La prima incriminazione penale per un (ex) presidente Usa

Martedì prossimo prima storica udienza per Donald Trump in tribunale. L'avvocato: "Niente manette"

In attesa di conoscere la natura dei 30 capi di imputazione che dovrebbero essere contestati, ci sono poche certezze per il prossimo 4 aprile. Foto segnaletica e impronte digitali ma niente manette né ammissione di colpevolezza, prevedono i legali

Martedì prossimo prima storica udienza per Donald Trump in tribunale. L'avvocato: "Niente manette"
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L'ex presidente Donald Trump

L'udienza in cui Donald Trump dovrà presentarsi per il caso della pornostar Stormy Daniels è stata fissata per le 14.15 ora locale (le 20.15 in Italia) di martedì 4 aprile prossimo. Lo riferiscono diversi media statunitensi. Ma per il resto, su quello che potrebbe succedere o meno in quella fatidica giornata, ci sono davvero poche certezze.

A quanto pare “The Donald” sta studiando le prossime mosse, dopo essere stato incriminato venerdì per il pagamento in nero alla pornostar, che aveva minacciato di rivelare, nel 2016, la loro breve relazione. L'incriminazione senza precedenti per un ex presidente degli Stati Uniti ha messo questa storia giudiziaria in un terreno incerto: nessuno sa bene se Trump dovrà essere davvero arrestato, come da procedura, e ammanettato, come chiede qualcuno.    

Foto segnaletica e rilevazione delle impronte digitali, ma niente manette e nessuna ammissione di colpevolezza per Donald Trump quando martedì pomeriggio, nella città dove ha costruito il suo successo, si costituirà al tribunale di Manhattan per la formalizzazione delle accuse nel caso della pornostar Stormy Daniels. È la previsione dei suoi avvocati, che però avvisano: "Non esiste un manuale per vedere come si accusa un ex presidente degli Stati Uniti in un tribunale penale".

Considerato che il tycoon gode del servizio di sicurezza assegnato a ogni ex presidente, non sembra pensabile immaginare che venga tenuto ammanettato. Lo stesso avvocato di Trump, Joe Tacopina, ha escluso che vengano usate le manette e ha detto che ci sono “zero, zero possibilità" che l'ex presidente possa accettare alcun patteggiamento. ”Non succederà perché non c'è alcun crimine". 

In attesa di conoscere la natura dei trenta capi di imputazione che dovrebbero essere contestati all'ex presidente, nessuno sembra in grado di prevedere come andrà a finire. Da ambienti giudiziari è emerso che Trump dovrebbe presentarsi martedì pomeriggio, dopo le 14:15, alla corte del tribunale di Lower Manhattan. Al momento è  l'unico riferimento temporale dato per certo, ma non è escluso che possa cambiare l'orario. 

Nella sua prima udienza in tribunale oggi è emerso che il tycoon potrebbe trovarsi davanti allo stesso giudice che si è occupato del caso delle tasse delle sue società, Juan Merchant. Un giudice che "mi odia" e ha "incastrato il mio ex chief financial officer, Allen Weisselberg, affinché patteggiasse", ha riferito lo stesso Trump su Truth.

I legali di Trump hanno preannunciato di voler presentare una mozione per archiviare il caso della pornostar. Ma si tratterebbe solo di una mossa scontata, che tutti i difensori usano nelle fasi preliminari del procedimento per evitare di finire davanti al tribunale.

 

Il procuratore di Manhattan Alvin Bragg Ansa
Il procuratore di Manhattan Alvin Bragg

Alvin Bragg: "Trump come ogni altro imputato è legittimato a impugnare le accuse in tribunale"

Il procuratore distrettuale di Manhattan Alvin Bragg ha scritto in una lettera indirizzata ai repubblicani Jim Jordan, Bryan Steil e James Comer, presidenti repubblicani di tre commissioni della Camera che hanno chiesto la testimonianza del magistrato e documenti della sua indagine, che Donald Trump "come ogni altro imputato" è legittimato a impugnare le accuse in tribunale e avvalersi di tutte le tutele che il robusto sistema penale dello Stato di New York consente. Secondo Bragg, "quello che né Trump né il Congresso potrebbero fare è interferire con il corso ordinario dei procedimenti dello Stato".

Il giorno dopo l'incriminazione votata dal gran giurì del Tribunale di New York, un organo indipendente da giudice e procura formato da ventitré cittadini estratti a sorte, i Repubblicani hanno continuato ad attaccare il procuratore Alvin Bragg.

Il senatore Lindsey Graham, che in passato aveva accusato Bragg di essere troppo permissivo con i piccoli reati, oggi ha rincarato la dose, usando l'ironia: “Un modo per evitare a Trump di essere arrestato c'è: basta che rompa una finestra o aggredisca un poliziotto, e sarà subito rimesso in libertà”. L'altro big del Senato, Mitch McConnell, che per due volte aveva votato contro l'impeachment del tycoon, stavolta non ha preso posizione ufficiale sull'incriminazione. E' un silenzio che Trump non deve aver gradito, ma di cui non può essere sorpreso: tra lui e McConnell da tempo i rapporti sono freddi. 

Nel frattempo a Mar-a-Lago, Florida, il resort dove Trump vive, la tensione si è allentata. Non c'è più il dispiegamento di polizia nell'area per evitare scontri. Tolti dieci residenti, in gran parte anziani, che avevano esposto bandiere e cartelli a sostegno di Trump, non c'è più nessuno per strada.