Il caso Salis alimenta il dibattito politico, il padre: "Ho inviato una pec a Mattarella"

Roberto Salis accusa ancora il governo italiano di non fare abbastanza per riportare a casa sua figlia. Il legali di Ilaria hanno annunciato che denunceranno le minacce subite ieri, e preparano un ricorso alla Corte Europea per detenzione inumana

Il caso Salis alimenta il dibattito politico, il padre: "Ho inviato una pec a Mattarella"
afp
In aula Ilaria Salis, Budapest, 28032024

Il 24 maggio si svolgerà una nuova udienza per Ilaria Salis, la 39enne insegnante milanese in carcere da 13 mesi con l'accusa di avere aggredito tre esponenti di estrema destra. Il suo caso ha alimentato il dibattito politico in Italia, dopo che ieri, nel giorno dell'udienza che le ha negato i domiciliari e alla quale è stata di nuovo condotta in catene, diversi politici hanno speso parole di indignazione. Si discute anche dell'eventualità di candidare Salis alle elezioni europee per farle ottenere l'immunità parlamentare, ipotesi non suffragata da reali proposte, ma che ha polarizzato il dibattito pubblico. A contribuire alla tensione anche le interviste rilasciate in queste ore dal padre di Ilaria, Roberto Salis. 

"Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica, una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. È il garante della Costituzione e l'articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare", ha detto all'Ansa Salis.

Stamane ad Agorà su Rai3 il padre di Ilaria aveva accusato nuovamente il governo italiano di non aver fatto abbastanza per riportare a casa sua figlia e aveva ribadito che si sarebbe rivolto al presidente Mattarella.

Il ministro Carlo Nordio oggi, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto che il governo farà il possibile per migliorare le condizioni della detenuta, ma “preferibilmente in silenzio”. Mentre ieri sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto a Bruno Vespa, su Rai1, che “la politicizzazione del caso danneggerà Salis”. 

Salis ha anche detto che la famiglia e i difensori hanno deciso di presentare istanza per i domiciliari a Budapest perché avevano avuto dal ministro Nordio rassicurazioni in questo senso. “Ritenevamo che non fosse sicuro per Ilaria un domicilio lì”, ha detto Salis su Rai3 facendo riferimento alle minacce ricevute da Ilaria, come il murales che l’ha ritratta impiccata. 

“Poi il ministro Nordio ha caldeggiato questa cosa, dicendo addirittura che era un po’ colpa nostra se Ilaria non era ancora libera perché avevamo ritardato con questa richiesta. Così poi abbiamo presupposto che non ci fossero più i problemi di sicurezza che temevamo”. 

Il legale ungherese di Salis: “Il ricorso per i domiciliari dopo Pasqua”

"Bisogna aspettare che la Corte metta per iscritto l'ordinanza pronunciata ieri, cioè il respingimento dei domiciliari per Ilaria Salis, e ci vorrà qualche giorno dopo le feste di Pasqua. Subito dopo, e sicuramente entro i termini fissati, noi presenteremo il ricorso contro questa ordinanza alla Corte d'appello che ha già e messo una sentenza a nostro favore, riguardo la traduzione di tutti gli atti del processo in italiano". Così l'avvocato Gyorgy Magyar sui tempi del ricorso. Magyar ha rifiutato di fare ipotesi per i tempi della sentenza sull'appello.

L'avvocato italiano di Salis: “Denunceremo gli estremisti di destra che ci hanno aggredito ieri”

“Stiamo valutando di presentare un esposto in Italia e anche in Ungheria per le minacce subite dal gruppo di amici di Zolta'n To'th, la militante di estrema destra parte offesa nel processo ”, dice Eugenio Losco, legale italiano di Ilaria Salis assieme al collega Mauro Straini. Ieri all'ingresso del tribunale di Budapest i due sono stati avvicinati da alcune persone identificate come "estremisti di destra". Con loro c'era anche il fumettista Zerocalcare. "Hanno detto che ci avrebbero spaccato la faccia - racconta Losco - mentre scattavano foto e ci facevano un video. Non è stata certamente una cosa piacevole e pensiamo di tutelarci considerando anche che torneremo in Ungheria".

"Prima di allora (della prossima udienza il 24 maggio, ndr) abbiamo intenzione di depositare il ricorso alla Corte Europea sulle condizioni di detenzione di Ilaria e il trattamento con catene e manette in aula - aggiunge -. Anche se l'Ungheria è già stata condannata per questo più volte e se n'è fregata. Faremo un ricorso d'urgenza, la tempistica è di tre mesi per avere una pronuncia". Nella prossima udienza è in programma l'ascolto di Zolta'n To'th e di due passanti chiamati come testimoni.