L'Italia è sottoposta a procedura di infrazione dal 2020

Consiglio di Stato: la proroga delle concessioni balneari "non deve essere applicata"

Secondo i giudici le norme della legge di bilancio per il 2019 del governo Conte che allungava le concessioni al 2033 e quelle del Milleproroghe del governo Meloni (legge 14 del 24 febbraio 2023) vanno disapplicate

Consiglio di Stato: la proroga delle concessioni balneari "non deve essere applicata"
Ansa
Stabilimenti balneari, immagine di archivio

La norme che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni balneari "sono in contrasto" con l'articolo 12 della direttiva europea e, dunque, "non devono essere applicate". Lo scrive il Consiglio di Stato intervenendo in una questione locale: il Comune di Manduria aveva prorogato al 2033 tutte le concessioni demaniali marittime dietro ricorso di alcune società balneari. Il presidente della sesta sezione del Consiglio di Stato e i suoi consiglieri dicono quanto già noto: "La proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere si pone in frontale contrasto con la sopra richiamata disciplina di cui all'art. 12 della direttiva n. 2006/123/CE e va, conseguentemente, disapplicata da qualunque organo dello Stato".

Quindi non solo le norme della legge di bilancio per il 2019 del governo Conte che allungava le concessioni al 2033, ma anche le nuove norme del Milleproroghe del governo Meloni (legge 14 del 24 febbraio 2023) vanno disapplicate da qualunque organo dello Stato perché contrarie alla direttiva Ue, la cui inosservanza dura da anni e ha posto l'Italia sotto procedura d'infrazione già dal 2020.

Il Consiglio di Stato - che già si era espresso con due sentenze nel 2021 - torna a ribadire che non sono possibili altre proroghe, l'Italia è in violazione della direttiva Bolkestein che è autoapplicativa e che punta a favorire la concorrenza soprattutto in quei settori economici dove i beni sono scarsi, come il bene demaniale delle spiagge italiane.

"La sentenza del Consiglio di Stato non ci sorprende. I giudici già nel 2021 avevano preannunciato che qualsiasi proroga successiva alle concessioni balneari sarebbe stata considerata da loro priva di efficacia. Noi però rivendichiamo la norma introdotta con la conversione in legge del Milleproroghe e il diritto del Parlamento a legiferare. A maggior ragione dopo questo pronunciamento, invitiamo il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste. Una volta che avremo chiaro il quadro di quanta parte del litorale italiano è attualmente occupato e quanto invece rimane libero, potremo dimostrare alla Commissione europea che ci sono gli spazi per consentire l'ingresso di nuovi concessionari. Cioè, che le coste italiane non possono essere considerate una risorsa scarsa e, di conseguenza, le concessioni demaniali marittime non rientrano nella direttiva Bolkestein. Questa è la battaglia politica che la Lega si è sempre intestata in Italia e in Europa e continuerà a farlo, invitando anche gli alleati di governo a fare altrettanto, coerentemente con gli impegni presi in campagna elettorale. Non vogliamo una semplice proroga, ma una soluzione definitiva a questo problema, che da anni affligge circa 30 mila imprese e che non offre un quadro normativo chiaro di riferimento nemmeno ai Comuni". Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), commentando la notizia della nuova sentenza del Consiglio di Stato.

Va ricordato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una lettera inviata via ai presidenti di Camera e Senato al momento della firma, lo scorso 24 febbraio, aveva espresso “specifiche e rilevanti perplessità” e aveva ricordato quanto affermato dalla Corte di Giustizia europea che "ha ritenuto incompatibile con il diritto europeo la proroga delle concessioni" e “sono difformi dal diritto dell'Ue, anche in considerazione degli impegni in termini di apertura al mercato assunti dall'Italia con il Pnrr”.

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, Roma Ansa
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato, Roma