Successo in sala, in rete e tra le giurie

"C'è ancora domani" mette d'accordo critica e pubblico e fa impazzire i social

Il film debutto alla regia di Paola Cortellesi, ambientato nel 1946, tratta una realtà drammaticamente attuale ed è in testa nella classifica del Box Office: dal 26 ottobre al 2 novembre ha incassato 3.496.609 euro e sul web lo acclamano tutti

"C'è ancora domani" mette d'accordo critica e pubblico e fa impazzire i social
instagram/Ermanno Spera
"C’è ancora domani", opera prima di Paola Cortellesi, ha vinto tre premi alla 18° edizione della Festa del Cinema di Roma: il premio del pubblico, il premio speciale della giuria e la menzione speciale alla miglior opera prima.

Interno giorno: “Ciao Ivano!”, dice la moglie al marito ancora a letto e lui le molla uno sganassone. È un attacco rivelatore quello del film di Paola Cortellesi, “C’è ancora domani”. Un film che mette d’accordo critica e pubblico, personaggi noti e gente comune, addetti ai lavori e spettatori del week-end: è un racconto straordinario che va visto e che fa riflettere. 

Il titolo che ha registrato il record di incassi al botteghino è lo stesso che ha provocato reazioni entusiaste nei social:

Prendetevi due ore e andate al cinema a vedere "C'è ancora domani'. È un film intenso, necessario, quel bianco e nero è attuale. Purtroppo. Paola Cortellesi straordinaria. Complimenti” si legge su un profillo X molto seguito:  

I consigli di andare a vederlo arrivano da tutte le parti, anche dai profili di Gianni Morandi:

Dal regista Gabriele Muccino:

 E, tra gli altri, anche Valerio Lundini:

 

Il film, come dice una tra i tanti ammiratori sul web, è “Ironico, civico e femminista”:

 

E c'è chi definisce “C'è ancora domani” un film “necessario, divertente, geniale e unico nel suo genere”:  

 

La narrazione richiama fortemente “Una giornata particolare” di Ettore Scola, se ne respirano le atmosfere, ma la cifra stilistica della Cortellesi è diversa, riconoscibile e, con il suo coraggio, compie un piccolo miracolo: attraversare l’animo di chi guarda il film trasmettendo tutto il dramma della violenza sulle donne ma con la grammatica di chi riesce a far ridere e tanto. Erede della commedia all'italiana degli anni '60 quindi il film ha toni leggeri ma rivela orrori storicamente accettati e si pone dalla parte di chi lotta per dire “basta”.

"Mi viene naturale usare l’umorismo, trovare il senso del ridicolo nella tragedia. Lo facevano anche mio padre e mia nonna nei loro racconti. Capisco quanto sia difficile pensare a un film che parla di violenza sulle donne e che possa fare anche ridere, ma il miglior modo per esorcizzare la paura dei carnefici è trasformarli in omini ridicoli." Ha detto Paola Cortellesi in un’intervista rilasciata a CiakMagazine