Dal via libera della Turchia dipende l'ingresso della Svezia nella Nato

Svezia: manifestanti di destra bruciano il Corano, ira di Ankara: "Questa non è libertà di pensiero"

Aspre critiche del ministero degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu dopo che in Svezia, oggi, il leader del partito Stram Kurs di estrema destra ha bruciato il Corano di fronte all'ambasciata turca

Dura condanna da parte del ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu dopo che in Svezia questo pomeriggio il leader del partito Stram Kurs di estrema destra, Rasmus Paludan, ha bruciato il Corano proprio di fronte all'ambasciata turca. 

"Nonostante tutti gli avvertimenti arrivati dal nostro Paese, oggi il nostro libro sacro, il Corano, è stato attaccato in maniera volgare. Un attacco che condanniamo con la più assoluta fermezza. Si fa passare sotto il nome di libertà di espressione una manifestazione apertamente provocatoria e razzista, che prende di mira l'Islam e i nostri valori. Siamo dinanzi a un crimine d'odio che mostra ancora uno volta il clima di islamofobia raggiunto in Europa", si legge nel comunicato.

In precedenza il ministro degli Esteri turco aveva rimproverato le autorità svedesi per aver concesso il permesso di manifestare al leader di estrema destra che, aveva ricordato, si era già reso protagonista di gesti simili lo scorso aprile, causando ore di scontri e tensioni. "In Svezia questo tipo di malsane manifestazioni hanno luogo, il Corano e l'Islam sono stati ingiuriati già in passato. Si tratta di una manifestazione che è sia un crimine d'odio che una dimostrazione di razzismo che viene fatta passare come libertà di manifestazione. Tuttavia succede solo con il Corano, non con gli altri testi sacri di altre religioni", ha rincarato la dose il capo della diplomazia di Ankara. 

L'annuncio della manifestazione e del permesso accordato aveva già causato la convocazione nella tarda serata di ieri dell'ambasciatore svedese ad Ankara, Staffan Herrstrom, presentatosi presso il ministero degli Esteri di Ankara per la seconda volta in una settimana. L'11 gennaio infatti una manifestazione a Stoccolma aveva mandato su tutte le furie la Turchia. Durante il corteo era stato appeso a testa in giù un manichino del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan

E come diretta conseguenza oggi il ministro della Difesa turco ha annunciato la cancellazione della prevista visita ad Ankara dell'omologo svedese Pal Jonson. "Abbiamo raggiunto una fase in cui non vi è importanza né senso nella visita di Jonson in Turchia il 27 gennaio. Pertanto, abbiamo annullato la visita", ha detto Hulusi Akar. Jonson avrebbe dovuto discutere con Akar della richiesta di adesione alla Nato di Stoccolma, che deve ancora essere avallata dalla Turchia.

Le polemiche chiaramente pesano sul futuro dell'allargamento Nato e sul rispetto dell'intesa siglata da Turchia, Svezia e Finlandia lo scorso giugno a Madrid. Un protocollo in cui i due Paesi scandinavi, aspiranti membri Nato, per convincere Erdogan a togliere il veto all'allargamento hanno promesso non solo l'estradizione di alcune persone accusate di terrorismo dalla Turchia, ma anche di vietare manifestazioni di sostegno ai curdi del Pkk/Ypg e raccolte fondi a favore dei separatisti curdi. Dall'eventuale via libera di Ankara dipende l'ingresso della Svezia nella Nato.

Anche il leader dell'opposizione Kemal Kılıçdaroğlu, probabile sfidante del presidente Erdoğan alle prossime elezioni, ha definito "fascista" e "disumano" il rogo del Corano.

"Sappiamo bene che l'obiettivo è mancare di rispetto e far male a miliardi di musulmani. Condanniamo questo picco di fascismo che rappresenta un crimine d'odio", ha detto Kılıçdaroğlu, leader del partito repubblicano Chp, principale forza della coalizione di sei partiti che sfiderà Erdogan nelle elezioni previste il 14 maggio 2023.

Rasmus Paludan, leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs, davanti all'ambasciata turca a Stoccolma Fredrik Sandberg/TT News Agency via AP
Rasmus Paludan, leader del partito danese di estrema destra Stram Kurs, davanti all'ambasciata turca a Stoccolma