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Mattarella a Cassino: pietà per morti e ripulsione verso la guerra

La commemorazione della distruzione della città il 15 marzo 1944. Presenti i ministri Piantedosi e Casellati

Mattarella a Cassino: pietà per morti e ripulsione verso la guerra
Rainews
Mattarella

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato a Cassino per la cerimonia commemorativa dell'ottantesimo anniversario della distruzione della città il 15 marzo del 1944. Sono presenti, tra gli altri, i ministri degli Interni Matteo Piantedosi e delle Riforme Elisabetta Casellati e il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta. 

"Nella drammatica storia della Seconda Guerra mondiale, con le sue immani sofferenze, Cassino, la città e il suo territorio, queste popolazioni, sono tragicamente entrate nell'elenco dei martiri d'Europa, accanto a centri come Coventry, come Dresda. Gli storici ci consegnano la cifra di 200.000 morti quale conseguenza dei 129 giorni di combattimenti qui avvenuti. I cimiteri, e quelli di guerra, dedicati ai combattenti delle diverse armate, fanno qui corona e ammoniscono. Una tragedia dalle dimensioni umane spaventose". Lo dice il presidente della Repubblica intervenendo alla cerimonia commemorativa.

"In questa terra, avvennero scontri tra i più cruenti e devastanti. E mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l'annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti". 

"Lutti e sofferenze, pagate in larga misura dalla incolpevole popolazione civile, a partire dal funesto bombardamento del 15 febbraio contro l'Abbazia, nel quale, con i monaci, perirono famiglie sfollate, tante persone che vi si erano rifugiate contando sull'immunità di un edificio religioso, espressione di alta cultura universalmente conosciuta", aggiunge.

"Questo territorio, all'indomani degli eventi bellici, si presentò completamente distrutto: case, chiese, strade, ponti, ferrovie, scuole. A quella comunità così duramente colpita, a quelle donne e a quegli uomini contro cui la furia bellica si manifestò in tutta la sua disumanità, la Repubblica esprime oggi affetto e rimpianto e, nel ricordo, si inchina alla loro memoria. Rende omaggio a un eroismo silenzioso nel tempo della sofferenza, e alla loro orgogliosa volontà di far riprendere la vita in quello che era divenuto un campo di rovine". 

"Ricordiamo come un gesto eroico quello di trovare dentro di sé le risorse per por mano immediatamente alla ricostruzione - aggiunge -  Anche di questa Abbazia, faro di civiltà, avviata ancor prima della conclusione del conflitto".

"Toccò al primo Presidente del Consiglio dei ministri espresso dal Comitato di Liberazione Nazionale, Ivanoe Bonomi, porre la prima pietra già nel marzo del 1945. Cassino martire. Ma Cassino anche protagonista, straordinaria testimone, di questa risalita dall'abisso", sottolinea.

"La guerra non sa arrestarsi sulla soglia della barbarie". 

"L'offensiva della coalizione contro il nazismo, che aveva occupato - e opprimeva - l'Italia, rase completamente al suolo la città e la storica Abbazia", aggiunge.