La visita in Sudamerica

Il presidente Mattarella in Paraguay: "Nella nostra amicizia è fondamentale la tutela dei diritti"

Dopo il Cile il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in visita ufficiale in Paraguay

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato ad Asuncion per la sua visita ufficiale in Paraguay, la prima di un capo di stato italiano nel Paese sudamericano. Oggi, dopo aver deposto una corona al Pantheon Nazionale degli Eroi di Asunción, l'incontrocon il presidente uscente della Repubblica del Paraguay, Mario Abdo Benìtez.

"Ho molto gradito l'invito a venire qua, pensando che fosse inammissibile che non fosse mai venuto un presidente della Repubblica italiana in Paraguay. E' per me un'occasione per ribadire la ricchezza, la profondità dei rapporti fra Paraguay e Italia". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle dichiarazioni congiunte con il Presidente del Paraguay, Mario Abdo Benítez, ad Asuncion. 

"L'elemento fondamentale della nostra  amicizia" è "la tutela dei diritti umani, della democrazia, la volontà di pace e di collaborazione della comunità internazionale. E in questo momento carico di tensioni -ha aggiunto il Capo dello  Stato- questo richiamo ai criteri che accomunano Paraguay e Italia sul modo in cui si vivano le relazioni internazionali -pace,  collaborazione, apertura, aiuto reciproco, comprensione- sono un  richiamo particolarmente importante".

Ci sono elementi di rapporto profondo che irrobustiscono la nostra amicizia" e ha aggiunto: "Abbiamo parlato dei rapporti da sviluppare, l'economia paraguayana è salda e solida e questo incoraggia le imprese italiane".

"Nei prossimi giorni ci sarà l'incontro fra il Celac e l'Ue, a Bruxelles, e noi speriamo che sia un appuntamento concretamente di successo e di sviluppo della collaborazione".

Il Presidente del Paraguay, Mario Abdo Benítez : "A nome del popolo paraguaiano desidero ringraziarla, grazie per questa visita storica. Le repubbliche del Paraguay e italiana hanno una storia di più di150 anni, un'alleanza strategica, una condivisione di visioni armoniche sull'importanza dei nostri valori, e abbiamo delle radici storiche". Lo ha detto il Presidente del Paraguay, Mario Abdo Benítez.

I due Presidenti hanno assistito, nel palazzo del Governo di Asuncion, alla firma di alcuni accordi bilaterali da parte del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli e del ministro degli Esteri del Paraguay Julio Cesar Arriola.

Agli incontri istituzionali seguirà la visita alla Scuola italiana di Asunción e il Presidente italiano sarà accompagnato da una rappresentanza della Società Dante Alighieri. Il capo dello Stato visiterà anche il Centro Culturale “El Cabildo” e il Museo del Barro. Prima di far rientro a Roma, visiterà, accompagnato dal Presidente della Repubblica del Paraguay, la Diga Idroelettrica di Itaipu a Ciudad del Este.

Ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stata a Punta Arenas, ultima tappa della sua visita in Cile, dove ha visitato il Forte Museo Salesiano Maggiorino Borgatello e il Circolo italiano e del Mausoleo della Fratellanza Italiana.

Ieri la Lectio Magistralis all'Università del Cile: "È per me un onore essere qui a Santiago e sarà un piacere recarmi a Punta Arenas, all'estremo sud di questo Paese così meravigliosamente longitudinale",  ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della lectio magistralis intitolata “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo”, all'Università del Cile. 

"L'Italia ha da sempre intrattenuto profonde relazioni d'amicizia con il Cile, alimentate anche dalla presenza di un'ampia collettività di origine italiana che è parte integrante del popolo cileno, nonché dalla condivisione dei valori democratici e dello Stato di diritto, dalla comune azione - anche a livello internazionale - a tutela dei diritti umani", ha continuato. 

"Desidero ricordare, a questo proposito, l'Istituto dei Diritti Umani e il Museo della Memoria promossi dai Presidenti Bachelet e Lagos. Si tratta di valori universali che hanno segnato drammaticamente la storia di questo Paese. Una storia che cinquant'anni fa intersecò quella della Repubblica Italiana, fino a confondersi con essa in un ricordo che oggi è patrimonio comune", ha aggiunto.

"L'esperienza di tanti cittadini del nostro Paese, dei giovani in particolare, è stata colpita profondamente dalle vicende cilene, così come larga parte dell'opinione democratica europea. Considero un onore poterlo testimoniare oggi qui, a distanza di due mesi dal compiersi del mezzo secolo che ci separa dal sacrificio del presidente Salvador Allende. Così come desidero dare atto del grande significato rivestito dal progressivo processo di ritorno alla democrazia dopo il referendum dell'ottobre 1988, anche con l'operazione verità relativa ai luoghi di detenzione illegale e tortura", ha aggiunto il Capo dello Stato.

"Senza ricadere nello stereotipo che vede nell'America Latina l'estremo occidente, ma assumendone, al contrario tutte le proprie caratteristiche di complessità, derivanti anche dall'eredità e dalla presenza dei popoli nativi, è facile osservare che i due continenti appaiono complementari. Ma, l'Europa, debitrice largamente verso l'America Latina del suo sviluppo, non sempre ha saputo guardare a questo continente con sufficiente lungimiranza e sagacia". È un altro passaggio della Lectio magistralis del Presidente della Repubblica.

Moro violò prassi per salvare perseguitati Cile

"Le forze politiche dell'Italia democratica e le sue istituzioni, a partire da quell'11 settembre del 1973, vissero fianco a fianco con il popolo cileno le sue sofferenze, non rinunciando ad atteggiamenti di sanzione diplomatica ma operando perché qui a Santiago l'Ambasciata italiana fosse pienamente operativa divenendo, negli anni successivi al colpo di Stato, punto di riferimento per centinaia di perseguitati, offrendo loro rifugio e salvandone la vita. Voglio ricordare un telegramma del Ministro degli Affari Esteri italiano dell'epoca, Aldo Moro, all'ambasciata in Cile - allora classificato segreto e datato 14 ottobre 1973 - con cui si dava autorizzazione, contravvenendo alla prassi, di offrire asilo politico anche ai non connazionali".