Medioriente in fiamme

Israele convoca gli ambasciatori dei Paesi pro Palestina all'Onu

La Camera Usa approva 26 miliardi di aiuti a Israele: "Forte messaggio ai nostri nemici". Attacco a base di milizie filo-Iran in Iraq, un morto. Cnn: "Non è Israele". Raid su Rafah, 9 morti. A Istanbul colloqui tra Erdogan e Haniyeh
Israele convoca gli ambasciatori dei Paesi pro Palestina all'Onu
Afp
Gli effetti dell'esplosione notturna in una base militare a Kalso, nella provincia centrale di Babilonia

Anp: aiuti Usa a Israele sono aggressione ai palestinesi

La presidenza palestinese afferma che l'aiuto militare americano a Israele costituisce "un'aggressione contro il popolo palestinese".

 

Israele: si fermi l'Iran, può colpire città del mondo anche Roma

"Il recente attacco dell'Iran a Israele è solo un'anteprima di quello che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato.
Il mondo deve designare le Guardie rivoluzionarie iraniane come un'organizzazione terroristica e sanzionare il programma iraniano di missili balistici, prima che sia troppo tardi". Lo scrive su X il ministero degli Esteri israeliano postando una foto che ritrae il Colosseo sul quale stanno per abbattersi sei missili.

 

Netanyahu: sanzioni contro Idf sarebbero assurde

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che qualsiasi sanzione contro l'Idf sarebbe "il massimo dell’assurdità". Il riferimento è alle voci secondo cui il segretario di Stato americano, Antony Blinken, potrebbe annunciare entro pochi giorni sanzioni contro il  battaglione "Netzah Yehuda" delle forze di difesa israeliane per violazioni dei diritti umani in Cisgiordania. Netanyahu ha aggiunto che nelle ultime settimane ha lavorato per respingere le sanzioni contro "i cittadini israeliani, anche nelle mie conversazioni con alti funzionari dell’amministrazione americana".

 

Herzog: lasciate una sedia vuota alla cena della Pasqua ebraica

Le famiglie degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza hanno invitato gli israeliani a lasciare una sedia vuota durante il pasto rituale del Seder di lunedì sera, che segna l'inizio della festività ebraica di Pesach, per non dimenticarsi di loro. "La notte del Seder si avvicina e quest'anno dovremo lasciare una sedia vuota", ha detto Ofir Angrest, il cui fratello Matan è tenuto in ostaggio dal 7 ottobre, durante la riunione settimanale delle famiglie davanti a centinaia di persone in una piazza di Tel Aviv. Poi si è rivolto al governo di Benyamin Netanyahu: "Mi rivolgo a voi, quando è troppo è troppo! Dopo più di sei mesi, state semplicemente mancando di rispetto a me e alle altre famiglie degli ostaggi". Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha invitato le famiglie israeliane a lasciare "una sedia vuota" per il Seder, in un video pubblicato su X.

 

Senato Usa vota martedì gli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan

Niente sessione di emergenza nel weekend per il Senato Usa: il leader della maggioranza dem Chuck Schumer l'ha convocato per martedì per votare sugli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan approvati oggi dalla Camera. 

Israele convoca ambasciatori Paesi pro Palestina all'Onu

Il ministero degli Esteri israeliano ha annunciato in serata la convocazione per domani degli ambasciatori dei Paesi del Consiglio di Sicurezza che hanno votato a favore dell'adesione a pieno titolo dei palestinesi alle Nazioni Unite. "Domani saranno convocati gli ambasciatori di Francia, Giappone, Corea del Sud, Malta, Repubblica slovacca ed Ecuador" e nei loro confronti "verrà espressa una forte protesta", ha precisato il ministero sul suo account X.

Una protesta sarà presentata anche alle ambasciate dei Paesi che hanno votato a favore della proposta algerina, poi respinta, per migliorare lo status dei palestinesi, che dal 2012 hanno lo status inferiore di "Stato osservatore non membro".
Secondo il ministero, il messaggio agli ambasciatori è il seguente: "Un gesto politico verso i palestinesi e un invito a riconoscere uno Stato palestinese - sei mesi dopo il massacro del 7 ottobre - è una taglia sul terrorismo". "Israele non accetterà l'istituzione di uno Stato terrorista che mette in pericolo i suoi cittadini", ha aggiunto. I palestinesi chiedevano al Consiglio di Sicurezza di accettare che uno "Stato palestinese" già riconosciuto dalla maggioranza delle capitali prendesse il suo posto "legittimo" all'interno delle Nazioni Unite. Ma durante la votazione di giovedì gli Stati Uniti hanno usato il loro diritto di veto.

