Intervista a Die Tagespost

Ratzinger. Padre Georg: la stretta sulla Messa in latino un dolore per Benedetto XVI

"Credo che Papa Benedetto abbia letto il Motu proprio 'Traditisonis custodes' con dolore nel cuore", ha affermato il segretario di Joseph Ratiznger. Padre Georg Gänswein racconta inoltre le ultime ore di Benedetto ai media vaticani

Ratzinger. Padre Georg: la stretta sulla Messa in latino un dolore per Benedetto XVI
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Georg Ganswein

Il Motu proprio 'Traditisonis custodes' pubblicato da Papa Francesco nel 2021 ha rattristato il Papa emerito Benedetto XVI. Lo ha detto il segretario di Joseph Ratiznger, Georg Gänswein, in un'intervista a Die Tagespost. In 'Traditionis Custodes' Francesco ha, di fatto, posto condizioni particolarmente restrittive per quanto riguarda il cosiddetto rito tridentino o Messa in latino, contrariamente a quanto invece previsto nel Motu proprio 'Summorum pontificum' di Benedetto XVI del 2007. "Quello è stato un punto di svolta. Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu proprio con dolore nel cuore", ha affermato Gänswein.

Gaeswein racconta le ultime ore di Benedetto ai media vaticani

Provato, commosso, ma al tempo stesso in pace. L'arcivescovo Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare prima del cardinale Joseph Ratzinger e poi di Papa Benedetto XVI, racconta ai media vaticani gli ultimi momenti dell'esistenza terrena dell'uomo che dal 2005 al 2013 ha servito la Chiesa come vescovo di Roma per poi compiere una scelta storica con la rinuncia al pontificato avvenuta quasi dieci anni fa. Padre Georg confessa di non aver sentito personalmente le ultime parole del Papa emerito ma di aver pregato insieme a lui la mattina prima dell'agonia e della morte. 

"Era un uomo profondamente convinto che nell'amore del Signore non si sbaglia mai, anche se umanamente si fanno tanti errori. E questa convinzione gli ha dato la pace e - si può dire - questa umiltà e anche questa chiarezza", continua padre Georg.

E monsignor Gaeswein aggiunge: "Diceva sempre: 'La fede dev'essere una fede semplice, non semplicistica, ma semplice. Perché tutte le grandi teorie, tutte le grandi teologie si basano sul fondamento della fede. E questo è e rimane l'unico nutrimento per se stessi e anche per altri".

Monsignor Gaeswein aggiunge che aveva già preparato prima le preghiere di accompagnamento per il moribondo. "Abbiamo pregato per circa 15 minuti, tutti insieme mentre Benedetto XVI respirava sempre più affannato, sempre più si vedeva che non riusciva a respirare bene. Allora ho guardato uno dei dottori e ho chiesto: 'Ma, è entrato in agonia?'. Mi ha detto: 'Sì, e' iniziata ma non sappiamo quando tempo dura'".

Ognuno poi "ha pregato in silenzio e alle 9.34 ha fatto l'ultimo respiro". "Abbiamo continuato le preghiere non più per il moribondo ma per il morto - aggiunge padre Georg -. E abbiamo concluso cantando 'Alma Redemptoris Mater'. È morto nell'ottava di Natale, il suo tempo liturgico preferito, nel giorno di un suo predecessore - San Silvestro, Papa sotto l'Imperatore Costantino. Era stato eletto nella data in cui si fa memoria di un Papa tedesco, san Leone IX, dell'Alsazia; è morto nel giorno di un Papa romano, san Silvestro. Ho detto a tutti: 'Chiamo subito Papa Francesco, è il primo che deve sapere'. L'ho chiamato, e lui ha detto: 'Vengo subito!'. Poi è venuto, l'ho accompagnato nella stanza da letto dove è morto e ho detto a tutti: 'Rimanete'. Il Papa ha salutato, gli ho offerto una sedia, si è seduto accanto al letto e ha pregato. Ha dato la benedizione e poi si è congedato. Questo è accaduto il 31 dicembre 2022".