La guerra in Medio Oriente, giorno 108

Israele ha presentato una proposta di tregua di due mesi per il rilascio degli ostaggi

Irruzione dei familiari alla Knesst: "Stanno morendo". Khan Younis, le forze israeliane circondano un ospedale e la sede della Mezzaluna Rossa. Ancora scambi di fuoco al confine con il Libano
Israele ha presentato una proposta di tregua di due mesi per il rilascio degli ostaggi
REUTERS/Steven Scheer
Parenti di israeliani tenuti in ostaggio dai militanti di Hamas dal 7 ottobre, prendono d'assalto una seduta della commissione parlamentare chiedendo che i legislatori facciano di più per cercare di liberare i loro cari, a Gerusalemme il 22 gennaio 2024

Il Cairo ha invitato Israele a rispettare il trattato di pace e respinge al mittente le accuse di contrabbando di armi con Gaza

Il Cairo ha invitato in serata Israele a rispettare il trattato di pace e a cessare didiffondere "false accuse" secondo cui l'Egitto non sarebbe in grado di difendere  i propri confini. "Queste false accuse -afferma una lunga nota dell'ufficio stampa statale - non servono al trattato di pace che l'Egitto rispetta, e chiede che la parte israeliana mostri il suo rispetto per esso e smetta di fare dichiarazioni che metterebbero a dura prova le relazioni bilaterali" alla luce delle attuali tesissime condizioni e respinfe al mittente le accuse di contrabbando di armi a Gaza.

Israele: 200 i soldati uccisi nella guerra a Gaza

Sono 200 i soldati israeliani rimasti uccisi nella Striscia di Gaza da quando è cominciata la guerra ad Hamas, a fine ottobre. Lo ha reso noto un portavoce dell'esercito israeliano.

Nell'ospedale di Nasser a Khan Younis decine di feriti anche bambini (Video)

Nuovi bombardamenti Usa-Gb contro gli Houthi in Yemen

Le forze Usa e britanniche hanno bombardato diverse postazioni utilizzate dai miliziani Houthi in Yemen. Lo riferiscono fonti ufficiali statunitensi. E' la seconda volta che i due Paesi conducono un attacco congiunto contro le capacità missilistiche dei ribelli filo iraniani. Secondo i funzionari Usa, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno utilizzato missili Tomahawk lanciati da navi da guerra e sottomarini e aerei da combattimento per eliminare i siti di stoccaggio e i lanciatori di missili degli Houthi. L’operazione congiunta arriva circa 10 giorni dopo che navi da guerra e aerei da combattimento statunitensi e britannici avevano colpito più di 60 obiettivi in 28 località.

Il ministro Ben-Gvir: "Se la guerra finisce, il governo cade"

Se la guerra finisce, il governo cade. E' l'avvertimento lanciato dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, durante una riunione del suo partito Otzma Yehudit. Il leader di estrema destra è un feroce oppositore di qualsiasi accordo per un cessate il fuoco, anche in cambio della liberazione dei sequestrati, e di qualsiasi allentamento della pressione militare su Hamas, fino alla sua completa distruzione. Il messaggio è rivolto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da settimane e' sottoposto a crescenti tensioni da parte degli alleati internazionali, a cominciare dagli Usa, per mettere fine al conflitto a Gaza, di fronte all'altissimo numero di morti tra i civili.

Benjamin Netanyahu, durante un incontro con una delegazione di familiari di persone rapite da Hamas:"Israele ha presentatouna proposta"

Israele ha messo sul tavolo una propria proposta per arrivare al rilascio degli ostaggi. Lo ha  indicato il primo ministro, Benjamin Netanyahu, durante un incontro  con una delegazione di familiari di persone rapite da Hamas, secondo  quanto riferito da Channel 12. L'emittente ha chiarito che Netanyahu non ha fornito dettagli sulla  proposta per non danneggiare i necessari, mentre ha smentito la  notizia che ci sarebbe un'offerta di Hamas sul tavolo. Secondo Channel 13, la proposta israeliana si svolgerebbe in tre fasi, con il rilascio delle donne e degli anziani ancora in ostaggio, seguiti dai giovani, poi dai soldati e infine dai corpi degli ostaggi uccisi. Il piano vedrebbe Israele liberare un gruppo di prigionieri  palestinesi oltre a prolungate pause nei combattimenti. Inoltre,  Israele accetterebbe di modificare la portata delle sue truppe a Gaza.

Il primo ministro israeliano Netanyahu rifiuta le condizioni di Hamas per la vendita degli ostaggi reuters
Il primo ministro israeliano Netanyahu rifiuta le condizioni di Hamas per la vendita degli ostaggi

Secondo il sito statunitense Axios Israele avrebbe fatto arrivare ad hamas una proposta di 2 mesi di tregua in cambio degli ostaggi

Israele ha fatto arrivare ad Hamas, attraverso la mediazione del Qatar e dell'Egitto, una proposta che prevede due mesi di tregua in cambio del rilascio di tutti gli ultimi ostaggi ancora detenuti a Gaza. Lo hanno riferito due fonti israeliane al sito di notizie statunitense Axios. La proposta non prevede un accordo per la fine della guerra ma la pausa ipotizzata, se fosse effettivamente attuata, sarebbe la più lunga dall'inizio della guerra e darebbe respiro alla popolazione di Gaza ormai stremata.

Secondo alcuni media Israele starebbe trattando per nuovo accordo sugli ostaggi

Israele starebbe portando avanti negoziati per un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi mediato dal Qatar. Lo riporta la tv israeliana Kan secondo cui si registrano alcuni progressi dovuti ad alcuni cambiamenti nella posizione di Hamas. Secondo tre funzionari politici e di sicurezza che hanno parlato con Kaan News, il nuovo schema prevede quattro punti principali: la liberazione di ostaggi non militari, un cessate il fuoco significativo, il ritiro tattico delle forze israeliane di difesa da diverse aree della Striscia di Gaza, la liberazione di palestinesi dalle prigioni israeliane.

Un sondaggio del Midgam Institute riporta che il 51,3% degli intervistati è fvorevole al piano USA èer mettere fine alla guerra con Hamas

Una maggioranza di israeliani è pronta a sostenere il piano Usa per mettere fine alla guerra tra Hamas e Israele, un piano che preveda la liberazione di tutti gli ostaggi ancora a Gaza, la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele e anche la creazione di uno Stato palestinese smilitarizzato. Lo rileva un nuovo sondaggio condotto dal Midgam Institute (il 51,3% degli intervistati sosterrebbe tale accordo, rispetto al 28,9% contrario e il 19,8% che sostiene di non saperlo). I risultati del sondaggio smentiscono quanti nel governo israeliano sostengono che, dopo l'attacco del 7 ottobre, la popolazione non è più disponibile a parlare di una soluzione del conflitto israelo-palestinese con la creazione di due Stati.

Il consigliere americano per la Sicurezza, Kirby: "Israele deve difendersi ma gli ospedali vanno protetti"

Israele "ha il diritto didifendersi" ma gli ospedali "devono essere protetti il più possibile": lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby, rinnovando la posizionedegli Usa, che non vogliono vedere gli ospedali trasformati "in zone di guerra". E aggiunge "Joe Biden crede che ènell'interesse di Israele avere uno stato palestinese".

Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby ap
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby

Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha detto all'omologo francese in visita, Sebastien Lecornu, che gli attacchi contro Hezbollah continueranno finché Israele non potrà garantire la sicurezza dei suoi cittadini che vivono vicino al confine. Un resoconto israeliano dell'incontro di Tel Aviv tra i due ministri afferma che Yoav Gallant ha informato Sebastien Lecornu "sui progressi dell'Idf nel raggiungimento degli obiettivi della guerra - la distruzione delle capacità governative e militari di Hamas e il ritorno degli ostaggi" tenuti a Gaza dallo scorso 7 ottobre.

Secondo la società di Intelligence Morning Consult le opinioni pubbliche globali meno favorevoli a Israele

Secondo la società di business intelligence Morning Consult, il sostegno a Israele nel mondo è diminuito significativamente dall'inizio della guerra di Gaza. Morning Consult ha condiviso i propri dati con Time Magazine e i risultati sono rilanciati da Haaretz: è diminuita globalmente in media di 18,5 punti percentuali tra settembre e dicembre la quota di opinioni nettamente favorevoli in 42 dei 43 Paesi intervistati.La Cina, il Sudafrica, il Brasile e molti altri Paesi dell'America Latina sono passati da una visione positiva di Israele a una visione negativa. Altri Paesi ad alto reddito che già avevano opinioni nettamente negative su Israele - tra cui Giappone, Corea del Sud e Regno Unito - hanno registrato forti cali. Gli Stati Uniti rimangono l'unico Paese ricco dove è sostanzialmente stabile la percentuale di chi ha una visione nettamente positiva di Israele. Questa è scesa di soli 2,2 punti percentuali, da 18,2% a 16% da settembre a dicembre. 

