Incoronazione di Carlo III

Dalla scatola rossa agli incontri col premier: i poteri del Re del Regno Unito oggi

Come è cambiato il ruolo della monarchia e quali sono le sfide di Carlo III

Dalla scatola rossa agli incontri col premier: i poteri del Re del Regno Unito oggi
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Re Carlo III

In una celebre scena della serie tv The Crown, incentrata sulle vicende della famiglia reale britannica, re Giorgio VI ordina a una giovane Elisabetta di aprire una scatola rossa, capovolgerla e cominciare a leggere i documenti che vi sono contenuti a partire dal fondo perché è lì, nascoste al primo sguardo, che troverà le informazioni più importanti. 

Non si sa se l'aneddoto abbia un fondo di verità, quello che è certo è che quelle scatole rosse accompagnano la vita del sovrano praticamente per tutta la vita. La regina Elisabetta ne ha ricevuta una ogni giorno dell'anno tranne che a Natale e Pasqua. 

Sono realizzate in pelle rossa dalla ditta Barrow and Gale, che le produce anche per il governo, e vi é inciso sopra, in caratteri dorati, il monogramma del sovrano. Contengono documenti importanti che provengono da ministri del governo del Regno Unito o da rappresentanti del Commonwealth che il monarca legge e, se necessario, approva nelle sue funzioni di Capo dello Stato.

Oltre a ricevere questi dispacci, il re incontra settimanalmente il primo ministro che lo tiene informato sulle questioni di governo. Sono incontri privati e non esistono registrazioni ufficiali di ciò che viene detto. Sul sito della famiglia reale si legge che il sovrano ha un rapporto speciale con chi guida il Paese, cui conferisce formalmente l'incarico di formazione del nuovo governo, ma non può esprimere preferenze, né votare: deve restare neutrale rispetto alla politica. 

La regina Elisabetta, nei suoi settant'anni di regno, ha visto sfilare davanti a sé 15 premier. Tra questi, è passato alla storia il legame tra la sovrana e Winston Churchill

Fu la prima persona che incontrò scendendo dall'aereo che la riportava in Inghilterra dall'Africa, dove l'aveva raggiunta la notizia della morte del padre Giorgio VI. Diventò quasi un padre per lei, giovanissima regina negli anni difficili del dopoguerra. 

Accogliendone le dimissioni, Elisabetta II gli consegnò una lettera in cui scrisse “che le sarebbero mancate particolarmente le udienze settimanali che ha trovato così istruttive e, se si può dire così sulle questioni di Stato, divertenti”. Quando morì, Churchill ebbe funerali di Stato ai quali la Regina si presentò, infrangendo il protocollo, per prima. 

Il destino ha voluto che l'ultimo atto pubblico di Elisabetta II, pochi giorni prima della sua scomparsa, sia stato proprio dare l'incarico alla premier Liz Truss. 

La Regina Elisabetta e Winston Churchill Getty
La Regina Elisabetta e Winston Churchill

Oltre a dare l'incarico al primo ministro e a ricevere le dimissioni di quello uscente, il re scioglie anche formalmente il governo prima di nuove elezioni. 

Presiede l’apertura del Parlamento ogni anno ed espone i piani del governo, in un discorso ("discorso della Corona") pronunciato, dal trono, alla Camera dei Lord. È una cerimonia fastosa che segue riti e tradizioni antiche, come ad esempio l'ispezione "pro forma" delle cantine del Palazzo di Westminster dalle guardie della Torre di Londra per impedire una “Congiura delle polveri” moderna, un riferimento all'attentato orchestrato nel 1605 per far saltare il Parlamento.

Il re, generalmente, indossa la Corona imperiale di Stato prima di pronunciare il discorso che per tanti anni è stato chiamato Queen's Speech e che illustra i punti essenziali del programma di governo. Viene soltanto “letto” dal sovrano che non mette penna nel contenuto, né dà indicazioni politiche. Questa è l'unica occasione programmata in cui si incontrano le tre parti costituenti del Parlamento: la Corona, la Camera dei Lord e la Camera dei Comuni.

La regina Elisabetta non ha pronunciato il discorso all'apertura del Parlamento solo in rare occasioni. Nel 1959 e nel 1963 quando era in attesa del principe Andrea prima e del principe Edoardo poi, il programma del governo fu letto dal Lord Cancelliere. Nel 2022 si è fatta rappresentare dall'allora principe Carlo seduto accanto a un tavolino sul quale era stata posata la Corona. Al suo fianco, da un lato Camilla e dall'altro William.

Il principe Carlo della Gran Bretagna durante l'apertura statale del Parlamento alla Camera dei Lord al Palazzo di Westminster, Londra (Gettyimages)
Il principe Carlo della Gran Bretagna durante l'apertura statale del Parlamento alla Camera dei Lord al Palazzo di Westminster, Londra

Tra gli altri compiti del Re c'è quello di approvare formalmente un atto legislativo perché diventi legge: il Royal Assent, a dispetto del nome, è un potere di veto della Corona Britannica che non viene tuttavia esercitato dal 1708.

