Le reazioni

Ritorno al futuro, Draghi e l'Europa di domani

Poche reazioni italiane al discorso dell'ex presidente Bce, ma si torna a parlare di incarichi di prestigio nella UE. Nessun commento da Giorgia Meloni che vuole allargare la base parlamentare dei Conservatori

Ritorno al futuro, Draghi e l'Europa di domani
ansa
Mario Draghi, Ex Presidente della BCE e del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana

Il discorso di Mario Draghi all’evento organizzato dalla presidenza belga dell’Unione spiazza un po’ tutti. In pochi lo commentano, ma la sensazione diffusa è che sia già il ritorno di un protagonista sulla scena dell'Europa dei prossimi anni. Sono in molti a percepire nelle sue parole la volontà di candidarsi a guida dell'Ue del futuro, con il ruolo da presidente di Commissione o del Consiglio europeo

Sembra presto per profetizzare con precisione il ruolo che Draghi potrebbe svolgere all’interno dell’Unione che sarà, dopo le elezioni del prossimo 9 giugno. 
Ci sono però elementi che vanno considerati. Lo standing dell’ex governatore della Bce ed ex presidente del Consiglio italiano è tale per cui, come dice, Ignazio La Russa, "ha i titoli per ambire a ogni ruolo", proprio a proposito di un incarico di primo piano nelle istituzioni europee.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa tg2
Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Mario Draghi ha i titoli per ricoprire qualsiasi ruolo"

Ignazio La Russa, presidente del Senato

Tra le opposizioni Elena Bonetti, che era ministra del Governo Draghi, plaude all'intervento dell'ex premier. Emma Bonino vede in futuro per lui non tanto la guida della Commissione quanto quella di presidente del Consiglio europeo. Osserva tuttavia il ministro Francesco Lollobrigida che Draghi è stato tra "i protagonisti del passato di politiche ben diverse" da quelle che va proponendo ora - ma "siamo ben contenti", aggiunge il ministro, che vengano riconosciuti "gli errori". 

Non fa sapere nulla, invece, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che a palazzo Chigi incontra i ministri del suo governo, prepara il vertice in Tunisia e il Consiglio europeo, che si dovrà occupare proprio di competitività - il dossier su cui da tempo sta lavorando Draghi su incarico della Commissione. 

 

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri Ansa
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei ministri

Da quel che dicono i suoi, però, Meloni sembrerebbe non essere stata informata dal suo predecessore di questa mossa che alcuni ritengono una sorta di “autocandidatura”. 
Un po’ come accadde per il Quirinale: quando con la frase "sono un nonno delle istituzioni” Draghi sembrò dirsi disponibile a una sua elezione. Non andò così e ci fu il Mattarella bis. Il fatto che non ne abbia parlato con Meloni non facilita il percorso per portare davvero la sua candidatura al tavolo delle trattative, dopo il voto del 9 giugno. 

 

Legittimo che una persona del calibro di Mario Draghi esprima la propria opinione. Però ricordo un detto: in
Conclave chi entra Papa poi esce Cardinale"

Tommaso Foti, capogruppo Fdi Camera dei deputati

Se fino a qualche settimana fa si pensava che Draghi potesse essere il nome giusto per arrivare a una quadra tra Popolari e Conservatori, superando le difficoltà dell’altra destra europea di Salvini e Le Pen nell'immaginare un bis della Von der Leyen, oggi la posizione della presidente uscente si è indebolita - e quindi i giochi sono più aperti. 
A tal punto che non sembra esserci nemmeno più la necessità, al momento, di indicare un “candidato” dei Conservatori alla guida della Commissione, quasi come “spauracchio” o “alternativa” per stimolare una futura trattativa col Ppe dopo il voto .

Meglio in questa fase per Meloni, che è anche presidente dei Conservatori europei, ragionare sull’allargamento della propria base parlamentare, continuando a corteggiare Viktor Orbàn che ieri ha espresso forti apprezzamenti proprio per Mario Draghi

Per questo, di fronte a nuovi scenari europei, Draghi potrebbe essere quella figura di garanzia che non dispiace alle principali cancellerie europee e che piace anche al nostro governo poiché sarebbe un canale privilegiato per Roma, nel discutere i principali dossier che preoccupano il nostro esecutivo.