Emergenza climatica, il grande disaccordo

Cop28: i Paesi arabi contro l'uscita dalle fonti fossili, ma spunta una bozza di compromesso

Il testo parla di "transizione fuori dai combustibili fossili". L'inviato Usa, Kerry: "Ultima chance di limitare il riscaldamento a 1,5°". Le Isole Marshall: "Non siamo qui per firmare la nostra condanna a morte"

Cop28: i Paesi arabi contro l'uscita dalle fonti fossili, ma spunta una bozza di compromesso
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Le proteste contro le fonti fossili

Spunta una nuova bozza di compromesso per superare lo stallo e trovare un accordo alla Cop28 di Dubai sulla lotta al cambiamento climatico. Il documento invita i Paesi a "transitare fuori dai combustibili fossili" e accelerare tale azione "in questo decennio cruciale al fine di raggiungere la neutralità del carbonio nel 2050", secondo l'ultimo compromesso che gli Emirati Arabi Uniti cercheranno di far adottare oggi per consenso. Il testo, che mira a diventare la prima decisione di una conferenza Onu sul clima per affrontare il destino di tutti i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) non reintroduce il termine "uscita" richiesto dai paesi più ambiziosi ma rifiutato dai paesi produttori, Arabia Saudita in testa. 

“Obiettivo è cercare il consenso” avendo come riferimento il rispetto “di 1,5° gradi di riscaldamento globale”, aveva detto il direttore generale della Cop28, Majid Al Suwaidi, in un punto stampa in cui ha spiegato che la bozza diffusa dal presidente Al Jaber “è una base dei colloqui” fra le 197 parti più l'Ue. Il testo “va valutato nell'insieme”, ha aggiunto Al Suwaidi, e “non guardando alle singole parole”.

E proprio la presidenza della Cop28, in un messaggio ai delegati, si dice “grata per i suggerimenti” che sta ricevendo “sull'intero pacchetto di decisioni”, che ieri molti Paesi avevano giudicato “deludente”, e informa che sta “rivedendo i testi su tutte le questioni in sospeso” per riparlarne dopo averli modificati “non prima delle 18”.

Le consultazioni su tutte le questioni in sospeso “proseguiranno per tutta la giornata - scrive la presidenza nel messaggio -. Apprezzeremmo se potessi renderti disponibile per consultazioni di gruppo e di Parte”, cioè di Paese “nella Zona Blu” dell'Expo 2020 dove si svolge la conferenza, scrive ancora la presidenza, che informerà poi “sui tempi e sui luoghi delle consultazioni”. Nel messaggio si ringrazia “per la fiducia che continuate ad avere nella presidenza nel portare a termine” questo lavoro “e per l'impegno di ieri sera da parte dei ministri e dei capi delegazione. Il nostro obiettivo - spiega ancora la presidenza - è garantire che i gruppi e i partiti dispongano di un pacchetto completo di decisioni da prendere in considerazione più tardi ma non prima delle 18:00”.

Arriva, intanto, alcuni ministri arabi, riuniti oggi a Doha per una conferenza sulla cooperazione regionale nel settore petrolifero, hanno criticato con forza la proposta di un'uscita graduale dai combustibili fossili. Il ministro del petrolio kuwaitiano, Saad al-Barrak, ha definito la pressione un “attacco aggressivo”, accusando i Paesi occidentali di cercare di dominare l'economia globale attraverso le energie rinnovabili. Secondo lui si tratta di “una lotta per la nostra libertà e i nostri valori”.

 

Lo stallo di ieri e la delusione per l'eliminazione dell'uscita dai combustibili fossi dalla bozza

Alla Cop28 di Dubai ministri e delegati lavorano notte e giorno per trovare un accordo che limiti il riscaldamento globale. L'ultima bozza del testo di 21 pagine - in origine 27 - non fissa più alcun obiettivo storico di “uscita” dal petrolio, dal gas e dal carbone, che pure era previsto nelle versioni precedenti. 

Il progetto di accordo, proposto dal sultano Al Jaber, Presidente della COP28 nonché numero uno della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati, lascia completa libertà di scegliere il modo in cui “ridurre i combustibili fossili” responsabili di circa due terzi delle emissioni di gas serra, causa del riscaldamento globale e dei disastri climatici che ne derivano. 

Particolarmente critici con la proposta sul tavolo i Paesi occidentali, gli Stati insulari e diversi Paesi dell'Africa e dell'America Latina, i più colpiti dai cambiamenti climatici. In rivolta le associazioni ambientaliste coinvolte nei negoziati.

Gli ostacoli maggiori vengono proprio dall'Arabia Saudita, principale esportatore di petrolio al mondo, e dall'Iraq - membri dell'Opec - che hanno apertamente espresso la propria opposizione all'ipotesi di una uscita dai combustibili fossili.

Secondo i delegati, un nuovo testo - frutto degli scambi notturni - è atteso nella mattinata di oggi. Ma la scommessa del sultano Al Jaber di ottenere un accordo storico entro le 11 locali (le 8 italiane), anniversario dell’accordo di Parigi, è ormai perduta.

L'inviato per il clima del Bangladesh, Saber Chowdhury, conferma che si lavora a un nuovo testo, ma bisognerà vedere, dice, “fino a che punto sia migliorato”.

L'Expo 2020, sede della Cop28 Getty
L'Expo 2020, sede della Cop28

L'Unione Europea ritiene il testo “insufficiente” e gli Stati Uniti chiedono che venga “sostanzialmente” rafforzato. 

Questa è l'ultima Cop in cui avremo la possibilità di mantenere in vita l'obiettivo di contenere l'aumento delle temperature medie a 1,5 gradi centigradi”, ha detto l'inviato americano John Kerry: "Credo che nessuno voglia essere associato a un fallimento. Poche persone nella vita pubblica devono fare scelte di vita o di morte nella Storia. Questa è una guerra per la nostra sopravvivenza".

Dura la reazione del ministro delle Risorse naturali delle Isole Marshall, John Silk: "Non siamo venuti qui per firmare la nostra condanna a morte”.

Organizzazioni non governative, scienziati ed esperti denunciano un progetto che elenca opzioni non vincolanti: una "lista della spesa" o un "menu à la carte" che prevede lo sviluppo del solare, dell'eolico, del nucleare, delle tecniche di cattura del carbonio - ma non vincola all'uscita dal consumo di combustibili fossili.

Sultan Ahmed Al Jaber, presidente della Conferenza Ansa
Sultan Ahmed Al Jaber, presidente della Conferenza

Resta dunque poco tempo. “O si fa la storia o si spreca di nuovo un'occasione”, dice il sultano Al Jaber, che ha già chiesto ai Paesi coinvolti di concludere in tempo i lavori. "Abbiamo un testo e dobbiamo concordarlo", ha detto, "il tempo delle discussioni sta per finire e non c’è tempo per le esitazioni. Il momento di decidere è adesso. Dobbiamo ancora colmare molte lacune. Non abbiamo tempo da perdere”. 

Uno studio del think tank per il clima Ecco conferma che per mantenere l'obiettivo di aumento medio della temperatura globale entro i 1,5 gradi centigradi, i Paesi ricchi come Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Germania e Canada - le cui economie sono meno dipendenti dall’estrazione di fonti fossili  - devono cominciare da subito a eliminare gradualmente l'estrazione di combustibili fossili entro il 2031. In ogni caso, l'estrazione di carbone, petrolio e gas deve cessare in tutto il mondo entro il 2050.

Gli spazi della Cop28, presso l'Expo 2020 di Dubai Getty
Gli spazi della Cop28, presso l'Expo 2020 di Dubai