È un fiume di persone disperate in fuga, quello che si sta muovendo dal Nagorno-Karabakh, la piccola regione in territorio azero abitata perlopiù da armeni e gestita da una amministrazione separatista.
In totale un esercito di 13.350 rifugiati, ma il numero è provvisorio, in marcia dall'enclave separatista etnica armena, sconfitta la scorsa settimana in un'offensiva “antiterrorista” lampo dall'Azerbaigian: un attacco che ha fatto 200 morti in 24 ore e in cui sono rimasti uccisi anche 6 osservatori russi.
Il dato dei profughi è stato fornito ufficialmente dal governo di Erevan che ha specificato come per 11.000 di loro siano "già stati compilati i dati di registrazione, mentre per 2.550 persone si devono ancora identificare i bisogni. Tutte le persone che non hanno un luogo di residenza in Armenia ricevono dal governo un alloggio adeguato".
L'Azerbaigian sta aggredendo da tempo la zona, colpendo obiettivi civili e bloccando ogni via d'accesso e di fuga. I residenti della regione, temendo una pulizia etnica hanno da giorni iniziato a spostarsi in massa verso l'Armenia, gettando nel caos la già fragile viabilità della regione.
E mentre il governo armeno fa la conta di chi arriva e si prepara l'accoglienza, le autorità separatiste del Nagorno-Karabakh fanno sapere che 13 corpi sono stati ritrovati e sette persone sono morte per le ferite riportate dopo l'esplosione nella stazione di servizio avvenuta ieri sera. L'esplosione, secondo una prima stima, avrebbe ferito oltre 300 profughi - alcuni gravissimi - che stavano cercando la salvezza in Armenia e provocato subito almeno 20 morti.
L'Ue: “Possibile incontro dei leader armeno e azero a Granada”
Si è conclusa la riunione tra i consiglieri per la sicurezza del Consiglio Ue con i rappresentanti dell'Armenia e dell'Azerbaigian, Armen Grigoryan e Hikmet Hajiyev, cui hanno preso parte i consiglieri diplomatici di Francia, Germania e l'inviato Ue per il Caucaso Meridionale, Toivo Klaar, sul Nagorno-Karabakh. “C'è stato un intenso scambio di opinioni tra i partecipanti sull'importanza di un possibile incontro tra i leader nel quadro del Terzo Vertice della Comunità Politica europea, previsto per il 5 ottobre a Granada. I partecipanti hanno preso atto del comune interesse di Armenia e Azerbaigian a sfruttare l'eventuale incontro di Granada per proseguire gli sforzi di normalizzazione”, spiega il Consiglio Ue.