 

 

Mezzaluna Rossa: sale a 14 morti il bilancio del raid di Israele in Cisgiordania

La Mezzaluna Rossa ha riferito che il bilancio del raid delle forze armate israeliane nel campo profughi di Nur Shams, nel nord della Cisgiordania, e' salito ad almeno 14 palestinesi morti.

 

Media: Usa verso sanzioni a Idf per violazione diritti umani

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, potrebbe annunciare entro pochi giorni sanzioni contro il  battaglione "Netzah Yehuda" delle forze di difesa israeliane per violazioni dei diritti umani in Cisgiordania. Lo riporta Axios citando tre fonti statunitensi a conoscenza della questione. Sarebbe la prima volta che gli Stati Uniti imporrebbero sanzioni a un’unità militare israeliana. Le sanzioni vieteranno al battaglione e ai suoi membri di ricevere qualsiasi tipo di assistenza o addestramento militare statunitense, hanno affermato le fonti.

 

Katz: “Voto dimostra forti legami tra i nostri Paesi, messaggio forte ai nostri nemici”

"Grazie Speaker Johnson per la sua leadership, che ha guidato gli sforzi per approvare il pacchetto di aiuti a Israele alla Camera dei Rappresentanti. E grazie Leader della Minoranza Jeffries per averlo sostenuto. Il voto sul pacchetto di aiuti a Israele con uno schiacciante sostegno bipartisan dimostra i forti legami e la partnership strategica tra Israele e gli Stati Uniti e invia un messaggio forte ai nostri nemici. Spero che passi presto al Senato con un forte sostegno bipartisan". Con queste parole il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha commentato l'ok della Camera dei Rappresentanti agli aiuti destinati a Israele.
 

Biden: nuovi aiuti rispondono a chiamata della Storia

Il presidente americano Joe Biden ha celebrato l'approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti Usa di nuovi aiuti per Ucraina e Israele, definendola una "risposta alla chiamata della Storia". Si tratta, ha sottolineato, di una "legislazione sulla sicurezza nazionale di cui c'è urgentemente bisogno per la quale ho lottato per mesi affinché passasse". 

 

Netanyahu: gli aiuti Usa difendono la civiltà occidentale

Gli aiuti Usa a Israele "difendono la civiltà occidentale": così il premier israeliano Benyamin Netanyahu commenta il via libera della Camera Usa al pacchetto di aiuti a Israele. 

 

Manifestazione a Tel Aviv per chiedere le dimissioni del governo Netanyahu

Israele: aiuti Usa sono un forte messaggio a nostri nemici

Israele afferma che l'approvazione degli aiuti militari statunitensi da parte della Camera Usa "invia un forte messaggio ai nostri nemici".

 

Camera Usa approva nuovi aiuti militari a Israele

La Camera dei Rappresentanti Usa ha approvato nuovi aiuti militari per diversi miliardi di dollari a favore di Israele, impegnato in una guerra con Hamas, a Gaza, nonostante le preoccupazioni della comunità internazionale per la sorte dei civili nella Striscia.
Questi fondi serviranno in particolare a rafforzare lo scudo antimissile israeliano Iron Dome. Il testo passo ora in Senato, dove gia' martedi' potrebbe svolgersi una prima votazione. 