Infine il sovrano ospita capi di stato in visita e incontra ambasciatori stranieri e alti commissari con sede nel Regno Unito oltre a dirigere l'evento annuale del Remembrance Day a novembre al Cenotaph di Londra.

Principe Carlo, Remembrance Day, 2018 Getty
Principe Carlo, Remembrance Day, 2018

Carlo III "difensore di tutte le fedi"

Il sovrano del Regno Unito, oltre a giurare fedeltà al popolo britannico e alla Corona, giura di preservare non solo la Chiesa d'Inghilterra, anglicana, ma anche quella di Scozia, presbiteriana. Carlo III ha chiesto di essere considerato il “difensore di tutte le fedi”. 

Una decisione in linea con i tempi, secondo lo storico Anthony Seldon. "È giusto che sia così. Quando il papa nominò Enrico VIII 'difensore della fede' nel 1521, l'Inghilterra era cattolica; ora è un paese multireligioso. L'impegno che ha dimostrato Carlo III nei confronti di coloro che sono di fede musulmana, ebraica, sikh, indù e buddista, nonché di fede cristiana, e la sua disponibilità a visitare i loro luoghi di culto dimostrano che è un monarca adatto al nostro tempo".

Carlo III a Luton visita il Guru Nanak Gurdwara Getty
Carlo III a Luton visita il Guru Nanak Gurdwara

I poteri del re e il ruolo della monarchia oggi

La monarchia è la più antica forma di governo del Regno Unito, ma i poteri del Re in senso stretto si sono consumati nei secoli e oggi sono più formali che sostanziali. La monarchia britannica è una monarchia costituzionale. Ciò significa che, mentre il sovrano è il Capo dello Stato, la capacità di emanare e approvare le leggi spetta a un Parlamento eletto. 

In sostanza, il monarca partecipa alle decisioni strategiche, ma sta sempre un passo indietro rispetto all’indirizzo politico espresso dal governo sulla base del rapporto di fiducia con il Parlamento. 

Sebbene il re non abbia più un ruolo politico o esecutivo, continua a svolgere un ruolo importante nella vita della nazione.

In qualità di Capo di Stato, ha doveri costituzionali e di rappresentanza che si sono sviluppati in oltre mille anni di storia. Oltre a questi, ha un ruolo meno formale di "capo della nazione": è il punto di riferimento per l'identità e l'unità nazionale; dà un senso di stabilità e continuità grazie alla linea di successione al trono; sostiene la comunità attraverso iniziative benefiche e di volontariato.

In tutti questi ruoli, il Sovrano è supportato dai membri più stretti della famiglia reale, i “Working royals” con funzioni di rappresentanza ufficiale. Carlo III ha già detto di preferire una monarchia più snella e di voler ridurre il numero dei Working royals. Una decisione che certamente ha a che vedere con lo scandalo sessuale che vede coinvolto il fratello Andrea e il rapporto difficile col figlio Harry - entrambi non più membri attivi della Corona. Probabilmente l'attenzione si focalizzerà sempre di più sui principi del Galles, e dunque sulla linea di eredi al trono, e sul principe Edoardo, investito del titolo di duca di Edimburgo, e la moglie Sophie, molto cara alla regina Elisabetta.

Una scelta necessaria anche perché la monarchia perde popolarità tra i più giovani, almeno stando al sondaggio realizzato da YouGov per il programma Panorama della Bbc in vista dell'incoronazione.

Il regno 

Il 6 maggio molti paesi oltre al Regno Unito vedranno incoronato il loro nuovo monarca. Ci sono infatti i 14 paesi dei reami del Commonwealth, tra cui Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giamaica, che considerano il re come il loro capo di stato. Il ruolo è in gran parte simbolico, poiché questi Paesi operano come stati sovrani con i propri governi, avendo ottenuto l'indipendenza dall'impero britannico nel corso degli anni. Oltre al Regno Unito, sono Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu.

Il re presiede anche il Commonwealth delle Nazioni, un’organizzazione intergovernativa di 56 stati indipendenti, nata come rete di scambio culturale ed economico, eredità del periodo imperiale: quasi tutte le nazioni che oggi volontariamente fanno parte di questa associazione erano colonie dell’Impero britannico. Nel 2018 all'unanimità i leader dell'organizzazione hanno scelto che, dopo la morte della Regina, Carlo sarebbe diventato il nuovo capo del Commonwealth, anche se non è una posizione acquisita per eredità. Guidato operativamente dalla Segretaria Generale, Patricia Scotland, è la casa di 2,5 miliardi di persone.