Ilministro Eli Cohen: "Una normalizzazione con Riad è possibile solo dopo la vittoria"

Nel mezzo delle tensioni con gli Stati Uniti sulla possibilità di uno Stato palestinese, il ministro dell'Energia Eli Cohen ha criticato l'idea, affermando che "nessun leader responsabile istituirebbe un altro Hamastan in Giudea e Samaria".    

"Alcuni dei Paesi che chiedono la creazione di uno Stato palestinese hanno detto che Gaza sarebbe diventata Singapore, ma invece di Singapore abbiamo Hamastan", ha detto l'ex ministro degli Esteri in un discorso alla conferenza sull'energia, riportato dal Times of Israel. "Non ho sentito nemmeno un leader di quei Paesi chiedere che l'Autorità palestinese smetta di pagare gli stipendi ai terroristi", ha aggiunto. Cohen ha detto anche che la pace con l'Arabia Saudita è possibile entro l'anno, ma "la pace si fa solo con i forti. Ecco perchè è importante continuare la guerra fino alla vittoria schiacciante".

 Eli Cohen , 24/10/23 Getty
Eli Cohen , 24/10/23

Israele invia trasmissioni radio agli ostaggi nei tunnel.Su AM la Radio Militare è ascoltata a 10-12 metri di profondità

Mentre Israele è impegnato neltentativo di recuperare 136 ostaggi tenuti prigionieri da Hamasa Gaza, il ministro delle comunicazioni Shlomo Karhi ha resonoto che la Radio Militare si sta intanto sforzando diraggiungerli con i propri programmi, nel caso che abbiano adisposizione apparecchi radio. All'inizio del mese alcunimilitari sono entrati con radio a transistor vecchio stile nella rete di tunnel approntata da Hamas sotto a Gaza per verificare se fosse possibile ricevere programmi radio israeliani anche nelle viscere della terra. Citato dai media, Karhi ha detto chei programmi in AM sono stati uditi fino a una profondità di10-12 metri sottoterra. Karhi ha dato istruzione di potenziare per quanto possibile quelle trasmissioni, sia nella speranza dirilanciare messaggi di incoraggiamento agli ostaggi sia a beneficio delle truppe che da mesi operano a Gaza. A novembre, alcuni ostaggi rientrati da Gaza hanno riferito di aver ascoltato programmi radio israeliani durante la prigionia: non dentro ai bunker, ma all'interno di appartamenti civili in cui erano custoditi. Da allora in numerose interviste i familiari degli ostaggi inviano messaggi diretti ai loro congiunti a Gaza, nella speranza che abbiano a disposizione un apparecchio per ascoltarli.

L'Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell: "Il pegno pagato dai civili è eccessivo e non aiuterà a sconfiggere Hamas"

"Tutti siamo d'accordo che il pegno pagato dai civili a Gaza è  eccessivo, la situazione è terribile, con situazioni di stenti, fame, mancanza di  accesso ai beni umanitari da parte della popolazione. A questo si aggiunge la crisi degli ostaggi: tutto ciò non aiuterà a distruggere Hamas e las ua ideologia, non  porterà maggiore sicurezza per Israele". Così l'Alto rappresentante Ue per la Politica  estera Josep Borrell, al termine del Consiglio Ue degli Affari Esteri. "Dobbiamo  aumentare gli sforzi per affrancarci da questa situazione ed è importante che tutti  siamo d'accordo nel sostenere le agenzie dell'Onu. Non siamo d'accordo con le critiche  di alcuni rappresentanti isrealiani".

Gli Houthi hanno rivendicato un'operazione militare contro un mercantile americano nel Golfo di Aden

Gli Houthi hanno rivendicato di aver eseguito un'operazione militare contro un mercantile americano nel  Golfo di Aden. In una dichiarazione del loro portavoce, i ribelli  dello Yemen hanno reso noto di aver bersagliato "con missili" la Ocean Jazz. "Ribadiamo i nostri sforzi per bloccare qualsiasi nave diretta verso Israele finché non fermerà la sua aggressione" a Gaza,  ha dichiarato il portavoce.

Rishi Sunak critica Netanyahu, e riceve le famiglie degli ostaggi: "'I due Stati sono la via per la pace"

Il Regno Unito crede fermamente, rispetto al conflitto in Medio Oriente, che la soluzione dei due Stati, "con uno palestinese vitale e sovrano che conviva accanto a un Israele sicuro e protetto", sia "la via migliore verso unapace duratura". Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak,tramite il suo portavoce, inviando un chiaro messaggio all'omologo israeliano Benjamin Netanyahu dopo le sue ultime dichiarazioni del tutto contrarie alla linea dei due Stati, a margine di un incontro previsto con alcune famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas che hanno legami col Regno Unito. Le parole del leader dello Stato ebraico sono state definite "deludenti" dal portavoce di Downing Street, utilizzando lo stesso aggettivo scelto ieri dal ministro della Difesa britannico Grant Shapps. "Chiaramente servirà un lungo percorso per la ripresa e la sicurezza duratura nei Territori palestinesi occupati e in Israele", ha concluso il portavoce

Rishi Sunak Ap
Rishi Sunak

l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari denuncia che Israele sta ostacolando il soccorso alla popolazione nel nord di Gaza

Israele sta ostacolando il soccorso alla popolazione del nord della Striscia di Gaza, impedendo a tre missioni umanitarie su quattro di raggiungere il territorio. Lo ha denunciato l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), citato da Al Jazeera. Secondo l'Ocha, Israele ha ostacolato l'aumento degli aiuti umanitari nell'enclave palestinese nelle prime due settimane del 2024, nonostante le urgenti necessità dei civili.

Cimiteri irraggiungibili: a Khan Younis morti sepolti nel cortile dell'ospedale (Video)

AKhan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, sono in corso operazioni delle forze di difesa israeliane contro Hamas e i cimiteri non sono più raggiungibili. Per questo, i palestinesi sono costretti a seppellire i loro defunti nel cortile dell'ospedale Nasser, circondato dai carri armati dello Stato ebraico. "È molto difficile uscire dal complesso ospedaliero e andare in qualsiasi cimitero per seppellirli, perché siamo sotto assedio e chiunque esca viene preso di mira", afferma in questo video ottenuto dall'agenzia britannica Reuters un uomo identificato come Abdelkarim Ahmad, mentre vicino a lui ci sono persone intente a scavare fosse.

Forze di difesa israeliane: a Khan Younis "uccisi almeno 50 terroristi"

Le forze di difesa israeliane hanno scritto di avere “lanciato un vasto attacco contro il centro principale della Brigata Khan Yunis di Hamas, nella parte occidentale della città, nel sud della Striscia di Gaza, considerata la Brigata natale dei leader dell'organizzazione terroristica Yahya Sinwar e del capo delle Brigate Qassam, Muhammad Deif”. Prosegue Idf: “Da questa mattina nell'operazione sono stati eliminati almeno 50 terroristi, tra cui un deputato di Hamas. Le forze stanno ora circondando il campo profughi sul posto e stanno cominciando ad avanzare al suo interno verso obiettivi di Hamas, comprese le basi militari".

i bombardamenti a Khan Younis AFP
i bombardamenti a Khan Younis

Israele: l'operazione a Khan Yunis durerà ancora giorni

L'operazione militare a Khan Yunis, nel sud della Striscia, durerà altri giorni con l'obiettivo di colpire i centri di Hamas. Lo hanno fatto sapere le forze di difesa israeliane (Idf).

Gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni contro Hamas

Gli Stati Uniti impongono oggi la quinta serie di sanzioni contro Hamas dall’attacco terroristico del 7 ottobre contro Israele. L’azione di oggi, annuncia il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller, "prende di mira le reti di scambi finanziari affiliati ad Hamas a Gaza, i loro proprietari e associati. In concomitanza con questa azione, Australia e Regno Unito stanno anche imponendo sanzioni ai principali funzionari e facilitatori di Hamas".