 

Egitto: faremo tutto il possibile per il cessate il fuoco a Gaza

L'Egitto e i suoi partner stanno facendo tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza con il sostegno dei suoi partner americani e del Qatar. Lo ha ribadito il ministro egiziano Sameh Shoukry in una intervista alla South African Broadcasting Corporation (SABC), poco prima di spostarsi da Pretoria a Istanbul.
"È imperativo che Hamas e Israele dimostrino volontà politica e responsabilità per raggiungere un cessate il fuoco e proteggere i civili - ha dichiarato - tenendo costantemente presente la sicurezza del popolo palestinese, che ha già subito oltre 33 mila morti, 20.000 dei quali donne e bambini". Ciò - ha proseguito - "è terribile e deve essere fermato, e dobbiamo raggiungere un cessate il fuoco e ripristinare la pace scambiando ostaggi e detenuti. È intanto essenziale - ha detto - fornire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Ha infine ribadito la "totale contrarietà ad ogni tentativo di sfollamento forzato del popolo palestinese dalle loro terre", avvertendo del pericolo dell'estensione del conflitto a livello regionale, "come già si è visto con le minacce nel Mar Rosso e l'escalation in corso tra Israele e Iran", una escalation "che non serve alla sicurezza di nessun Paese.

 

Unrwa: “A Gaza viene ucciso un bambino ogni 10 minuti”

"Un bambino viene ucciso ogni 10 minuti nella Striscia di Gaza". E' l'allarme lanciato dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Unrwa su X.  "Anche un numero deplorevole di bambini è rimasto ferito nel corso di attacchi intensi e spesso indiscriminati - aggiunge - .Un immediato cessate il fuoco è l'ultima speranza rimasta". 

 

Erdogan incontra il leader di Hamas Haniyeh: "Israele pagherà il prezzo della sua oppressione"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha  ricevuto il presidente dell'Ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, presso l'ufficio presidenziale di Dolmabahce, a Istanbul. Durante l'incontro, durato 2 ore e mezza, sono state discusse questioni relative al cessate il fuoco e agli aiuti umanitari a Gaza. Lo scrive il quotidiano turco Hurriyet, aggiungendo che Erdogan ha dichiarato che la Turchia continuerà a compiere tutti gli sforzi possibili per  creare uno Stato indipendente palestinese, che è la chiave per la pace permanente nella regione.

Per la prima volta da quando Israele ha iniziato la sua campagna a Gaza il 7 ottobre, una delegazione di Hamas guidata da Haniyeh ha incontrato Erdogan. La visita del leader di Hamas in Turchia ha avuto luogo tre giorni dopo i colloqui con il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan a Doha.

La presidenza turca ha detto che le due parti hanno discusso "questioni relative agli attacchi israeliani alle terre della Palestina, in particolare a Gaza, agli sforzi per una consegna adeguata e ininterrotta di aiuti umanitari a Gaza e a un processo di pace equo e duraturo nella regione". La visita è avvenuta nel mezzo delle crescenti tensioni regionali, dopo l'attacco di Israele all'Iran di questa settimana. Erdogan ha sottolineato durante l'incontro che Israele non dovrebbe trarre benefici dagli ultimi sviluppi delle sue relazioni con l'Iran e che "è importante compiere sforzi che attirino nuovamente l'attenzione su Gaza".

Erdogan ha dichiarato che "un giorno Israele pagherà il prezzo dell'oppressione che infligge ai palestinesi, che la Turchia continuerà a denunciare i massacri contro Gaza con ogni mezzo e che si stanno facendo tutti gli sforzi per creare lo Stato indipendente di Palestina, che è la chiave per la pace regionale e per portare una pace permanente nella regione", riporta la Cnn turca.

Il presidente turco ha anche detto ad Haniyeh che la Turchia continua i suoi sforzi diplomatici per un cessate il fuoco permanente e la creazione di uno stato indipendente di Palestina. Erdogan ha poi affermato ad Haniyeh che "è vitale che i palestinesi agiscano in unità", si legge in un comunicato della presidenza turca. Al vertice hanno preso parte anche l'ex capo politico di Hamas, Khaled Meshal, il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin e il ministro degli Esteri di Ankara Hakan Fidan.

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha criticato duramente Erdogan per aver incontrato a Istanbul il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. "L'alleanza dei Fratelli Musulmani: stupri, omicidi, dissacrazioni di corpi e bambini bruciati", ha scritto Katz in un post su X, postando una foto di Erdogan e Haniyeh che si stringono la mano. "Vergognati, Erdogan!", ha aggiunto. 

