Stati Uniti

Si apre a Washington il più grande processo antitrust mai intentato contro Google

L'accusa è di abuso di posizione dominante per accordi di utilizzo del motore di ricerca. La battaglia legale durerà 10 settimane, con la deposizione di 150 testimoni e 5 milioni di pagine di documenti

Si apre a Washington il più grande processo antitrust mai intentato contro Google
Ap
Google, gli avvocati del Dipartimento di Giustizia arrivano in tribunale, 12092023

E' cominciato il 12 settembre, davanti a un tribunale federale di Washington, il processo che oppone gli Stati Uniti a Google, accusata di abuso di posizione dominante con il suo motore di ricerca

Si tratta del più grande processo antitrust negli Stati Uniti degli ultimi 20 anni. Il processo, che non prevede una giuria, è guidato dal giudice distrettuale americano Amit Mehta, che potrebbe ordinare lo scioglimento o modifiche sostanziali delle clausole con cui Google promuove il suo motore di ricerca. 

Il dipartimento di Giustizia afferma che gli accordi di Google con aziende come Apple e Samsung per rendere il suo motore di ricerca l'opzione predefinita su browser web e smartphone, hanno contribuito illegalmente a mantenere un monopolio. Google gestisce più del 90% delle ricerche in tutto il mondo, con un'attività pubblicitaria che produce ricavi per oltre 160 miliardi di dollari. Il processo dovrebbe durare 10 settimane e potrebbe avere un grosso impatto anche sul resto del settore.

Il processo americano arriva venticinque anni dopo quello storico - il primo che riguardò il mondo digitale - avviato nei confronti di Microsoft, accusata nel 1998 di monopolio per aver inserito di "default" nel suo sistema operativo Windows 98 il browser Explorer. In quel modo la compagnia di Bill Gates aveva tagliato fuori la concorrenza, in particolare Netscape Navigator. Era il 18 maggio del 1998 quando il dipartimento alla Giustizia e 19 Stati americani denunciarono Microsoft, la cui politica commerciale venne definita “una campagna predatoria di monopolizzazione condotta per anni”. La sentenza arriverà il 7 giugno del 2000.

I due casi sono però abbastanza diversi: Microsoft imponeva il suo browser, mentre Google oggi è accusata di aver concluso accordi da 45 miliardi di dollari l'anno per convincere i produttori di smartphone, principalmente Samsung e Apple, a inserire Google Search in automatico nei propri dispositivi. 

Il processo del  contro Microsoft si chiuse con una sentenza salomonica: nessuna di aperta condanna né aperta approvazione. Secondo alcuni analisti, però, aprì le porte alla nascita delle start-up, tra cui la stessa Google, per competere nell'era moderna di internet. 

Al centro del processo contro Google -  che si è aperto il 12 settembre, ma che è nato nel 2020 sotto l'amministrazione di Donald Trump - c'è un solo numero, una percentuale: 91%, quello della quota di mercato della ricerca su internet in mano a Mountain View. 

 

Il principale avvocato di Google, John Schmidtlein, arriva all'E. Barrett Prettyman U.S. Tribunale federale Ap
Il principale avvocato di Google, John Schmidtlein, arriva all'E. Barrett Prettyman U.S. Tribunale federale

La linea di difesa di Alphabet, la “parent company” di Google,  sosterrà che il proprio predominio è dovuto soltanto alla performance "superiore" del motore di ricerca e non attraverso tattiche illecite. 

A emettere la sentenza non sarà una giuria popolare come vediamo nei telefilm “made in Usa”, ma un giudice, Amit P. Mehta, appunto,  nominato nel 2014 dall'allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, considerato "non ostile" ai Big Tech. 

Però è stato proprio Mehta, di recente, a sottolineare come "Google sia così ubiquo da essere diventato un termine globale per indicare la ricerca su internet". E "googolare", voce entrata nei vocabolari dell'era digitale, sarà evocata molte volte nelle prossime dieci settimane dagli oltre centocinquanta testimoni, e dalla lettura di cinque milioni di pagine di documenti che gli studi legali delle parti in causa hanno raccolto con grande anticipo in questi anni.