Israele, a vuoto la mozione di sfiducia a Netanyahu dei laburisti

La mozione presentata dai Laburisti alla Kesset contro il governo di Benyamin Netanyahu, accusato di "fallimento nel riportare a casa gli ostaggi", è stata approvata con 18 voti a favore e zero contro - ma non ha superato la soglia dei 61 seggi necessari per mettere in crisi l'esecutivo. La coalizione di maggioranza alla Knesset non ha infatti preso parte al voto lasciando l'aula. Alcuni familiari dei rapiti - presenti nella parte del pubblico - hanno inveito contro il rappresentante del governo, la ministra Mai Golan, che rispondeva sulla mozione a nome dell'esecutivo. 

Due palestinesi accusati dalla giustizia israeliana di avere pianificato un attentato esplosivo al Parlamento

Pianificavano un attentato vicino alla Knesset con un camion esplosivo pieno di bombole di gas. Questa l'accusa formalizzata dal procuratore distrettuale di Gerusalemme nei confronti di due palestinesi  di Gerusalemme est, Mustafa Abdel Nabi (19 anni) e Ahmad Natsha (20), arrestati lo scorso 11 gennaio e che si "identificavano con l'Isis". Lo ha riferito il sito Ynet. Già all'epoca dell'arresto il sospetto degli inquirenti nei loro confronti riguardava "la fabbricazione di ordigni esplosivi consultando i video pubblicati online dallo Stato islamico".

Il video israeliano: "Attacco aereo alle infrastrutture di Hamas"

Le forze di difesa israeliane (Idf) hanno diffuso queste riprese aeree che mostrerebbero attività e attacchi contro obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza: i miliziani, fa sapere l'Idf, tentavano “di tendere un'imboscata”, ma sono stati individuati e colpiti da un aereo in un'operazione congiunta aerea e di terra. Il filmato mostra anche che è stato preso di mira un complesso che sarebbe stato utilizzato per le operazioni militari dell'organizzazione. Non è possibile una verifica indipendente della localizzazione o della data di queste immagini. (video: IDF)

La Palestina all'Unione europea: cessate il fuoco e sanzioni a Netanyahu

"Sono venuto qui per dire ai miei colleghi Ue che l'azione più importante da intraprendere è il cessate il fuoco. Dobbiamo chiedere collettivamente un cessate il fuoco, non possiamo accettare niente di meno né avere esitazioni. Ogni giorno che mostriamo esitazione vengono uccisi innocenti - donne, bambini, anziani - e questo è inaccettabile". Lo dice il ministro degli Esteri dell'Anp Riyad Al-Malki a Bruxelles aggiungendo di aspettarsi una condanna delle dichiarazioni di Netanyahu che "rifiuta la soluzione a due Stati" e "sanzioni" contro lo stesso Netanyahu e quanti "stanno distruggendo le possibilità di una pace in Medio Oriente".

Il ministro degli esteri israeliano Katz propone un'isola artificiale davanti a Gaza. Gelo del Consiglio Ue

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, nel corso del suo intervento al Consiglio Ue, ha rilanciato l'idea di costruire un'isola artificiale davanti a Gaza, dove costruire il porto e altre strutture fondamentali - mostrando ai colleghi anche dei video. Lo riferiscono diverse fonti qualificate a Bruxelles. Katz, sostengono fonti europee, avrebbe ventilato l'ipotesi che su questa isola i palestinesi di Gaza potrebbero anche andare a vivere. L'idea risale al 2017, quando Katz era ministro dei Trasporti. Gelo dalla quasi totalità dei ministri europei, che hanno ignorato la proposta israeliana nel giro di tavolo. Il ministro degli Esteri israeliano, spiegano le stesse fonti, ha illustrato due video ai suoi omologhi europei. Il primo era focalizzato sulle atrocità dell'attacco di Hamas del 7 ottobre, il secondo sul progetto di un'isola artificiale che lo stesso Katz aveva lanciato quasi sette anni fa quando era titolare dei Trasporti. Il suo intervento, tuttavia, ha suscitato le perplessità di quasi la totalità dei Paesi membri: alcuni ministri, a quanto si apprende, le hanno manifestate nel corso della stessa riunione spiegando come ci si aspettasse un intervento diverso da Katz, focalizzato piuttosto sul conflitto in corso e sugli sforzi per passare ad una fase successiva della crisi. Tra i ministri che invece non hanno manifestato perplessità, si apprende ancora, figura il rappresentante dell'Ungheria, Péter Szijjártó.

La mozione di sfiducia laburista a Netanyahu non convince le altre opposizioni

Il partito laburista israeliano, che ha 4 seggi sui 120 alla Knesset, il parlamento israeliano, ha annunciato l'intenzione di presentare una mozione di sfiducia per far cadere il governo a causa del fallimento "nella sua politica e nel dovere di riportare a casa gli ostaggi". "Dal 7 ottobre ci siamo astenuti dal fare questo passo, ma da 108 giorni vediamo che questo governo si occupa di tutto tranne che degli ostaggi", ha spiegato Merav Michaeli, leader dimissionaria del Labour. "Per riportare a casa i sequestrati dobbiamo anche essere pronti a smettere di combattere - ha sottolineato - Non si può continuare a borbottare 'riportare gli ostaggi a casa è la cosa più importante'. Non si può continuare a mentire dicendo che 'solo una vittoria totale garantirà l'eliminazione di Hamas e il ritorno di tutti i nostri ostaggi'. Ci vorrà molto tempo, tempo che non abbiamo ne' hanno loro. E non abbiamo tempo per continuare a metterli in pericolo evidente e immediato, giorno dopo giorno dopo giorno". Ma il resto dell'opposizione israeliana frena: il principale partito, Yesh Atid di Yair Lapid (24 seggi), che pure aveva minacciato la stessa mossa se fosse passata la versione aggiornata del bilancio promossa dall'esecutivo, ha rinviato l'iniziativa di "una settimana", esortando però il premier Benjamin Netanyahu a scegliere lui stesso una data per nuove elezioni. "Sediamoci, tu ed io, primo ministro e leader dell'opposizione, e fissiamo una data", ha proposto Lapid, sostenendo che il ritorno alle urne è inevitabile. "Ci vorrà un altro mese, altri due mesi. Alla fine arriverà. Ci sono abbastanza persone nella vostra coalizione che non ce la fanno più", ha aggiunto, dicendosi "disposto per discutere qualsiasi offerta ragionevole".  Ostile alla mozione di sfiducia pure Avigdor Liberman, leader di Yisrael Beitenu (6 seggi), contrario anche a nuove elezioni, perché in questo momento "serve unità", "non guerre tra ebrei". Se la destra vuole restare al potere, l'unica strada è mollare il primo ministro, ha aggiunto, "altrimenti non importa quando si terranno le elezioni, la destra andrà all'opposizione". Se Netanyahu "avesse un briciolo di coscienza e fosse in grado di assumersi la responsabilità, si dimetterebbe". Anche il partito arabo-israeliano Ra'am (5 seggi) aveva inizialmente annunciato una mozione di sfiducia a causa dei tagli ai bilanci destinati alla minoranza, ma alla fine non si e' mosso. Da parte loro, i partiti al governo hanno fatto sapere che "non prenderanno parte a spettacoli politici durante la guerra", annunciando che si asterranno sia dal dibattito che dal voto sulla mozione laburista.

Il quotidiano vicino a Khamenei: colpire Haifa e Tel Aviv

"Dopo la chiusura di Eilat, ora è il momento di altri due porti, Haifa e Ashdod. Queste operazioni non hanno bisogno di attacchi pesanti o missili, ma sono realizzabili con attacchi da punto a punto, in modo tale che possano essere colpiti luoghi più in profondità dentro Israele e altri posti come Tel Aviv e Haifa". Lo afferma in un articolo Kayhan, quotidiano ultraconservatore iraniano, vicino alla Guida suprema Ali Khamenei. "Ora è il momento di infliggere i colpi più dolorosi alla sicurezza e all'economia di Israele. Anche coloro che segretamente o apertamente hanno sostenuto il regime dovrebbero pagare un prezzo", aggiunge il quotidiano, citando il "successo" da parte dei "gruppi di resistenza" in "complicate operazioni contro Israele da Gaza alla Palestina del nord e dall'Iraq alla Siria, passando per l'Oceano indiano e il Mar Rosso". Secondo Kayhan, gli interessi di Israele, come anche i suoi funzionari e le sue strutture non sono più al sicuro perché si trovano nella lista degli obiettivi dei "gruppi della resistenza". Come si legge nell'articolo, "i nemici di Israele non sono più gruppi di miliziani ma oggi ognuno di loro possiede un esercito moderno, equipaggiato con strutture informatiche, missili balistici, droni e supporto tecnico. Il risultato sarà la fuga degli israeliani che vivono nelle zone di confine e poi da Israele".

