Domani i negoziati

Nagorno-Karabakh, i separatisti depongono le armi: accordo con Baku per il cessate il fuoco

L'intesa prevede il ritiro delle unità e delle attrezzature militari armene dalla regione e il disarmo delle forze di difesa locali. Il Cremlino non conferma

I separatisti del Nagorno-Karabakh hanno deciso di deporre le armi come richiesto dall'Azerbaigian, secondo l'agenzia russa Interfax. 

Il cessate il fuoco sarebbe stato deciso sulla base delle proposte del comando dei peacekeeper russi.

Le ostilità sono cessate alle 13 ora locale (le 11 ora italiana). Il governo di Baku, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha confermato. "Il Ministero della Difesa della Repubblica dell'Azerbaigian riferisce che, tenendo conto dell'appello dei rappresentanti degli armeni residenti nel Karabakh, ricevuto tramite il contingente russo di mantenimento della pace, è stato raggiunto un accordo per sospendere  le misure antiterroristiche locali", si legge nel comunicato della Difesa di Baku.

Un incontro dei rappresentanti dei separatisti del Karabakh con Baku sulla "reintegrazione, il rispetto dei diritti e la sicurezza degli armeni" si terrà domani nella città di Yevlakh.

"Le questioni sollevate dalla parte azerbaigiana sulla reintegrazione, sulla garanzia dei diritti e sulla sicurezza degli armeni del Nagorno Karabakh, nonché sulla questione di garantire il sostentamento della popolazione del Nagorno Karabakh nel quadro della Costituzione dell'Azerbaigian, secondo l'accordo raggiunto, sarà discusso in un incontro tra i rappresentanti della popolazione armena locale e i rappresentanti delle autorità centrali della Repubblica dell'Azerbaigian, che si terrà nella città di Evlakh il 21 settembre 2023, durante i successivi incontri", ha comunicato Baku.

Che cosa prevede l'intesa

L'intesa prevede il ritiro delle unità e delle attrezzature militari armene dal Nagorno-Karabakh, nonché il disarmo delle forze di difesa locali. L'Azerbaigian aveva definito i colpi d'artiglieria che ha lanciato a partire da ieri nell'enclave armena una "operazione antiterroristica" e aveva detto che avrebbe proseguito fino allo smantellamento del governo separatista del Nagorno-Karabakh e finché le "formazioni militari armene illegali" non si fossero arrese. 

Baku ha sostenuto di aver preso di mira solo siti militari, ma nelle strade di Stepanakert, capitale del Nagorno-Karabakh, sono visibili danni significativi, con vetrine di negozi in frantumi e veicoli distrutti.

Il Cremlino non ha ancora confermato la notizia 

"Non conosco i dettagli, quindi non posso dire nulla al riguardo. Ripeto ancora una volta che i contatti sono costantemente in corso, quindi non posso confermare con certezza", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov che ha precisato che c'è un accordo per una conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan. 

“Una conversazione simile con il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev non è ancora prevista, ma se necessario, potrà anche aver luogo”, ha spiegato Peskov.

Armenia: morte 32 persone

Le autorità armene sostengono che 32 persone sono morte dall'inizio dei bombardamenti dell'Azerbaigian nell'enclave armena del Nagorno-Karabakh e che 7 di loro sono civili, 2 dei quali bambini. I feriti sono oltre 200, compresi 35 civili, fra cui 13 bambini. 

Secondo l'agenzia di stampa armena, l'esercito azero ha bombardato insediamenti pacifici in Nagorno-Karabakh, prendendo di mira civili e infrastrutture, nonché edifici residenziali e scuole.

Il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, invece, nel corso di un colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha detto che "durante l'applicazione delle misure anti-terrorismo", espressione con cui si riferisce ai combattimenti iniziati ieri in Nagorno-Karabakh, "popolazione civile e infrastrutture non vengono presi di mira, ma vengono distrutti solo obiettivi militari legittimi".