Carcere duro

Il Garante dei detenuti: "Alfredo Cospito va trasferito con urgenza. È in condizioni gravi"

Su istanza del suo avvocato, la Cassazione ha anticipato al prossimo 7 marzo la discussione del ricorso contro il 41 bis presentato dall'anarchico, in sciopero della fame da 100 giorni

Il Garante dei detenuti: "Alfredo Cospito va trasferito con urgenza. È in condizioni gravi"
ANSA
Alfredo Cospito

Alfredo Cospito deve essere urgentemente trasferito per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma è intervenuto sulla vicenda dell'anarchico entrato in sciopero della fame il 20 ottobre, più di cento giorni fa, per protestare contro il regime di isolamento del 41 bis al quale è sottoposto nel carcere 'Bancali' di Sassari.

Il Garante sottolinea che la struttura dove è recluso "non è assolutamente adatta a occuparsi di lui e che il trasferimento non è più procrastinabile".

Cospito ha già perso oltre 40 chili di peso e qualche giorno fa è caduto riportando la frattura del naso e una copiosa perdita di sangue. Su istanza del suo avvocato, il legale Fabio Rossi Albertini, la Cassazione ha anticipato al prossimo 7 marzo la discussione del ricorso contro il 41bis, provvedimento firmato nel maggio 2022 dalla ex guardasigilli Marta Cartabia, e convalidato per la durata di 4 anni dal tribunale di Sorveglianza di Roma. L'udienza era prevista per il 20 aprile

Il 7 marzo però è ancora troppo lontano visto l'aggravarsi delle condizioni di salute dell'uomo. "Anticipare l'udienza in Cassazione al 7 marzo è positivo, ma si tratta di aspettare ancora 30 giorni e nelle condizioni di Cospito può succedere di tutto: siamo camminando sul filo del rasoio e si può cadere da un minuto all’altro”, ha detto la dottoressa Angelica Milia, medico di Alfredo Cospito, commentando la notizia.

La nota del Garante

Il Garante ha fatto saper di aver seguito con attenzione la vicenda, anche effettuando due visite al 'Bancali'. "Lo ha fatto in maniera continua e costante, evitando tuttavia - sottolinea una nota dello stesso ufficio del Garante - di prendere posizioni pubbliche, se non per informare sulle condizioni di salute di Cospito e sulle proprie preoccupazioni per una situazione in progressivo deterioramento". Adesso, "il Garante nazionale - prosegue la nota - decide di rompere il silenzio per chiedere, questa volta pubblicamente, che Alfredo Cospito sia trasferito con urgenza in una struttura in grado di garantire un immediato intervento di carattere sanitario in caso di situazioni di acuzie, rischio, peraltro, elevato dato il forte stress a cui è sottoposto da mesi il suo organismo".

Il carcere di Sassari "non è dotato di un centro clinico interno e nel territorio limitrofo non vi sono strutture sanitarie in grado di assicurare eventuali interventi urgenti con la dovuta sicurezza", spiega ancora la nota che sottolinea che "la tutela della salute di chi è nella disponibilità dello Stato, in quanto privato della libertà personale, è responsabilità dell'Amministrazione che lo ha in carico e si ritiene che un trasferimento di Alfredo Cospito non sia più procrastinabile".

Palma, infine, auspica, "nel pieno rispetto delle Istituzioni che si stanno occupando della vicenda", che si giunga "in tempi rapidi a una soluzione che permetta che sia posto fine allo sciopero della fame che prosegue ormai ininterrotto da cento giorni". 

Alfredo Cospito Ansa
Alfredo Cospito

Chi è Alfredo Cospito

Cospito sconta una condanna a venti anni in primo grado per una serie di attentati rivendicati tra il 2003 e il 2016, tra i quali uno non andato a segno contro la caserma degli allievi dei Carabinieri a Fossano (Cuneo), riqualificato dalla Cassazione come strage contro lo Stato, e poi per aver sparato alle gambe a Roberto Adinolfi, manager dell'Ansaldo, nel 2012 a Genova. 

È la prima volta che il carcere duro viene applicato a un anarchico, e a far scattare la misura è stato il fatto che dal carcere Cospito manteneva i contatti con le realtà anarchiche scrivendo non pizzini trafugati dai parenti, ma lettere destinate ai circoli dei militanti o alle loro pubblicazioni.

Pg di Cagliari esprime preoccupazioni per l'ordine pubblico

"Mi auguro che la situazione di Alfredo Cospito si risolva, ma di certa preoccupa sia sul piano della tutela della vita umana sia su quello dell'ordine pubblico", ha dichiarato il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario in Sardegna, a proposito del caso dell'anarchico detenuto in regime di 41 bis nell'istituto penitenziario di Sassari e da mesi in sciopero della fame contro il carcere duro. 