Migliaia a Tel Aviv contro governo e per ritorno ostaggi

Migliaia di manifestanti si sono radunati in centro a Tel Aviv per protestare contro il governo, chiedendo elezioni anticipate e un accordo per il ritorno degli ostaggi in mano ad Hamas a Gaza. Molti di coloro che si sono riuniti a 'Democracy Square', come e' stato ribattezzato un tratto di Kaplan Street in onore delle proteste anti-governative, sventolano bandiere bianche e blu e cartelli contro il primo ministro Benjamin Netanyahu.
La polizia ha transennato alcune strade nei dintorni cosi' come gli incroci con la vicina autostrada Ayalon per impedire ai manifestanti di bloccare il traffico come hanno fatto più e più volte in precedenza.
La protesta è' stata organizzata dal movimento 'Israeli Change Generation' che chiede il rilascio degli ostaggi e una nuova leadership israeliana. "Questa settimana celebreremo la festa della Pasqua ebraica che ci ricorda il pericolo di un leader il cui cuore si e' indurito. A Netanyahu diciamo: lascia libero il nostro popolo, vogliamo una nuova leadership responsabile", ha affermato Josh Drill, uno dei leader.
Nelle vicinanze si sta svolgendo una manifestazione guidata dalle famiglie degli ostaggi e si prevede che le due proteste convergano e proseguano insieme.

 

Camera Usa discute aiuti a Kiev, la trumpiana Greene propone di azzerarli

E' in corso il dibattito alla Camera Usa sul disegno di legge per gli aiuti a Kiev, mentre all'esterno del Capitol ci sono manifestanti pro Palestina e pro Ucraina. La deputata Marjorie Taylor Greene, alleata di Donald Trump, ha introdotto un emendamento per azzerare i finanziamenti a Kiev.
Nei giorni scorsi Greene ha preannunciato un emendamento per sfiduciare lo speaker Mike Johnson, ma non lo ha ancora presentato: in tal caso dovrebbe essere messo ai voti entro 48 ore. In tale evenienza Johnson potrebbe farlo subito (improbabile) o attendere la settimana di pausa, dopo la maratona sui disegni di legge per gli aiuti all'Ucraina, a Israele e Taiwan. I dem comunque sembrano pronti a sostenere lo speaker, in cambio della svolta su Kiev.

 

L'Egitto intensifica gli aiuti a Gaza per via aerea

Il portavoce militare egiziano ha fatto sapere di avere intensificato i lanci giornalieri di aiuti umanitari nel nord della Striscia di Gaza, mentre, secondo fonti di frontiera, sono sempre meno i camion in uscita da Rafah: appena 40 oggi secondo Al Qahera News.
"Le forze armate hanno continuato i loro sforzi per preparare, equipaggiare e trasportare aiuti umanitari e materiali di soccorso d'emergenza tramite il ponte aereo dispiegato nelle ultime settimane. I paracadutisti preparano quotidianamente spedizioni di aiuti, che includono decine di tonnellate di cibo e forniture mediche fornite dalla Mezzaluna Rossa egiziana, e le lanciano utilizzando i paracadute".
Nel frattempo, gli aerei cargo militari egiziani stanno effettuando voli giornalieri d'intesa con la Giordania per inviare aiuti alle aree difficili da raggiungere della Striscia di Gaza secondo un sistema di calcoli precisi e complessi tali da garantirne l'arrivo verso le zone di atterraggio previste.
Ieri da Rafah erano passati nella Striscia 87 camion, 163 da Kerem Shalom, in tutto 250. Erano invece entrate in Egitto da Gaza 940 persone tra palestinesi, feriti, egiziani, iracheni e altri stranieri.
Trentadue membri di equipe mediche arabe e internazionali hanno lasciato l'Egitto e sono arrivati a Gaza. 

 

Katz attacca Erdogan per incontro con Haniyeh: vergognati

Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha criticato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per aver incontrato a Istanbul il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. "L'alleanza dei Fratelli Musulmani: stupri, omicidi, dissacrazioni di corpi e bambini bruciati", ha scritto Katz in un post su X, postando una foto di Erdogan e Haniyeh che si stringono la mano. "Vergognati, Erdogan!", ha aggiunto. 