Ben-Gvir: se la guerra finisce il governo cade

Se la guerra finisce, il governo cade. È l'avvertimento lanciato dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, durante una riunione del suo partito Otzma Yehudit. Il leader di estrema destra e' un feroce oppositore di qualsiasi accordo per un cessate il fuoco, anche in cambio della liberazione dei sequestrati, e di qualsiasi allentamento della pressione militare su Hamas, fino alla sua completa distruzione. Il messaggio e' rivolto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da settimane è sottoposto a crescenti tensioni da parte degli alleati internazionali, a cominciare dagli Usa, per mettere fine al conflitto a Gaza, di fronte all'altissimo numero di morti tra i civili.

Haaretz: migliaia di persone in fuga da Khan Younis verso Rafah

Migliaia di persone hanno cominciato a lasciare Khan Younis alla volta di Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, a causa dell'intensificarsi degli attacchi israeliani nella città. Lo riporta Haaretz, sottolineando come a Rafah stia crescento il timore che il nuovo flusso di sfollati porti al collasso totale le infrastrutture della città. Secondo le autorità di Gaza citate da Al Jazeera, le forze israeliane hanno preso di mira diverse strutture di Khan Younis in cui avevano trovato rifugio circa 30.000 sfollati. Stando all'ultimo bilancio fornito da medici dell'ospedale Nasser della città, gli attacchi hanno causato almeno 50 morti e oltre 100 feriti.

Alla periferia meridionale di Khan Yunis, famiglie palestinesi fuggono dalla città sulla strada costiera che porta a Rafah, il 22 gennaio 2024 AFP
Alla periferia meridionale di Khan Yunis, famiglie palestinesi fuggono dalla città sulla strada costiera che porta a Rafah, il 22 gennaio 2024

Lapid a Netanyahu: fissiamo insieme una data per elezioni

"Sediamoci, tu e io, e fissiamo una data per le elezioni, invece di tutta la politica e le liti durante la guerra". È quanto ha affermato il leader dell'opposizione Yair Lapid, rivolgendosi al primo ministro Benjamin Netanyahu. Lapid ha aggiunto che le elezioni tanto "alla fine ci saranno in ogni caso. O attraverso una sfiducia costruttiva, oppure ci sarà una maggioranza per sciogliere la Knesset". "Ci sono abbastanza persone nella vostra coalizione che non lo sopportano più", ha aggiunto riferendosi a Netanyahu. Lo riporta Ynet.

Gallant: al confine Nord non ci fermeremo finché non potremo garantire il ritorno dei residenti

"Anche se Hezbollah dovesse interrompere il fuoco unilateralmente, Israele non fermerà i combattimenti finché non potrà garantire il ritorno dei residenti al nord alle loro case e un cambiamento nella situazione di sicurezza al confine" con il Libano. Lo ha affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, incontrando l'omologo francese Sebastien Lecornu, in visita nello Stato ebraico.

Il ministro francese delle Forze armate Sebastien Lecornu incontra il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant alla "Kirya", il quartier generale dell'esercito israeliano nella città costiera di Tel Aviv, il 22 gennaio 2024 GIL COHEN-MAGEN / AFP
Il ministro francese delle Forze armate Sebastien Lecornu incontra il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant alla "Kirya", il quartier generale dell'esercito israeliano nella città costiera di Tel Aviv, il 22 gennaio 2024

Netanyahu: Israele ancora aspetta le prove che siano stati consegnati farmaci agli ostaggi

Israele sta ancora aspettando la prova che i medicinali acquistati dalla Francia per gli ostaggi a Gaza siano effettivamente arrivati a destinazione. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un incontro con il ministro della Difesa francese Sebastien Lecornu a Gerusalemme. I due hanno discusso anche delle tensioni in Libano e della necessità di respingere Hezbollah dal confine in conformità con la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Netanyahu ha affermato che Israele può raggiungere questo obiettivo diplomaticamente o con altri mezzi. All'incontro Netanyahu-Lecornu si sono uniti anche il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano Tzachi Hanegbi, il segretario militare Avi Gil, il consigliere diplomatico Ophir Falk, il portavoce Mark Regev e l'ambasciatore francese Frederic Journes.

Netanyahu: Israele ha una proposta sugli ostaggi

Israele ''ha una proposta sugli ostaggi''. Lo ha annunciato Benyamin Netanyahu che tuttavia ha spiegato di ''non poter dire altro''.

I media libanesi riferiscono di attacchi aerei e di artiglieria israeliani su località di confine

Media libanesi riferiscono di nuovi bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani registrati nelle ultime ore nel sud del Libano in aree dove operano gli Hezbollah, il partito armato libanese alleato dell'Iran e di Hamas. Secondo le fonti, le località colpite da Israele dalle prime ore del mattino si trovano lungo tutta l'area del fronte di guerra, dalla costa mediterranea fino al settore orientale della linea di demarcazione: Marun ar Ras, Wazzani, Kfar Kila, Adaysse, Hula, Tayybe, Maysl al Jabal, Deir Mimas, Marwahin, Qantara, Shayhin, Tayr Harfa, Bustan, Aitarun.

Libano: altri due Hezbollah uccisi da Israele

Il movimento armato libanese filo-iraniano Hezbollah ha annunciato nelle ultime ore l'uccisione da parte di Israele di altri due combattenti nel sud del Libano. Sale così a 165 il numero dei miliziani libanesi uccisi dallo scoppio del conflitto con Israele lo scorso 8 ottobre. Nelle ultime ore anche l'ala di Hamas in Libano ha annunciato l'uccisione in un raid israeliano nel sud del Libano di un militante del gruppo armato palestinese. 

L'allarme dei medici da Rafah: molti casi di epatite C tra i bambini

I pediatri hanno espresso forte preoccupazione per la diffusione del virus dell'epatite C e di altre malattie tra i bambini piccoli nel sud della Striscia di Gaza. "Stiamo registrando molti casi di epatite C", ha detto all'emittente americana Nbc il medico Bessam Hamouda del reparto pediatrico dell'ospedale El Najar della città di Rafah. "Si diffonde nelle difficili condizioni di affollamento in cui si trova il popolo palestinese, sfollato, in tende, per il gran numero di bambini e nell'inquinamento che li circonda. Questo è un virus che colpisce soprattutto i bambini", ha aggiunto. Nelle ultime due settimane c'è stato un picco significativo di casi di epatite C, ha detto Hamouda, precisando di averne visti almeno 20-30 su base giornaliera. "Questo può causare la diffusione di altre malattie, più pericolose dell'epatite, e i bambini possono morire se non ricevono cure adeguate", ha aggiunto. Un altro pediatra, Ahmed Al-Farrah ha confermato che le cattive condizioni igienico-sanitarie e "l'acqua sporca" stanno portando a gravi casi di gastroenterite acuta. "Stiamo parlando di gastroenterite virale - ha spiegato all'emittente Usa - abbiamo paura del colera, abbiamo paura del tifo. Abbiamo affrontato casi di epatite A, che è di tipo fulminante e grave". Al-Farrah, specialista in pediatria che ha in cura pazienti di età compresa tra un mese e cinque anni, ha sottolineato che se anche venisse diagnosticata un'infezione, sarebbe difficile fornire le cure adeguate a causa della carenza di farmaci.

Netanyahu ha detto ai familiari di 15 ostaggi che non ci sono negoziati per nuove pause e rilasci

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ricevuto a Gerusalemme i familiari di 15 persone tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza e in questa occasione ha smentito le voci circolate sui media secondo le quali sarebbero in corso negoziati per una nuova tregua a Gaza: “Non c'è nessuna proposta reale da parte di Hamas”, ha affermato, “Lo dico nel modo più chiaro possibile perché ci sono tante affermazioni errate che certamente vi angosciano”.

