Una giornata simbolica

Giornata della Memoria: addio a Bruno Segre, partigiano e avvocato, aveva 105 anni

Oggi a Torino, la sua città, si inaugura anche l'inizio dell'anno giudiziario. Durante gli anni delle leggi razziali a Segre fu vietato di esercitare la professione di avvocato

Giornata della Memoria: addio a Bruno Segre, partigiano e avvocato, aveva 105 anni
Ansa
Bruno Segre

È morto questa notte a Torino, all'età di 105 anni, Bruno Segre, partigiano, avvocato e giornalista, figura centrale della Resistenza italiana. Se ne è andato proprio oggi, Giornata della Memoria, come se avesse voluto rimarcare ancora una volta il senso delle sue battaglie. 

"Con la morte di Bruno Segre perdiamo un punto di riferimento nella lotta per i diritti, da sempre in prima linea in difesa della democrazia, della libertà e dei valori della Resistenza" ha detto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che ha poi aggiunto: "La sua scomparsa, nel giorno in cui celebriamo il valore della Memoria, è un simbolico passaggio di testimone. Sta a noi, ora più che mai, seguire il suo esempio e tramandare il suo insegnamento. A Bruno va il nostro profondo ringraziamento, per il suo esempio e il suo impegno, mentre ai suoi cari vanno sincere condoglianze"

Bruno Segre Ansa
Bruno Segre

''Un intramontabile avvocato che  resterà nella memoria di tutti noi avvocati, era un avvocato di questo distretto, ho un ricordo particolarmente commosso''. Così il  sottosegretario alla giustizia, Andrea Delmastro, a Torino per  l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ricorda proprio che oggi si inaugura anche l'anno giudiziario, tutte date in qualche modo simboliche: “Ci ha lasciati Bruno Segre: oggi, nella Giornata della Memoria e nel giorno di apertura dell’anno giudiziario a Torino, dove durante gli anni delle leggi razziali a Segre fu vietato di esercitare la professione di avvocato. La sua scomparsa è ulteriore monito per tutti noi a difendere, ogni giorno, i valori della democrazia, dell’antifascimo e della libertà”.

Il partigiano “Elio”, fu allievo di Luigi Einaudi 

Partigiano con il nome di baglia 'Elio' nelle formazioni che parteciparono alla liberazione di Caraglio e Cuneo. Nato a Torino il 4 settembre 1918, si era laureato in legge nel 1940.  Arrestato nel 1942 e detenuto per alcuni mesi nel carcere torinese delle Nuove, nel 1944 fu nuovamente imprigionato nella caserma di via Asti, a Torino, sede dell'ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana. 

Nell'agosto 1949 difese il primo obiettore di coscienza in Italia, Pietro Pinna, dinnanzi al Tribunale militare di Torino, fu una sentenza storica.

E' stato anche consigliere comunale di Torino, capogruppo del Partito socialista, dal 1975 al 1980. Tra le sue tante battaglie politiche e legali, per i diritti civili, quella a favore della legge sul divorzio per cui noleggiò un aereo per lanciare migliaia di manifesti di propaganda sulla città.