 

Ministro degli Affari Esteri israeliano, membro del Movimento Nazionale Liberale Likud, Israel Katz GettyImages
Ministro degli Affari Esteri israeliano, membro del Movimento Nazionale Liberale Likud, Israel Katz

Erdogan: un giorno Israele pagherà il prezzo dell'oppressione

Nell'incontro tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il capo politico di Hamas, Ismail Haniye, durato circa due ore e mezza, Erdogan ha dichiarato che "un giorno Israele pagherà il prezzo dell'oppressione che infligge ai palestinesi, che la Turchia continuerà a denunciare i massacri contro Gaza con ogni mezzo e che si stanno facendo tutti gli sforzi per creare lo Stato indipendente di Palestina, che è la chiave per la pace regionale e per portare una pace permanente nella regione". Lo riporta la Cnn turca.
Durante il colloquio, presenti anche le delegazioni, il presidente turco ha affermato che la Turchia continua "i suoi sforzi diplomatici per attirare l'attenzione della comunità internazionale sull'oppressione dei palestinesi e che in ogni occasione viene sottolineata la necessità di porre fine alla brutalità e di un urgente cessate il fuoco permanente".

 

Israele: migliorate le condizioni della bimba ferita nel raid condotto dall'Iran

Sono migliorate le condizioni della bimba di 7 anni rimasta gravemente ferita sabato scorso nell'attacco con centinaia di droni e missili lanciato dall'Iran contro Israele. Lo ha annunciato l'ospedale Soroka, precisando che la piccola respira da sola, ma le sue condizioni sono ancora gravi. La bimba beduina e' stata colpita alla testa da schegge che hanno colpito la sua casa: e' stata l'unica ferita nell'attacco iraniano. (AGI)Red

 

Erdogan, visita fuori programma ministro Esteri Egitto

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukry. I due, in base a quanto reso noto dalla presidenza turca, hanno parlato della trattativa tra Israele e Hamas per uno scambio di ostaggi e un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza. Una trattativa complicata quella tra l'organizzazione palestinese ed Israele, che andrà avanti la prossima settimana nella capitale egiziana il Cairo. Un faccia a faccia non annunciato che ha avuto luogo a Istanbul, dove il capo della diplomazia egiziana è giunto per un bilaterale con il collega turco Hakan Fidan, avvenuto questa mattina.
Erdogan invece si trova nella metropoli sul Bosforo dove ha accolto il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh.  Shukry, a sorpresa, è arrivato nella residenza di Erdogan dopo circa mezz'ora dalla fine dell'incontro tra il presidente turco e il leader palestinese. Al termine del facia a faccia con il ministro degli Esteri turco, Shukry si è unito a Fidan in un appello per un cessate il fuoco a Gaza e i due hanno ribadito la centralità della cooperazione tra Turchia ed Egitto per garantire la stabilita' della regione. Turchia ed Egitto hanno riallacciato i rapporti diplomatici circa un anno e mezzo fa, dopo 10 anni di tensione tra i due Paesi. Lo scorso febbraio Erdogan si è recato al Cairo, dove ha incontrato il presidente Abdel Fettah Al Sisi. Lo stesso Al Sisi è atteso in Turchia nelle prossime settimane, come confermato dai due ministri degli Esteri a margine dell'incontro di oggi.

 

Hezbollah annuncia morte suo membro in attacco Israele

Hezbollah ha annunciato la morte di un suo membro in un attacco israeliano. L'annuncio arriva dopo che l'IDF ha dichiarato di aver effettuato attacchi contro agenti Hezbollah ad Ayta ash-Shab e Kfar Kila. La morte del miliziano, Ali Harb, porta a  283 il bilancio delle vittime di Hezbollah dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza.

 

Attese manifestazioni di protesta contro il governo in tutta Israele

Le famiglie degli ostaggi in mano ad Hamas a Gaza organizzeranno la loro manifestazione settimanale a Tel Aviv questa sera, mentre si attendono proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu anche a livello nazionale. A riferirne è il Times of Israel, precisando che i familiari degli ostaggi hanno organizzato la manifestazione che inizierà alle 20 locali in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv. Una protesta separata organizzata per chiedere elezioni anticipate è stata programmata per le 19:30 sempre a Tel Aviv.
Migliaia di persone sono attese in piazza in altre 55 località in tutto il paese, secondo gli organizzatori.