Il video dell'irruzione dei parenti degli ostaggi alla Knesset, il parlamento di Israele

I tank israeliani stanno circondando il palazzo della Mezzaluna Rossa a Khan Younis

L'esercito israeliano ha stretto d'assedio l'edificio centrale della Mezzaluna Rossa a Khan Yunis (a sud di Gaza) e ha di fatto paralizzato tutte le sue attività, incluse quelle della unità di ambulanze. Lo ha reso noto la stessa organizzazione, secondo la quale carri armati circondano l'edificio e tiratori scelti sono appostati sui tetti di edifici vicini. Fonti locali aggiungono che nelle immediate vicinanze dell'edificio (alto otto piani) ci sono migliaia di sfollati, che non possono più spostarsi in alcuna direzione. Le fonti aggiungono che nelle strade vicine ci sono corpi di persone, ma questa informazione non ha ancora avuto conferma.

Anp: il mondo valuti sanzioni contro Israele

Il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha chiesto che "il consenso internazionale sulla creazione dello Stato di Palestina venga tradotto in passi concreti", sollecitando la comunità internazionale anche a "valutare l'imposizione di sanzioni a Israele per la sua continua aggressione, colonialismo, occupazione e per il suo rifiuto della pace". E' quanto riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, riportando il discorso tenuto oggi da Shtayyeh nel corso della riunione settimanale del governo palestinese.

Jerusalem Post: Erdogan sta studiando sanzioni economiche contro Israele

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe presto decidere di applicare sanzioni economiche nei confronti di Israele. A riportare la notizia il quotidiano israeliano Jerusalem Post che riferisce che dopo i ripetuti attacchi verbali rivolti allo Stato ebraico il leader turco sarebbe pronto a passare ai fatti e colpire una partnership commerciale tradizionalmente fiorente. In base a quanto riportato dai media israeliani la Turchia taglierà notevolmente il sostegno a imprenditori che fanno affari con Israele e ritirerà i finanziamenti a imprese collegate al governo dello Stato ebraico. Altro punto cruciale riguarda l'utilizzo dei porti e delle infrastrutture turche. A partire dal 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas che ha dato inizio al conflitto, sono 701 le navi transitate in Turchia verso Israele, 8 al giorno. La Turchia è un paese in cui l'opinione pubblica sostiene compatta la causa palestinese ed Erdogan è stato criticato duramente in queste settimane per aver permesso al petrolio dell'Azerbaigian di fare tappa nei porti turchi lungo la rotta verso Israele. Ora si attende di capire cosa deciderà il presidente turco. Erdogan all'inizio del conflitto ha conservato una posizione moderata e cercato di mediare tra le parti, salvo poi cambiare registro, accusare lo Stato ebraico di crimini di guerra, paragonare il premier Benjamin Netanyahu a Hitler e unirsi al Sudafrica nella causa per genocidio intentata presso la Corte Penale Internazionale con sede all'Aja. I due Paesi dopo dieci anni crisi avevano normalizzato le proprie relazioni diplomatiche appena un anno prima dell'inizio del conflitto, ma con l'aumento della tensione gli ambasciatori di Israele e Turchia sono stati richiamati in patria. Le sanzioni economiche colpirebbero una partnership forte, Israele è infatti il 13mo nella lista dei Paesi che importano dalla Turchia, tuttavia la guerra e la posizione netta dell'opinione pubblica turca hanno causato comunque un crollo del volume di scambio commerciale tra Ankara e Tel Aviv. Mettendo a confronto i dati di dicembre 2022 con i dati dello stesso mese del 2023 si nota una riduzione del 30% degli scambi commerciali, scesi da 611 milioni di dollari a 431. Il calo è ancora più netto se si prendono in esame i dati relativi al 7 ottobre, data dell'attacco di Hamas, e il 31 dicembre del 2023, e si comparano con lo stesso lasso di tempo dell'anno precedente. Da un volume di scambio di 2.3 miliardi di dollari si è scesi a 1.2, un crollo del 45%.

I parenti degli ostaggi hanno fatto irruzione nella Knesset, il parlamento di Israele

A Gerusalemme decine di parenti degli ostaggi detenuti da Hamas hanno invaso una seduta della commissione Finanze della Knesset, il parlamento di Israele, chiedendo ai deputati di fare di più per cercare di liberare i loro cari. A quanto si apprende, gli usceri del palazzo, spesso pronti a espellere disturbatori o manifestanti, stavolta non sono intervenuti. Una donna ha mostrato le foto di tre membri della famiglia che erano tra le 253 persone sequestrate il 7 ottobre. "Solo uno vorrei che tornasse vivo, uno su tre!", ha gridato la manifestante dopo essersi intrufolata nella discussione della Commissione Finanze della Knesset. Altri manifestanti, vestiti con magliette nere, reggevano cartelli con scritto: "Non starete qui seduti mentre laggiù stanno morendo". "Rilasciateli ora, ora, ora!", hanno cantato. I manifestantisono poi stati allontanati dalla commissione. che tuttavia ha comunque sospeso i suoi lavori. 

Hamas: 50 palestinesi uccisi a Khan Younis da ieri sera

Almeno 50 palestinesi sarebbero stati uccisi e 100 feriti negli attacchi militari israeliani su Khan Younis da ieri sera, ha dichiarato all'agenzia britannica Reuters Ashraf al-Qidra, portavoce del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas. "Crediamo che molte vittime siano intrappolate sotto le macerie e nelle aree invase dalle forze di occupazione, dove le squadre mediche non sono in grado di raggiungerle", ha aggiunto Al-Qidra, lasciando intendere che il numero di vittime potrebbe essere più alto

I familiari degli ostaggi: rimarremo davanti a casa di Netanyahu fino al rilascio

Le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas rimarranno barricate davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme finché non verrà raggiunto un accordo. Una nuova manifestazione è prevista per questa sera al presidio 'Time Has Run Out', dove le famiglie degli ostaggi hanno allestito tende di fronte alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme per unirsi alla richiesta al governo israeliano di "fermare l'esecuzione e raggiungere subito un accordo". "Dopo 108 giorni in cui 136 ostaggi sono tenuti nelle profondità dei tunnel di Hamas senza medicine, cibo, acqua e cure mediche adeguate, le famiglie degli ostaggi chiedono al primo ministro e ai membri del Gabinetto di guerra di sfruttare appieno ogni opportunità di rilascio di tutti gli ostaggi vivi, perché non ci sarà immagine di vittoria senza la restituzione di tutti gli ostaggi", sottolinea il Forum delle famiglie degli ostaggi.

 Israele: parenti ostaggi Hamas protestano davanti alla residenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahun 21 gennaio 2024 Ap Photo
Israele: parenti ostaggi Hamas protestano davanti alla residenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahun 21 gennaio 2024

Iran: risponderemo alle minacce di Israele

"Sicuramente, non lasceremo alcuna azione contro l'Iran senza risposta". Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, facendo riferimento a "minacce" da parte di Israele. "Le minacce e le dichiarazioni prive di fondamento dimostrano la natura aggressiva del regime sionista", ha detto Kanani, aggiungendo che "il regime continua a cercare di creare instabilità e insicurezza sia a livello regionale che globale", riferisce Irna. "Il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe fare attenzione alle dichiarazioni del regime sionista", ha detto Kanani chiedendo all'Onu di adottare le misure legali necessarie contro le "minacce" di Israele.

I manifestanti bloccano l'ingresso della Knesset, interviene la polizia

 I manifestanti riuniti oggi davanti al parlamento israeliano per chiedere nuove elezioni e il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza hanno bloccato l'ingresso della Knesset, facendo scattare l'intervento della polizia. Lo ha riferito il Times of Israel.

Hamas: 25.295 i morti a Gaza, 190 nelle ultime 24 ore

Altre 190 persone sarebbero rimaste uccise nelle ultime 24 ore nella Striscia, facendo salire a 25.295 il numero complessivo dei morti dal 7 ottobre scorso. Lo ha riferito il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, aggiungendo che sarebbero circa 63.000 le persone rimaste ferite. Questi bilanci non distinguono tra vittime militari e civili e non ne è possibile una verifica indipendente.

A Khan Yunis l'esercito circonda l'ospedale Nasser

Tensione elevata oggi a Khan Yunis (nel sud della Striscia di Gaza) mentre le forze israeliane avanzano gradualmente verso ovest, in direzione del mare, e verso sud, in direzione di Rafah. Secondo la radio militare l'esercito israeliano ha circondato oggi l'ospedale Nasser e sta completando l'isolamento del centro della città. Le truppe hanno inoltre raggiunto la università al-Aqsa e sono adesso ad un chilometro dall'area umanitaria di Moassi, in prossimità del mare, dove si trovano centinaia di migliaia di sfollati.

