Frontex: + 96% gli arrivi nel Mediterraneo centrale nel 2023

Tunisi gela l'Ue e nega l'ingresso a una delegazione di eurodeputati

La condanna dello stop e la richiesta di spiegazioni da parte dell'Unione Europea. Ed è scontro su memorandum e flussi. Piantedosi a Johansson: potenziare i rimpatri dalla Tunisia ai Paesi d'origine

Tunisi gela l'Ue e nega l'ingresso a una delegazione di eurodeputati
FETHI BELAID/AFP via Getty Images
Kais Saied, presidente della Tunisia

"Il vostro ingresso non è autorizzato". Con queste parole, a due mesi esatti dalla firma del memorandum d'Intesa tra Ue e Tunisia, il Paese nordafricano impone una scelta accolta dall'esecutivo europeo “con rammarico e sorpresa”.

A negare l'arrivo a Tunisi ad una delegazione di eurodeputati - composta da Michael Gahler (Ppe), Dietmar Koster (S&d), Salima Jenbou (Renew), Mounir Satouri (Greens), Emmanuel Maurel (The Left) - è stato lo stesso presidente Kais Saied tramite una lettera inviata dal suo ministero degli Esteri.

Lo scopo della visita sarebbe stato quello di "comprendere la situazione politica del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo e valutare il memorandum d'intesa firmato dall'Ue e dalla Tunisia", grazie ad una serie di incontri con la società civile, sindacati ed esponenti dell'opposizione politica a Saied

Un confronto che potrebbe essere stato alla base del rifiuto di accogliere la delegazione europea e che ha provocato la reazione risentita da parte dell'Eurocamera: "Condanniamo questa decisione e chiediamo spiegazioni. Questa condotta non ha precedenti dalla rivoluzione democratica del 2011".   

Gli animi sono caldi già da diversi giorni: lo scorso martedì, la capogruppo socialdemocratica Iratxe Garcia Perez durante la plenaria ha affermato che l'accordo “va sospeso subito”. Con lei, Verdi, Sinistra, parte di Renew, la maggioranza del gruppo Id e perfino su una fetta dei Conservatori e Riformisti guidati da Giorgia Meloni. Alla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo Garcia Perez ha chiesto l'immediata sospensione del Memorandum d'intesa tra Ue e Tunisia: "Questa Assemblea ha sempre lavorato per la difesa dei diritti umani e deve agire su questa questione cruciale", ha detto. 

La risposta dell'esecutivo Ue ha fatto notare che il memorandum è stato firmato solo a luglio e che "ora l'attenzione è rivolta alla rapida attuazione di diverse azioni, in cooperazione con la Tunisia e in linea con le norme e le procedure stabilite: "L'attuazione del protocollo d'intesa è in corso. Le riunioni tecniche si stanno già svolgendo regolarmente".

Ma il no alla delegazione arriva in un momento molto delicato, caratterizzato dal caos degli sbarchi a Lampedusa, le centinaia di persone radunate in condizioni precarie nelle piazze di Sfax e, da ultimo, lo scontro diplomatico con l'Eurocamera. E la Commissione Ue si è sentita tradita da una mossa giunta "dopo le numerose visite degli ultimi mesi che ci hanno permesso di instaurare un dialogo franco e aperto".

Rammaricato anche l'ambasciatore Ue a Tunisi mentre Bruxelles continua a confidare in un dialogo aperto con il nuovo partner, anche se, visti i forti afflussi di migranti verso l'Italia, sono in molti a certificare il fallimento dell'accordo.

Piantedosi a Johansson: potenziare i rimpatri dalla Tunisia

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi intanto si è confrontato, con una telefonata, con la commissaria Johansson per fare il punto della situazione e valutare ulteriori sostegni: "Abbiamo condiviso la necessità di sviluppare una nuova strategia operativa europea contro i trafficanti di esseri umani", ha affermato il titolare del Viminale, che ha chiesto di "potenziare i rimpatri dalla Tunisia verso i Paesi di origine". Questo e altri temi, riferisce il Viminale, verranno affrontati in uno specifico bilaterale da programmarsi quanto prima a Bruxelles.

Gli arrivi irregolari, continui, senza sosta sulle coste italiane sono stati certificati anche nell'ultimo report fornito da Frontex, l'agenzia Ue di controllo delle frontiere:  tra gennaio e agosto, sono aumentati del 96% rispetto al 2022, superando quota 114mila. Per Frontex, la pressione dalla Libia e dalla Tunisia è destinata a "persistere". E la ragione non stasolo nell'instabilità politica o nella catastrofica alluvione che ha travolto la libica Derna. "I contrabbandieri offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza, visto l'aumento della concorrenza tra i gruppi criminali", ha avvertito l'agenzia.