Pena ricalcolata a Torino

Cospito condannato a 23 anni per la bomba alla scuola Allievi carabinieri. Il Pg voleva l'ergastolo

L'attentato fu messo a segno il 2 giugno 2006 a Fossano (Cuneo). La corte ha applicato l'attenuante del "fatto lieve"

Cospito condannato a 23 anni per la bomba alla scuola Allievi carabinieri. Il Pg voleva l'ergastolo
Rainews24

La corte di assise d'appello di Torino ha ricalcolato in 23 anni di carcere la pena per l'anarchico Alfredo Cospito. La procura generale aveva chiesto l'ergastolo e l'isolamento diurno per 12 mesi. Per Anna Beniamino (compagna di amore, lotta e anarchia di Cospito) i giudici hanno stabilito 17 anni e 9 mesi di reclusione, a fronte di una richiesta di 27 anni e 1 mese.

Il procedimento era dedicato al ricalcolo della pena in relazione a uno solo degli episodi contestati nel maxiprocesso Scripta Manent, l'attentato del 2 giugno 2006 alla scuola Allievi carabinieri di Fossano (Cuneo). Accogliendo una richiesta dei difensori, gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Gianluca Vitale, la corte ha applicato per entrambi gli imputati l'attenuante del 'fatto lieve'.

“Soddisfatti, temevamo andasse peggio”

"Siamo assolutamente soddisfatti, 23 anni è una pena elevata ma avevamo timore che potesse andare molto, molto peggio" ha commentato Rossi Albertini. In precedenza, Cospito era stato condannato a 20 anni di reclusione per l'attentato alla scuola allievi. "I giudici hanno marcato l'alveo su cui già si era inserita la Corte d'assise d'appello il 5 dicembre scorso, allorché inviò la questione di legittimità costituzionale alla Corte costituzionale".

Soddisfazione anche per la sentenza su Anna Beniamino: "Semplicemente è stata ricondotta un minimo di ragionevolezza su questo procedimento" sottolinea Vitale. "Non riconoscere la circostanza dell'articolo 311 sarebbe stato abnorme, soprattutto dopo la pronuncia della Corte Costituzionale".

Le dichiarazioni spontanee di Cospito in aula: "Chiaramente erano tutti attentati dimostrativi. Questo è solo un processo alle idee"

"In vent'anni di attentati di sigle anarchiche non c'è mai stato un morto. Chiaramente erano tutti attentati dimostrativi. Questo è solo un processo alle idee". Alfredo Cospito durante l'udienza ha rilasciato dichiarazioni spontanee. "Gli anarchici non fanno stragi indiscriminate, non siamo lo Stato. In questo processo sono evidenti accanimento e stranezze, quando è successo l'attentato nessuno gli ha dato importanza. Poi la Cassazione ha trasformato una strage semplice in strage politica". E ancora: "Non c'è alcuna certezza che chi ha fatto quell'attentato voleva uccidere, non ci si può affidare a perizie fatte dopo. Non c'è nessuna prova che io e Anna abbiamo piazzato gli ordigni a Fossano".

Un anno di carcere allo “scrivano”

È stato condannato a un anno di carcere G.L.T., anarchico di 35 anni di origini catanesi processato sempre a Torino con l'accusa di essere legato alla Fai-Fri, Federazione anarchica informale–Fronte rivoluzionario internazionale alla quale appartenere Cospito. Secondo gli investigatori il trentacinquenne era uno 'scrivano' che traduceva e divulgava sul web proclami e rivendicazioni. Dal reato di partecipazione all'associazione sovversiva è stato assolto; è rimasta in piedi l'accusa di istigazione a delinquere.

La Fai-Fri è composta da cellule diverse in vari paesi, che agiscono in maniera del tutto autonoma e informale,  ovvero senza struttura gerarchica o associativa.

L'incontro con Anna Beniamino
E' il 1997, viene editata la rivista «Pagine in rivolta» e al fianco di Cospito compare Anna Beniamino, oggi 53enne. È lei a cambiare la vita di Alfredo, il legame tra i due si salda subito e la loro diventerà una storia di amore, lotta e anarchia. 

Diventano inseparabili. Beniamino è nata a Sanremo ma lavora come tatuatrice nel quartiere di San Salvario a Torino. È figlia di un pittore che in quegli anni ha una galleria d’arte moderna in via Corradi a Sanremo. Dopo la morte dei genitori ottiene in eredità una casa in Riviera e diverse collezioni di quadri. Gli stessi che cercherà di rivendere, per trasferirsi all'estero, quando nel 2012 Cospito sta per essere arrestato per l'attentato ad Adinolfi. Anna Beniamino ha un’estrazione borghese, ma secondo gli investigatori la sua adesione alla causa anarchica è ancora più solida, soprattutto da un punto di vista ideologico e culturale, di quella del compagno. In quegli anni entra nella loro vita Nicola Gai, il complice nell’attentato ad Adinolfi. Anche lui ha un’estrazione borghese, meno movimentista, meno dottrinale: si avvicina alla coppia e sale sul treno in corsa della lotta armata. Diventano una sorta di trio.

L'attentato ad Adinolfi nel 2012
Sono gli anni delle campagne esplosive, pacchi bomba e ordigni artigianali vengono piazzati in mezza Italia. Sempre rivendicati dalla Fai e da alcuni sottogruppi con sigle di volta in volta diverse. Ma dietro c'è sempre il gruppo di Cospito e scoi. Le bombe dimostrative però non bastano, Alfredo è pronto a saltare il fosso, a colpire con le armi in pugno. E lo farà nel 2012 a Genova. 

Lui e Gai sparano ad Adinolfi, ma per gli investigatori la vera ideologa della Fai è Anna Beniamino. Lei e Alfredo hanno convissuto per 15 anni, fino all’arresto di Cospito nel 2012. Finisce in carcere nel 2016 nell’inchiesta Scripta manent. È qui che emerge anche sul piano giudiziario il suo ruolo al fianco di Cospito. Scrivono i magistrati: “Anche Beniamino dunque partecipa alla costituzione e alla fondazione della Fai cooperando alla elaborazione del pensiero inneggiante alla lotta armata. A lei sono riconducibili i documenti fondativi, il primo documento consuntivo, le rivendicazione degli attentati a lei ascritti e gli scritti all’interno degli organi di informazione e propaganda. Sebbene non sia formalmente indiziata vi sono indici di un suo coinvolgimento anche in altri delitti di scopo, primi fra tutti quello della gambizzazione di Adinolfi”.