Sgomberati i manifestanti davanti alla Knesset

La polizia ha sgomberato con la forza i manifestanti che bloccavano la strada davanti alla Knesset a Gerusalemme, chiedendo le dimissioni del governo. Secondo quanto riferito da Times of Israel, gli agenti hanno trascinato via gli attivisti dal centro della strada, respingendoli dietro le transenne. Dal gruppo di manifestanti sono stati lanciati urli contro le forze dell'ordine "criminali" che hanno "distrutto il paese". 

Ong: sui coloni "sistematica e deliberata" debolezza della giustizia israeliana

Dal 2005 solo il 3 per cento delle indagini della polizia circa attività violente di carattere ideologico in Cisgiordania da parte di israeliani verso palestinesi si sono concluse con condanne totali o parziali. Lo afferma la Ong israeliana Yesh Din. Di queste 1664 indagini, precisa, l'81 per cento si sono concluse con un nulla di fatto. Fra gennaio e settembre 2023, aggiunge Yesh Din, si sono avuti 160 casi di attacchi di coloni contro palestinesi, ma il 57,5 % delle vittime hanno preferito non sporgere denuncia, per sfiducia o per paura. La debolezza degli apparati di Stato, sostiene la Ong, “è sistematica e deliberata”.

Israel Katz, ministro degli Esteri di Israele: a Bruxelles per la liberazione degli ostaggi

"Sono vento qui per incontrare i ministri degli Esteri dell'Ue e discutere di due cose: riportare a casa gli ostaggi quanto prima, compreso un bimbo e quattro donne, e chiedere il sostegno contro Hamas, perché dobbiamo tornare ad avere sicurezza. I nostri coraggiosi soldati combattono per questo". Lo ha detto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz a Bruxelles dove partecipa al Consiglio Ue. 

Proteste di fronte alla Knesset

Proteste in Israele per chiedere nuove elezioni. Sono decine, secondo il Times of Israel, i manifestanti che si sono radunati davanti alla Knesset. Contestano il premier israeliano Benjamin Netanyahu a più di tre mesi dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele e dall'inizio delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. Per i manifestanti i partiti della coalizione al potere sono “traditori che hanno rinunciato agli ostaggi”. “Il ritorno degli ostaggi non è un dossier, è l'obbligo numero uno del governo”, ha detto Merav Michaeli, che guida dei laburisti.

Giordania: “Ue deve chiedere il cessate il fuoco”

“Ci aspettiamo che l'Ue chieda un cessate il fuoco e lavori con noi per raggiungere un piano concreto per la soluzione a due stati, il momento è ora”. Lo ha detto Ayman Hussein Abdullah Al-Safadi, ministro degli esteri giordano. “Israele con la sua politica sta condannando la regione ad anni di conflitto: il mondo è per la soluzione a due Stati e Israele sta sfidando la comunità internazionale, è ora di prendere delle misure, la pace va imposta”, ha aggiunto.

Iran, a Teheran i funerali dei Pasdaran uccisi da Israele in Siria

Centinaia di persone si sono radunate a Teheran per i funerali dei Guardiani della Rivoluzione islamica uccisi sabato a Damasco, in Siria, in un attacco attribuito a Israele. Cinque Pasdaran hanno perso la vita nel bombardamento di un palazzo residenziale nel quartiere di Mezzeh, usato secondo fonti locali da consiglieri iraniani e di Hezbollah che sostengono il regime del presidente Bashar al-Assad. Tra di loro, il capo dell'intelligence in Siria e il suo vice. Le bare, drappeggiate con i colori della bandiera iraniana, sono state deposte davanti a un palco con le immagini del generale dei Pasdaran, Qassem Soleimani, ucciso nel gennaio 2021 a Baghdad in una raid Usa.

Sale a 13 morti il bilancio raid di Israele su Damasco

È salito a 13 il numero delle persone uccise in Siria, nella capitale Damasco, nel raid aereo attribuito a Israele. Lo riferisce l'osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria secondo cui ai cinque pasdaran iraniani, tra cui tre alti ufficiali, si aggiungono quattro rappresentanti siriani di unità combattenti filo-iraniane, due esponenti libanesi di Hezbollah e un capo milizia iracheno. A questi militari si aggiunge un civile siriano. Il raid israeliano è avvenuto nel quartiere residenziale di mezze, a ovest del centro storico di damasco e una delle zone più benestanti della capitale. 

Germania: “Due Stati è l'unica soluzione”

“Per quanto sia urgente alleviare le gravi sofferenze e liberare finalmente tutti gli ostaggi vivi, è ancora più importante chiarire che Israele può vivere in sicurezza solo quando i palestinesi potranno vivere in sicurezza con dignità. E i palestinesi possono vivere in dignità, in sicurezza, in libertà solo se Israele vive in sicurezza. Ecco perché la soluzione dei due Stati è l'unica soluzione e coloro che non ne vogliono sapere non hanno ancora proposto alcuna altra alternativa. E la pace potrà esserci solo se ci sarà pace per tutti i popoli della regione” ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca, Annalea Baerbock, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles.

Sundance Film Festival, la protesta di attori e attrici per la guerra nella Striscia di Gaza

Arabia Saudita: “Spetta a Israele l'impegno per il dialogo”

Non può esserci normalizzazione dei legami con Israele senza risolvere la questione palestinese. Lo ha detto il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita in un'intervista alla Cnn. Alla domanda se non possano esserci legami normali senza un percorso verso uno Stato palestinese credibile e irreversibile, il principe Faisal bin Farhan ha detto: “Questo è l'unico modo in cui otterremo un vantaggio. Quindi sì, perché abbiamo bisogno di stabilità e solo la stabilità arriverà risolvendo la questione palestinese”. Il principe Faisal ha affermato che l'unico modo perché la regione possa vedere la vera pace e una reale integrazione che offra benefici economici e sociali al Medio Oriente è “attraverso la pace, attraverso un processo credibile e irreversibile verso uno Stato palestinese. Siamo pienamente pronti, non solo come Arabia Saudita, ma come paesi arabi, a impegnarci in questo dialogo. Spero che lo siano anche gli israeliani, ma spetta loro prendere questa decisione”, ha detto il ministro degli Esteri.

Parlando degli attacchi Houthi contro le navi dentro e intorno al Mar Rosso nelle ultime settimane, il ministro ha affermato che il Regno crede nella libertà di navigazione e desidera che le tensioni nella regione si allentino. “Noi ovviamente crediamo molto nella libertà di navigazione. E questo è qualcosa che deve essere protetto. Ma dobbiamo anche proteggere la sicurezza e la stabilità della regione. Quindi siamo concentrati nel mitigare il più possibile la situazione”, ha detto alla Cnn. Fermare le morti civili è un altro obiettivo chiave dell'Arabia Saudita, ha affermato il ministro. “Quello a cui stiamo assistendo è che gli israeliani stanno schiacciando Gaza, la popolazione civile di Gaza. Tutto ciò è del tutto inutile, del tutto inaccettabile e deve finire”, ha affermato.

Lussemburgo: “Serve un cessate il fuoco”

“Serve un cessate il fuoco e non importa che lo chiamiamo umanitario, sanitario o altro. Serve un cessate il fuoco. Ma dai colloqui che ho avuto la settimana scorsa con gli israeliani sento che non sono pronti per il momento perché ritengono Hamas ancora un pericolo per loro e per la loro sicurezza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Xavier Bettel, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles. “La cosa importante è avere gli attori principali attorno al tavolo per la pace. Gli europei non possono pensare di sapere sempre le cose meglio degli altri”, ha spiegato. “È evidente che una conferenza di pace senza Israele al tavolo è inutile”, ha evidenziato.

Irlanda: “Inaccettabile il no di Israele a 2 Stati”

“Le dichiarazioni del primo ministro Netanyahu sono inaccettabili e non contribuiscono in alcuno modo al processo di pace. Deve ascoltare la maggioranza delle persone al mondo che vuole la pace e vuole la soluzione a due Stati sulle basi che è la soluzione a due Stati è la garanzia per la sicurezza di Israele e dei palestinesi”, ha dichiarato il ministro degli Esteri irlandese, Micheál Martin, al suo arrivo al Consiglio Esteri. “Non ci sono alternative sul tavolo alla soluzione a due Stati che sia sostenibile e permetta una pace sostenibile nel futuro”, ha aggiunto.

