Teheran nel mirino

Borrell: "Oggi nuove dure sanzioni all'Iran", Teheran: "Accuse non ci preoccupano"

La condanna dei 27 al Consiglio Affari esteri: "Si fermino subito le condanne a morte". E anche al Consiglio di cooperazione del Golfo, alla presenza di Xi Jinping, si è messo in discussione il nucleare iraniano

Borrell: "Oggi nuove dure sanzioni all'Iran", Teheran: "Accuse non ci preoccupano"
LPresse
Manifestazione Donna Vita Libertà a Roma

Si stringe il cerchio internazionale attorno alla Repubblica islamica dell'Iran come conseguenza del pugno di ferro usato sui manifestanti che protestano ormai da tre mesi nel Paese, per la vendita di armi a Mosca sulla guerra in Ucraina e, non ultimo, le attività di sviluppo sul nucleare. 

"L'Unione europea esprime il suo sostegno all'aspirazione fondamentale del popolo iraniano per un futuro in cui i suoi diritti umani universali e le sue libertà fondamentali siano rispettati, protetti e realizzati", queste le conclusioni del Consiglio Ue Esteri sulla situazione in Iran. I ministri dei 27 riconoscono "il ruolo guida delle donne e dei giovani nel chiedere la difesa di queste norme e valori" e condannano "fermamente l'uso diffuso, brutale e sproporzionato della forza da parte delle autorità iraniane contro manifestanti pacifici, tra cui donne e bambini, che ha provocato la perdita di centinaia di vite, in palese violazione dei principi fondamentali sanciti dal diritto internazionale".

Sono oltre 448 le vittime e oltre 60 i bambini rimasti uccisi in questi ultimi tre mesi, lo riferiscono le ong dei diritti umani. E 18000 i manifestanti arrrestati, di cui una ventina rischiano la pena capitale.

 "L'Unione europea - inoltre - invita le autorità iraniane a porre immediatamente fine alla prassi di imporre ed eseguire condanne a morte nei confronti di manifestanti, nonchè ad annullare senza indugio le recenti condanne a morte già pronunciate nel contesto delle proteste in corso e a fornire giusto processo a tutti i detenuti". Il Consiglio Ue, si legge ancora, "condanna fermamente e considera inaccettabile qualsiasi tipo di sostegno militare dell'Iran, comprese le consegne di veicoli aerei senza pilota" cioè droni "alla guerra di aggressione illegale, non provocata e ingiustificata della Russia contro l'Ucraina, che viola gravemente il diritto internazionale e i principi della Carta delle Nazioni Unite". "L'Unione europea - infine - ribadisce il suo impegno e il suo continuo sostegno alla piena ed effettiva attuazione di un ripristinato Jcpoa", ovvero dell'accordo sul nucleare iraniano.  

L'Iran: “Accuse non ci preoccupano”

"Siamo precisi e veloci durante i processi equi dei nostri casi giudiziari e non badiamo alle chiacchiere e alla volontà altrui. Non siamo preoccupati di essere incolpati da nessuno", ha risposto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei. 

In mattinata era stato l'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell ad annunciare "un pacchetto di sanzioni molto duro verso l'Iran", dopo che la notizia di un secondo giovane manifestante impiccato in pubblico a Mashhad, è circolata velocemente preoccupando ancora la comunità internazionale, anche a seguito della decisione del regime di divulgare le macabre immagini dell'esecuzione avvenuta subito prima dell'alba. Majidreza Rahnavard era accusato di aver ucciso due paramilitari delle forze basij durante le proteste. 

L'Ue considera inaccettabili le esecuzioni dei manifestanti e adotterà una posizione molto severa, ha detto Borrell che ha anche ribadito che Teheran continua a negare di aver mandato droni alla Russia dopo l'inizio della guerra, mentre secondo l'Ue ci sarebbero evidenze di vendita di armi a Mosca da parte iraniana. 

"L'Iran deve capire che l'Ue compirà tutte le azioni possibili per sostenere le donne iraniane, le manifestazioni pacifiche, nonché il rifiuto di queste condanne a morte", ha spiegato il funzionario europeo aggiungendo che venerdì scorso ha avuto una lunga conversazione con il ministro degli esteri iraniano in cui ha espresso “la preoccupazione dell'Unione europea e la condanna per queste esecuzioni" e ha spiegato che la natura delle sanzioni che verranno prese oggi riguardano sia "ragioni umanitarie che il sostegno alla Russia sull'Ucraina”.

A sostenere l'azione europea arriva anche Annalena Baerbock secondo cui "queste esecuzioni sono un palese tentativo di intimidire le persone, non per aver commesso crimini ma solo per aver espresso le loro opinioni in piazza, solo per voler vivere in libertà", ha detto la ministra degli esteri tedesca al suo arrivo al Consiglio degli Affari esteri a Bruxelles, in merito alle esecuzioni capitali in Iran. 

Arabia Saudita, Riad, piazza al-Safat (GettyImages)
Arabia Saudita, Riad, piazza al-Safat

Il ministero degli esteri iraniano risponde subito alle intenzioni europee annunciando che l'Iran ha deciso di imporre sanzioni a 10 persone e 5 entità europee e sottolineando che le sanzioni europee sono un'azione di ritorsione all'imposizione di sanzioni da parte degli stati europei. "Gli individui e le entità europee hanno anche sostenuto gruppi terroristici e incoraggiato la violenza e il terrorismo, che hanno portato ad atti terroristici e alla violazione dei diritti umani contro il popolo iraniano", si legge nel comunicato rilanciato da Irna.  


"Condanniamo e non accettiamo alcuna interferenza negli affari interni dell'Iran e non permetteremo a nessuno di interferire con la nostra integrità territoriale", è quello che Teheran ribadisce da quando sono cominciate le proteste per Mahsa Amini tre mesi fa, rivolta che scuote nelle fondamenta il sistema su cui poggia la Repubblica islamica a guida sciita. Interferenze sgradite anche sul piano del nucleare che in queste ore è stato oggetto di una riunione dall'altra parte del mondo, a Riad, alla presenza del presidente cinese Xi Jinping. 

Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar, Oman e Kuwait presenti al Consiglio di cooperazione del Golfo avrebbero messo in discussione il programma nucleare iraniano e le tre isole "contese" (isola Abu Musa e la rande e la piccola Tunb) con gli Emirati nel Golfo persico.  "Affermazioni prive di fondamento" sulla sovranità territoriale iraniana sulle isole che dal 1971 l'Iran controlla nell'arcipelago nel Golfo persico, in prossimità dello stretto di Ormuz. "Respingiamo ancora una volta il contenuto della dichiarazione riguardo alla questione", ha affermato il portavoce del ministero degli esteri iraniano Nasser Kanani, come riporta Mehr che ha convocato l'ambasciatore della Cina, uno dei principali alleati della Repubblica islamica, per esprimere la sua "estrema insoddisfazione".