Conferenza a Bruxelles con 450 delegati da una sessantina di Paesi

Migranti, von der Leyen lancia un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani

La Conferenza organizzata raccoglie i rappresentanti di 57 Paesi del mondo ed era stata annunciata allo State of Union dello scorso settembre. L'intervento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi: "Italia protagonista per un Mediterraneo sicuro"

Migranti, von der Leyen lancia un'alleanza globale contro i trafficanti di esseri umani
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Ursula von der Leyen alla Conferenza dell'Alleanza globale contro il traffico di essere umani a Bruxelles

"Siamo qui per costruire un'Alleanza Globale contro il traffico di esseri umani. Siamo qui per combattere questo business criminale e fermare la sofferenza indicibile". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento alla Conferenza dell'Alleanza globale contro il traffico di essere umani a Bruxelles. Alla Conferenza partecipano 450 delegati da una sessantina di Paesi. La Conferenza raccoglie i rappresentanti di 57 Paesi del mondo ed era stata annunciata da von der Leyen allo State of Union dello scorso settembre. 

"A settembre – ha detto von der Leyen - sono stata sull'isola di Lampedusa, una delle porte tra Europa e Africa. Ho visto le imbarcazioni inadatte alla navigazione fornite dai trafficanti che causano la morte di così tante persone innocenti. Ho visto la terribile situazione dei migranti sopravvissuti al pericoloso viaggio. Ho visto l’incredibile solidarietà della popolazione locale. Da allora siamo riusciti a migliorare la situazione lavorando duro su un piano in 10 punti. Abbiamo unito le forze con l'Italia, le agenzie Onu e della Tunisia. La gestione della crisi è importante ma non è abbastanza. Serve una risposta sistemica che escluda i trafficanti da queste attività. Dobbiamo stabilire nuove partnership bilaterali che si concentrino sulle rotte ma anche abbiamo anche bisogno di un'Alleanza globale. Dobbiamo prevenire e dissuadere le persone di affidare la propria vita ai trafficanti. Il miglior modo di salvare vite è evitare che queste persone intraprendono quel viaggio". 

"Dobbiamo cooperare tra Paesi membri e agenzie con un unico centro europeo che coordini le informazioni. Europol deve aumentare le proprie forze per affiancare i Paesi membri", ha spiegato von der Leyen annunciando anche un aggiornamento della legislazione europea per rendere più efficace la lotta al traffico.

"Le reti dei trafficanti sono in continua evoluzione, ma anche la nostra risposta deve evolversi costantemente. E mentre aggiorniamo la nostra legislazione per prevenire e rispondere al traffico di migranti vogliamo anche intensificare la nostra cooperazione con voi partner internazionali. E qui l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ha un ruolo centrale da svolgere. Siete i custodi della Convenzione Onu contro la criminalità organizzata transnazionale, entrata in vigore 20 anni fa a Palermo. E oggi vogliamo sostenervi ancora di più, sia per accompagnare i firmatari, con assistenza legale e tecnica, sia per coinvolgere più paesi. Insieme possiamo assicurarci di avere tutti gli strumenti giusti per perseguire queste reti criminali".

Per l'Italia partecipa il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che nel suo intervento ha sottolineato come "il fenomeno criminale dello smuggling è per sua natura transnazionale ed ogni iniziativa che si esaurisca entro i confini statali risulterebbe del tutto vana. Per tale ragione come sistema Paese abbiamo agito sul piano bilaterale, portando avanti un serrato dialogo con gli Stati chiave di origine e transito dei flussi, in particolare con Tunisia, Libia, Costa d'Avorio ed Egitto".

Piantedosi, ricordando come il dossier sia stato portato sin dall'inizio del mandato di questo governo dalla premier Giorgia Meloni ai tavoli europei, ha sottolineato che l'Italia ha di recente avanzato la proposta di istituire, "nell'ambito dell'Europol, una task force operativa per contrastare i trafficanti attivi nel Mediterraneo. In parallelo stiamo da tempo fornendo assetti navali e terrestri per il controllo delle frontiere e garantendo la necessaria attività di formazione e supporto alle Autorità tunisine. L'Italia continuerà a giocare un ruolo da protagonista come avamposto dell'Europa, per far tornare il Mediterraneo un luogo sicuro". 

"L'Italia – ha continuato Piantedosi - è pronta ad assumere un ruolo trainante nell'iniziativa" di un Action plan europeo sui rimpatri. "Questo piano sui rimpatri volontari potrebbe peraltro essere il primo passo verso un più ampio coinvolgimento delle agenzie onusiane. È mia convinzione, infatti, che occorra lavorare affinché questi organismi possano realizzare centri finanziati dall'Ue lungo le rotte migratorie principali" e che "in questi centri si potranno valutare le domande di protezione internazionale e favorire il rimpatrio dei migranti che non hanno titolo ad entrare in Europa. A livello interno abbiamo approvato una legge che istituisce un reato autonomo contro i trafficanti con pene molto severe per i casi in cui i migranti muoiano o restino feriti". 

"Che il Memorandum con l'Albania possa essere un modello anche per altri Paesi non lo dico io ma l'ho sentito dire qui, anche nelle interlocuzioni informali che sto avendo con i colleghi, con i componenti di un consesso come questo. C'è grande attenzione verso l'iniziativa dell'Italia, c'è grande interesse proprio nella logica del fatto che potrebbe essere un modello pilota". 

Sul nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo "sono abbastanza ottimista. È in corso un forte negoziato, ci sono elementi che segnano ancora delle distanze tra le istituzioni Ue, il Consiglio e il Parlamento, ma sono tutti elementi che credo siano abbastanza componibili e quindi sono abbastanza fiducioso" che la conclusione della trattativa "possa avvenire abbastanza presto".