Spagna: “Realizzare soluzione a 2 Stati”

“La Spagna è pienamente favorevole a fare un passo avanti e a non parlare semplicemente della soluzione dei due Stati. La soluzione dei due Stati è pienamente accettata dalla comunità internazionale, è ora di parlare della materializzazione dei due Stati e della materializzazione di uno Stato palestinese”, ha dichiarato il ministro spagnolo degli Affari esteri, José Manuel Albares, al suo arrivo al Consiglio degli Affari esteri dell'Ue. “A nome della Spagna chiederò un cessate il fuoco permanente; mi esprimerò a favore del riconoscimento internazionale e di tutta la Comunità internazionale di uno Stato palestinese, che è l'unica garanzia di sicurezza e stabilità per Israele, per la Palestina e i palestinesi e per tutto il Medio Oriente; chiederò anche l'accesso senza limitazioni e senza restrizioni agli aiuti umanitari e solleverò ancora una volta la proposta spagnola, che è la proposta europea in seno al Consiglio europeo dei 27, di una conferenza di pace che serva ad attuare la soluzione a due Stati, che serva a creare uno Stato palestinese realistico e vivibile ha sottolineato.

Hezbollah: “Sventata operazione d'Israele all'interno del Libano”

Hezbollah ha sostenuto di aver colpito militari israeliani che si preparavano a condurre un'operazione all'interno del Libano. “A sostegno del tenace popolo palestinese nella Striscia di Gaza e a sostegno della sua coraggiosa resistenza, abbiamo preso di mira con armi missilistiche una forza israeliana nelle vicinanze della caserma Zarit che si stava preparando a effettuare un'aggressione all'interno del territorio libanese, che ha portato a vittime accertate tra le sue fila”, si legge in una nota del movimento libanese rilanciata dall'agenzia di stampa siriana Sana. La stessa notizia è stata diffusa dal canale televisivo Al Mayadeen vicino a Hezbollah.

Netanyahu respinge le condizioni di quei “mostri” di Hamas sulla liberazione degli ostaggi

“Ci lavoro 24 ore su 24 ma sia chiaro: rifiuto apertamente le condizioni di resa di quei mostri di Hamas”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non accetterà la proposta di Hamas, l'organizzazione terroristica che controlla la Striscia di Gaza, di porre fine alla guerra. Della questione si occupa tra l'altro anche la tv statunitense CNN. I commenti di Netanyahu arrivano nel contesto di quanto riferito dal Wall Street Journal secondo cui Stati Uniti, Egitto e Qatar vogliono che Israele si unisca a una nuova fase di colloqui con Hamas che inizierebbe con il rilascio degli ostaggi e porterebbe al ritiro delle forze israeliane da Gaza. Secondo il primo ministro, Hamas aveva chiesto la fine delle ostilità, il rilascio dei prigionieri palestinesi e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. In cambio, si impegnerebbe a rilasciare gli ostaggi israeliani presi il 7 ottobre. “Se accettassimo questo, i nostri soldati sarebbero caduti per niente e non saremmo in grado di garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, continua Netanyahu. Netanyahu ha detto di aver comunicato questi punti al presidente degli Stati Uniti Joe Biden durante il fine settimana e ha ribadito i commenti fatti la settimana scorsa, in merito al controllo di Israele su tutto il territorio a ovest della Giordania.

I laburisti presentano una mozione di sfiducia verso il governo Netanyahu

I laburisti israeliani, 4 seggi su 120 alla Knesset, presenteranno in giornata una mozione di sfiducia - la prima dall'inizio della guerra - contro il governo di Benyamin Netanyahu a causa “del suo fallimento nel riportare a casa gli ostaggi” trattenuti da Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il partito sottolineando che “il governo non sta prendendo le necessarie decisioni per salvarli e portarli indietro”. I laburisti - guidati da Merav Michaeli - hanno detto di attendersi che i partiti di opposizione “sostengano la mozione di sfiducia”, anche se le possibilità che questa passi sono scarsissime. 

Borrell: “Quando sarà che i troppi morti a Gaza saranno troppi?”

“La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore, non c'è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri concordano che ci sono troppe vittime civili, ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo”. Lo ha detto l'alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, arrivando al Consiglio affari esteri a Bruxelles. “Non è il modo di condurre un'operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, ha aggiunto.

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Ministro della Difesa israeliano: “A Khan Younis l'operazione prosegue fino al raggiungimento degli obiettivi”

Israele sta conducendo “con forza un'operazione estesa nell'area di Khan Younis” che ha raggiunto il suo “culmine”, ma potrebbe “estendersi ulteriormente” per riuscire a individuare alcuni degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza. Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant alle famiglie dei rapiti, spiegando che i militari intensificheranno le operazioni nella città a sud di Gaza fino a quando non verranno raggiunti gli obiettivi. “Il fumo dei carri armati, dell'artiglieria e degli aerei dell'aeronautica continueranno a coprire i cieli della Striscia di Gaza finché non raggiungeremo i nostri obiettivi, primo fra tutti la sconfitta di Hamas e il ritorno degli ostaggi alle loro case”, ha detto Gallant.

Famiglie sotto casa di Netanyahu: “Vergogna”

Alcuni manifestanti sono esplosi in cori di “vergogna” dopo aver bloccato il traffico davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, in Azza Street a Gerusalemme, montando delle tende per chiedere al governo di raggiungere un accordo per garantire il ritorno degli ostaggi rimasti prigionieri di Hamas. Organizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi, la manifestazione si è mossa su una linea sottile, ritenendo l'attuale governo responsabile per la vita degli ostaggi ma evitando al contempo di condannare apertamente - fatta eccezione per una minoranza - l'attuale leadership israeliana

Cresce l'attesa per i colloqui dell'inviato speciale Usa con Egitto e Qatar

L'inviato speciale Usa per il Medio Oriente, Brett McGurk, è atteso la prossima settimana in Egitto e Qatar per colloqui sulla guerra a Gaza e sugli sforzi per raggiungere un accordo per il rilascio dei 136 ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas nella Striscia. Lo riferisce la stampa israeliana. Il Wall Street Journal ha riferito che Washington, Il Cairo e Doha stanno facendo pressioni su Israele e Hamas perché accettino un'intesa globale sul rilascio degli ostaggi e la fine della guerra a Gaza, per arrivare infine a una normalizzazione delle relazioni dello Stato ebraico con i Paesi arabi insieme a trattative per la creazione di uno Stato palestinese.

Bombardata Khan Yunis, la più grande città nel sud di Gaza

L'esercito israeliano ha bombardato Khan Yunis, il nuovo epicentro della guerra a Gaza, mentre le famiglie degli ostaggi tenuti da Hamas sono tornati ad esortare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a raggiungere un accordo per garantirne la liberazione. Testimoni hanno riferito di attacchi che hanno causato vittime durante la notte a Khan Yunis, la più grande città nel sud di Gaza, e di aspri combattimenti tra soldati israeliani e militanti di Hamas. Netanyahu ha promesso una “vittoria completa”. Secondo l'esercito israeliano le sirene sono state udite di nuovo durante la notte nel nord di Israele, vicino al confine con il Libano.

A Khan Younis si combatte casa per casa (Video)

Raid israeliano nel sud del Libano: “Obiettivo sfuggito alla morte”

Un miliziano di Hezbollah è rimasto ucciso in un raid israeliano nel sud del Libano, ma l'alto comandante del gruppo sciita filo-iraniano, ritenuto l'obiettivo dell'attacco, è sopravvissuto. Lo ha riferito un funzionario della sicurezza libanese, precisando che la vittima faceva parte della “protezione” dell'alto comandante che “è sfuggito alla morte”. Una fonte vicina a Hezbollah ha confermato che un combattente è stato ucciso, ma ha negato che l'obiettivo dell'attacco fosse un esponente di alto livello. Il comandante era a bordo di un veicolo con altre tre persone, dietro l'auto colpita a Kafra, un villaggio vicino al confine.

Famiglie degli ostaggi manifestano davanti casa di Benjamin Netanyahu: “rinunciare all'ego”

Una folla di famiglie di ostaggi e manifestanti si è radunata davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme, chiedendo un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi rapiti a seguito dell'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. “Resteremo qui fino a quando il primo ministro non accetterà un accordo per restituire gli ostaggi”, ha detto un portavoce di Hostages and Missing Families. Orrin Gantz, la madre del 28enne Eden Zacharia, rapito e ucciso durante la prigionia di Hamas, parla alla folla ed esorta il primo ministro e il gabinetto di guerra a “rinunciare all'ego”.

