Un "lento incremento" dei bambini sotto i 9 anni adescati online, un trend, “diventato più consistente a partire dalla pandemia”.
L'allarme nel report annuale della Polizia Postale, che segnala come social network e videogiochi online siano "i luoghi di contatto tra minori e adulti più frequentemente teatro delle interazioni nocive". E questo, nonostante sia "diminuita la circolazione globale di materiale pedopornografico online".
A rischio la fascia 10-13 anni
Gli agenti hanno trattato complessivamente 4.542 casi, indagando 1.463 persone (il 3% in più rispetto al 2021), di cui 149 arrestate (l'8% in più) per reati connessi ad "abusi tecnomediati in danno di minori", per i quali la fascia dei cosiddetti preadolescenti (tra i 10 ed i 13 anni) risulta "anche quest'anno" come la più coinvolta nelle reti dei pedofili.
I dati in chiaro-scuro: meno cyberbullismo
Si registra una leggera flessione invece dei casi di cyberbullismo che - così nel report 2022 - "può essere interpretata come effetto della normalizzazione delle abitudini dei ragazzi": non si può escludere che il ritorno ad una vita sociale priva di restrizioni abbia abbia avuto "un'influenza positiva sulla qualità delle relazioni tra coetanei": 323 casi di cyberbullismo trattati nel 2022 (il 29,4% in meno rispetto all'anno precedente) 219 hanno riguardato vittime di 14-17 anni, 87 casi vittime di 10-13 anni e 17 casi vittime under 9.
Minori ricattati per denaro
Anche il fenomeno del cosiddetto "sextortion" recentemente sta interessando sempre più spesso vittime minorenni, con effetti lesivi potenziati: la vergogna che i ragazzi provano, "impedisce loro di chiedere aiuto ai genitori od ai coetanei di fronte ai quali si sentono colpevoli di essersi fidati di perfetti e sconosciuti".
E la sensazione di sentirsi in trappola - analizzano gli investigatori - è amplificata spesso "dalla difficoltà nel pagare le somme di denaro richieste".
In quest'ambito nel 2022 sono stati trattati 130 casi, la maggior parte dei quali nella fascia 14-17 anni, più spesso con vittime maschili.
Sul fronte della prevenzione, monitorati 25.696 siti, di cui 2.622 inseriti in black list ed oscurati (il 3% in più rispetto all'anno precedente) in quanto presentavano contenuti pedopornografici.