Il pg ha fatto riferimento alle manifestazioni di protesta a favore di Cospito, che hanno destato "non poche preoccupazioni per l'ordine e la sicurezza pubblica, riguardo alla rete di movimenti anarchico antagonisti, anche a carattere internazionale, che ha animato queste manifestazioni".

In Sardegna sono presenti gruppi anarco-insurrezionalisti, impegnati contro basi e poligoni militari. La loro azione - ha rilevato Patronaggio - "si affianca e inquina quella dei legittimi movimenti antimilitaristi", anche se non si segnalano episodi di violenza contro le persone. Ma dall'attività tecnica in corso e da quanto emerso da indagini della Dda-Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, risultano "elementi indicativi di un possibile salto di qualità nell'azione di contestazione". Il pg ha anche segnalato "fatti ricollegabili ad attività di gruppi legati alle destra eversiva".

Attacchi ai consolati italiani

La Procura di Roma aprirà una indagine sulle azioni contro il Consolato italiano a Barcellona e contro l'auto di un funzionario dell'Ambasciata italiana a Berlino. La pista privilegiata, al momento, è quella legata alla matrice anarchica, così come per l'attentato ad Atene contro la diplomatica Susanna Schlein e la sua famiglia.

Nei giorni scorsi - secondo quanto rende noto l'ANSA - gli addetti alla sicurezza dell'ambasciata italiana a Berlino avevano richiesto alla polizia locale l'innalzamento delle misure di vigilanza dei locali della sede diplomatica.  

L'ipotesi a cui lavora l'intelligence è quella di un collegamento tra l'attentato e gruppi di matrice anarchica, mobilitati in questa settimana per la solidarietà ad Alfredo Cospito, detenuto in regime di 41bis che sta facendo lo sciopero della fame. 

"Non so nulla di questi attentati ma che c'entra Cospito? Lui sta in carcere al 41 bis...", ha detto Flavio Rossi Albertini, legale di Alfredo Cospito, dopo che la Procura di Roma ha ipotizzato che gli attentati alle sedi diplomatiche di Berlino e Barcellona siano riconducibili alla pista anarchica.

Che cos'è il “carcere duro” del 41 bis

Le polemiche legate alle condizioni di salute dell'anarchico Alfredo Cospito, detenuto a Sassari e da oltre tre mesi in sciopero della fame, hanno acceso i riflettori sul 41-bis, il regime del 'carcere duro' previsto dall'ordinamento penitenziario che, introdotto con la legge 10 ottobre 1986, n. 663 (la cosiddetta Gozzini, dal nome del suo promotore), riguardava inizialmente le situazioni di rivolta o altre gravi emergenze. 

Dopo la strage di Capaci del 1992 fu introdotto un secondo comma che rendeva possibile l'applicazione del regime speciale ai detenuti per reati di criminalità organizzata, con scadenze temporali di volta in volta prorogate. L'obiettivo della norma era quello di impedire ogni legame e contatto tra il detenuto e l'organizzazione criminale del territorio cui faceva parte. 

In occasione del decennale di Capaci, il 24 maggio 2002, il Consiglio dei Ministri approvò un disegno di legge che prevedeva la proroga per ulteriori quattro anni e l'applicazione del 41-bis anche ai reati di terrorismo (anche internazionale) ed eversione. Il Parlamento, con la legge 23/12/02 n. 279, rese permanente il 41-bis, cancellando ogni limite temporale. 

La norma prevede la possibilità per il ministro della Giustizia di sospendere l'applicazione delle normali regole di trattamento dei detenuti che vengono trasferiti in una cella singola, sotto stretta sorveglianza degli agenti penitenziari 24 ore al giorno, con due ore al giorno di socialità in gruppi composti da massimo quattro persone e la possibilità di un colloquio al mese con i propri familiari videosorvegliato di un'ora dietro un vetro divisorio. Il detenuto sottoposto al carcere duro prende parte ai processi in cui è imputato collegandosi in aula in videoconferenza.         

L'ultimo 41-bis in ordine di tempo è stato firmato dal Guardasigilli nei confronti di Matteo Messina Denaro, il boss della mafia arrestato il 16 gennaio scorso dopo una latitanza di quasi 30 anni e rinchiuso a L'Aquila. 

Alla data del 14 luglio scorso, secondo le informazioni rese note dall'allora capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi in Commissione Giustizia del Senato, erano 732 i detenuti sottoposti al regime di carcere duro. La capienza dei posti disponibili per i detenuti sottoposti al regime speciale è pari a 790 posti dislocati in 12 istituti penitenziari, di cui 742 in sezione ordinaria e 48 in area riservata, nonché 20 posti nell'unica sezione femminile e 5 posti nell'unica sezione Casa lavoro a Tolmezzo. Di recente istituzione, il 5 luglio scorso, la sezione 41-bis presso l'istituto penitenziario di Modena con capienza pari a 8 posti.