USA: "Morti i due Navy Seal dispersi in mare durante un'azione contro gli Houthi"

L'esercito americano dichiara deceduti due Navy Seal dispersi in mare: erano scomparsi durante un'operazione per sequestrare armi iraniane destinate ai ribelli Huthi dello Yemen. I due Navy Seal sono dispersi nelle acque del Golfo di Aden dall'11 gennaio. La ricerca per localizzarli è durata 10 giorni. 

"Siamo spiacenti di annunciare che, dopo una ricerca approfondita durata 10 giorni, i nostri due Navy Seal scomparsi non sono stati localizzati", ha riportato il comando centrale dell'esercito.

Il padre di un ostaggio: "Portarli a casa nei sacchi non è una vittoria"

"Portare a casa 136 ostaggi nei sacchi mortuari non potrà mai essere considerata una vittoria". 
E' il duro atto di accusa lanciato al premier israeliano Benjamin Netanyahu da Jon Polin, padre di Hersh Goldberg-Polin, uno dei 136 sequestrati nelle mani di Hamas a Gaza. Parlando alla manifestazione vicino alla residenza del capo del governo a Gerusalemme, ha ricordato come i cittadini israeliani abbiano "un contratto con il Paese: in cambio dei nostri servizi e delle nostre tasse, ci aspettiamo che il governo ci mantenga al sicuro, e questo governo e questo primo ministro ci hanno completamente deluso". "Chiediamo che risolva il fallimento del 7 ottobre", ha aggiunto Polin. Familiari degli ostaggi si sono accampati su Azza Street chiedendo che si raggiunga un accordo per la loro liberazione.

Sondaggio: in Israele Netanyahu dimezza i consensi, li triplica il centrista Benny Gantz

Se in Israele si tenessero oggi elezioni, dopo tre mesi e mezzo di guerra a Gaza, il partito di Unità nazionale di Benny Gantz conquisterebbe 37 seggi, più del triplo rispetto agli attuali 12, staccando di gran lunga l'attuale primo partito alla Knesset, il Likud di Benjamin Netanyahu, che ne perderebbe la metà fermandosi a 16. 

E' il risultato di un sondaggio condotto dall'emittente Channel 13. Il partito Yesh Atid di Yair Lapid si fermerebbe a 14 (rispetto ai 24 attuali), mentre l'estrema destra di Sionismo Religioso di Bezalel Smotrich insieme a Otzma Yehudit, uniti nella precedente tornata elettorale, prenderebbero rispettivamente 6 e 8 seggi. I partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism ne conquisterebbero rispettivamente 9 e 7, i partiti arabo-israeliani Ra'am e Hadash-Ta'al 5 ciascuno, Yisrael Beitenu 9 e la sinistra radicale Meretz 4, mentre i laburisti resterebbero fuori dal Parlamento, così come Balad.  Con questi numeri, l'attuale coalizione di governo (che detiene 64 seggi) scenderebbe a 46, mentre la precedente maggioranza ne raggrupperebbe 69. Nel sondaggio è stato preso anche in esame il caso di nuovi leader alla guida dei principali partiti: se fosse il ministro dell'Economia Nir Barkat a guidare il Likud, il partito passerebbe da 16 a 21 seggi, mentre se a capo di Unità nazionale ci fosse l'ex capo di Stato maggiore Gadi Eisenkot, ne prenderebbe 39 invece che 37.

La Ue verso una missione militare nel Mar Rosso, oggi il Consiglio Esteri

L'Unione europea si avvia a lanciare una delle più importanti operazioni congiunte della sua storia, con la partecipazione dell'Italia. La proposta della missione navale sarà sul tavolo del Consiglio Affari Esteri di oggi, lunedì 22 gennaio.

Le famiglie degli ostaggi: "Il governo accetti la mediazione Egitto-Qatar"

Le famiglie degli israeliani prigionieri a Gaza si sono radunate a Gerusalemme, presso la residenza del premier, dove intendono restare ad oltranza. Fra di loro c'è rabbia per le dichiarazioni con le quali Benyamin Netanyahu ha respinto l'ipotesi di un accordo con Hamas. "Per gli ostaggi - affermano - non resta tempo da perdere. Vanno fermate le loro esecuzioni quotidiane. Il premier ed il gabinetto di guerra non hanno alcun diritto di indugiare". Secondo le famiglie, occorre tentare subito la strada dei 90 giorni di tregua a Gaza, indicata dall'iniziativa di Usa, Qatar ed Egitto.

Netanyahu: "Finché sarò premier nessuno Stato palestinese"

"Solo la vittoria totale garantirà l'eliminazione di Hamas e il ritorno dei nostri ostaggi". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo: "Come premier di Israele sostengo questa posizione con determinazione anche di fronte a pressioni enormi internazionali e interne. E' stata questa mia ostinazione a impedire per anni uno Stato palestinese che avrebbe costituito un pericolo esistenziale per Israele. Finché sarò primo ministro, questa sarà la mia posizione".

Netanyahu: "Ho detto a Biden che Gaza deve rimanere sotto il controllo israeliano"

"Ho chiarito al presidente Biden la determinazione di Israele a conseguire tutti gli obiettivi della guerra e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele". Lo ha detto Benyamin Netanyahu aggiungendo che "dopo aver eliminato Hamas", non ci sarà "a Gaza nessuno che finanzi o educhi al terrorismo o invii terroristi. La Striscia deve essere smilitarizzata e restare sotto pieno controllo di sicurezza israeliano". Netanyahu ha poi respinto le richieste di Hamas per il rilascio degli ostaggi, ossia "la fine della guerra, l'uscita dell'Idf, la liberazione di assassini e stupratori e la sua permanenza al potere".

Circa mille feriti dalla Striscia curati su una nave-ospedale francese in Egitto

Circa mille persone provenienti da Gaza sono state curate in un ospedale da campo francese a bordo di una nave al largo delle coste egiziane, ha detto il suo capitano, fornendo assistenza ad alcuni mentre le infrastrutture sanitarie nell'enclave devastata dalla guerra sono al collasso. La Dixmude, una nave portaelicotteri francese, è attraccata nel porto egiziano di al-Arish, 50 km (30 miglia) a ovest della Striscia di Gaza, da novembre. La nave è dotata di reparti, sale operatorie e 70 membri del personale medico. Quasi 120 feriti sono stati ricoverati a bordo, mentre altre centinaia di persone sono state visitate in ambultaorio, ha spiegato il capitano, parlando di una "missione senza precedenti".

Hamas: il 7 ottobre un atto difensivo, colpiti solo militari

"I combattenti palestinesi" durante "l'operazione" del 7 ottobre "hanno colpito solo i soldati dell'occupazione e coloro che portavano armi contro il nostro popolo" secondo "i valori islamici che impediscono di far del male "a civili, specialmente donne, bambini e anziani". Lo ha ribadito Hamas in un lungo documento diffuso su Telegram intitolato 'La nostra narrativa...Alluvione Al-Aqsa'. "I combattenti palestinesi - ha continuato il documento - hanno desiderato evitare di danneggiare i civili nonostante la resistenza non possieda armi di precisione". "Se ci sono stati casi  in cui sono stati colpiti civili, questo - ha continuato - è accaduto accidentalmente e nel corso dello scontro con le forze di occupazione". Dopo aver rifiutato ogni accusa di "decapitazione di 40 bambini" e di "stupri contro le donne israeliane" addossando all'esercito e alla polizia l'uccisione dei civili israeliani durante "la confusione" del 7 ottobre, Hamas ha sostenuto che quella "operazione è stata un passo necessario e una normale risposta a fronte delle cospirazioni israeliane contro il popolo palestinese e la sua causa".  "Un atto difensivo - ha aggiunto - nel quadro dell'eliminazione dell'occupazione israeliana.  Hamas ha quindi chiesto "l'immediato stop dell'aggressione israeliana a Gaza, l'apertura dei valichi e il passaggio degli aiuti umanitari, compresi i mezzi per la ricostruzione". La fazione islamica ha concluso rigettando "categoricamente ogni progetto internazionale o israeliano di decidere il futuro di Gaza che solo serve a prolungare l'occupazione".