i piani.

Infine, la Commissione "monitorerà continuamente l'attuazione dei piani" mentre i paesi membri saranno tenuti a riportare i progressi ottenuti ogni anno sulla loro attuazione, per facilitare il monitoraggio e la trasparenza. Rispetto alla problematica regola del debito, esce l'obbligo di ridurre ogni anno il debito per un ventesimo l'anno sulla parte eccedente il 60% del Pil, ritenuto non praticabile. Resta invece la procedura per deficit eccessivo, che continuerà ad essere applicata in caso di disavanzi sopra il 3% e verrà rafforzata in caso di deviazione del percorso concordato sulla riduzione del debito, per i Paesi con livelli sopra il 60% del Pil.

La Commissione propone anche un generale rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori, innanzitutto abbassando l'ammontare delle sanzioni, che secondo i propositi di Bruxelles le renderà "più efficaci". Sono previste anche "sanzioni reputazionali più forti". Mentre l'erogazione dei fondi strutturali e dei fondi sui piani di ripresa e resilienza verrà condizionata, e nel caso sospesa, se i paesi membri non assumeranno le iniziative necessarie per correggere i deficit eccessivi.

Dombrovskis: con meno debito economie più forti

"Le regole di bilancio dovranno concentrarsi sulla riduzione del debito laddove è elevato, sulla base dei piani degli Stati membri che devono rispettare chiaramente le condizioni Ue. Una volta concordato il piano, il monitoraggio sarà basato su una semplice regola di spesa, mentre misure di applicazione più forti garantiranno la conformità. Gli orientamenti di oggi ci permetteranno di lavorare insieme per ridurre il debito, rafforzare le nostre economie e costruire la base per la nostra prosperità futura e per la stabilità" afferma il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis in merito alla Comunicazione sulla riforma del Patto di Stabilità.

Gentiloni: semplificare le regole, riduzione del debito graduale ma applicabile

"I tempi cambiano i trattati sono stati firmati molto tempo fa. E' cambiata la situazione in cui queste regole sono state decise. Cambiamenti sono avvenuti in questi anni e decenni". Lo ha detto il commissario Ue all'Economia sulle proposte di riforma del Patto di Stabilità. "Nel complesso parte delle nostre regole hanno un buona funzione come la regola del 3% che è stata utile per segnalare ai governi che il denaro non è gratis", non altrettanto per la regola del 60% che "forse non ha avuto successo perché la regola è diventata più e più irrealistica". "Quando hai un percorso irrealistico alla fine non hai alcun patto".

La revisione del Patto di Stabilità proposta "dovrebbe semplificare le regole di bilancio e concentrarsi sui rischi fiscali" ha spiegato Gentiloni. “Sappiamo quanto siano diversi i livelli di debito pubblico tra i nostri Stati membri e non possiamo ignorare queste differenze” ha sottolineato. "In definitiva, ciò che conta per la sostenibilità del debito è che gli Stati membri riducano debito pubblico in modo realistico, graduale e sostenuto. La Commissione ritiene che dovremmo allontanarci dai requisiti irrealistici imposti dalla regola del ventesimo".

“C'è un fattore dominante duplice: da una parte il percorso di riduzione del debito, viene deciso sulla base di una proposta dei Paese. Ovviamente molto più graduale e flessibile di quello delle regole attuale ed è basato su una proposta che viene dai Paesi medesimi. Chiaro che di fronte a questa pillola, forse molto dolce, c'è anche una contropartita che se un Paese propone un piano, lo negozia, viene approvato ed è realistico con un livello di riduzione molto graduale, penso non solo sia giustificato ma anche necessario che in mancanza di questo ci siano delle procedure”. E sui tempi della riforma Gentiloni spiega: "Valutiamo di presentare entro il primo trimestre del prossimo anno le proposte in questo senso. Ovviamente, queste sono legate all'evoluzione del confronto fra gli Stati membri". 

L'Olanda apre alla riforma del Patto, “ma i controlli siano efficaci”

"Consideriamo le idee presentate oggi come un primo passo verso la modernizzazione del Patto. Vediamo diversi elementi positivi che sono in linea con la posizione olandese, come una maggiore attenzione al medio termine, ai Paesi con un debito elevato, agli investimenti e alle riforme. Allo stesso modo, una maggiore titolarità nazionale deve essere accompagnata da una supervisione efficace per garantire progressi sufficienti verso la riduzione del debito. Attendiamo con ansia uno scambio di opinioni su questi temi con la Commissione e gli altri Stati membri". E' quanto dichiara la ministra delle Finanze olandese Sigrid Kaag.

Tajani: si rifletta se rinviare il Patto di un altro anno 

 "Credo si debba riflettere se non rinviare di un anno l'entrata in vigore del Patto di stabilità, noi siamo sempre stati per una flessibilità maggiore. Vedremo il testo, come è la situazione economica. Questa decisione era stata presa per il Covid, poi è arrivata la guerra... Il governo deciderà però bisogna riflettere. Quella di Gentiloni è una comunicazione per aprire un dibattito, non un testo. Questa è un'idea della Commissione ma dobbiamo tenere conto che la situazione è cambiata. Riflettiamo attentamente anche in base alla situazione economica". Lo ha detto il ministri degli Esteri, Antonio Tajani, parlando ad Amsterdam.