Diritti ancora negati

Amnesty International: "La Fifa guadagna milioni e continua a ignorare il sacrificio dei lavoratori"

Dure le parole di Stephen Cockburn, capo della giustizia economica e sociale, e del portavoce italiano di Amnesty Riccardo Noury, da mesi chiedono risarcimenti per i lavoratori sfruttati o deceduti

Amnesty International: "La Fifa guadagna milioni e continua a ignorare il sacrificio dei lavoratori"
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Lavoratori stranieri in un cantiere a West Bay, Doha, Qatar

Il presidente Gianni Infantino ha detto che la Fifa ha guadagnato 7,5 miliardi di dollari dalla Coppa del Mondo 2022, oltre 1 miliardo di dollari in più del previsto. Ha aggiunto che la Fifa guadagnerà oltre 11 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. Ha detto che il calcio è divertimento, “90 minuti per non pensarei ai problemi”.

“Eppure non ha offerto nulla di nuovo a tanti lavoratori e alle loro famiglie che continuano a vedersi negare il risarcimento per salari rubati e vite perse”, lo ha affermato in una dichiarazione  Stephen Cockburn, capo della giustizia economica e sociale di Amnesty International, in risposta al presidente della Fifa. 

“I lavoratori migranti dietro questa Coppa del Mondo hanno contribuito enormemente all'incredibile ricchezza della Fifa, e la Fifa ha la chiara responsabilità di risarcirli per le loro perdite. Piuttosto che continuare a ignorare le richieste di giustizia dei lavoratori. Il nuovo Legacy Fund proposto dall'organizzazione deve garantire un risarcimento a tutti coloro che hanno reso possibile questo torneo, così come alle famiglie di coloro che hanno perso i propri cari a causa di ciò”.

Le parole di Riccardo Noury 

Ieri invece il portavoce di Amnesty Italia alle agenzie di stampa aveva detto: “Infantino ha finito i Mondiali così come li aveva cominciati, con dichiarazioni che sembrano fuori dalla realtà, parole che non tengono conto del fatto che in questi 12 anni i Mondiali sono stati realizzati attraverso il lavoro, il sudore e la morte di migliaia di lavoratori migranti”.

“Infantino – spiega Noury – prosegue questa narrazione che minimizza l’importanza dei diritti umani in un contesto come quello del Qatar. Per fortuna da questi Mondiali credo che arrivi una lezione chiara: i tifosi, le persone non sono più disposti a gioire, a divertirsi e esaltarsi per 90 minuti quando nei 12 anni che hanno preceduto quei 90 minuti ci sono stati così tanti morti”