 

Erdogan ad Haniyeh: "I palestinesi siano uniti contro Israele"

Un appello all' “unità” dei palestinesi contro Israele è stato lanciato oggi dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan al termine del suo incontro con il leader di Hamas, Ismaïl Haniyeh a Istanbul nel quale, secondo l'emittente statale Trt, i due hanno discusso degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e degli aiuti umanitari a Gaza. “È fondamentale che i palestinesi agiscano uniti in questo processo; la risposta più forte a Israele e il percorso verso la vittoria passano attraverso l'unità e l'integrità”, ha affermato Erdogan secondo un comunicato della presidenza turca. Dopo le recenti tensioni tra Israele e Iran, il presidente turco ha sottolineato che “ciò che è accaduto non dovrebbe far guadagnare terreno a Israele e che è importante agire in modo da mantenere l'attenzione su Gaza”. Erdogan ha anche assicurato che la Turchia “continuerà il suo aiuto umanitario alla Palestina per alleviare il più possibile le sofferenze” della popolazione di Gaza e ha ricordato che il suo Paese ha adottato “una serie di sanzioni contro Israele, comprese restrizioni commerciali”.

Israele, 10 uomini armati uccisi e 8 arrestati a Tulkarem

L'esercito israeliano sta portando avanti un'operazione antiterrorismo nel campo profughi di Nur Shams in Cisgiordania ormai da più di 40 ore e annuncia che nel corso del raid almeno 10 uomini armati sono stati uccisi e otto palestinesi ricercati sono stati arrestati. Lo riporta il Times of Israel. L'esercito israeliano afferma che le truppe hanno anche scoperto e distrutto un laboratorio per la fabbricazione di bombe e hanno sequestrato armi da fuoco, compresi fucili d'assalto.

Mahmoud Abbas: "Riconsideriamo le relazioni con gli Usa dopo il voto dell'Onu per il riconoscimento della Palestina"

L'Autorità Palestinese riconsidererà le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti dopo il veto americano sulla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che raccomandava l'adesione piena della Palestina alle Nazioni Unite. A dichiararlo è stato il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, in un'intervista all'agenzia di stampa ufficiale Wafa. La minaccia, che Abbas ha già fatto negli anni passati, è stata pubblicata in arabo dall'agenzia di stampa, ma non è inclusa nella traduzione in inglese dell'intervista, sottolinea il Times of Israel.

A Istanbul i colloqui tra Erdogan e Haniyeh. In agenda il conflitto a Gaza e la situazione regionale

Sono iniziati a Istanbul i colloqui tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, arrivato a Palazzo Dolmabahçe attorno alle 14.00. Lo hanno riferito i media turchi. In agenda, la situazione a Gaza e i possibili sviluppi della rappresaglia israeliana contro l'Iran in risposta al raid di Teheran di una settimana fa.

Rafah: i sei bambini morti, oltre ai corpi di due donne e di un uomo, sono stati portati nell'ospedale al-Najjar

Le autorità ospedaliere di Gaza hanno confermato che sei delle persone uccise erano bambini. I corpi dei bambini, di due donne e un uomo sono stati portati all'ospedale Abu Yousef al-Najjar di Rafah, secondo media occidentali, che riportano anche che in ospedale i parenti piangevano e abbracciavano i corpi dei bambini, avvolti in sudari bianchi, mentre altri li confortavano.

Rafah e nord di Gaza sotto il fuoco israeliano

Media Iran, "Nessun danno alle difese nell'attacco di Isfahan"

Non ha provocato alcun danno ai sistemi di difesa iraniani l'attacco di ieri all'alba, attribuito a Israele, nella provincia di Isfahan. Lo affermano “fonti informate” citate dall'agenzia iraniana Mehr. “I misteriosi micro-droni sono stati colpiti prima che raggiungessero le aree critiche” dice una fonte, contraddicendo quanto scritto dal New York Times, secondo cui nei pressi del sito nucleare di Natanz nell'attacco sarebbero andati distrutti sistemi di rilevamento delle minacce aeree. Secondo il comandante militare iraniano, Abdolrahim Mousavi, le esplosioni udite in Isfahan sono state prodotte dai colpi dell'antiaerea contro “oggetti sospetti” che non hanno causato danni.

Iraq, le Forze di mobilitazione popolare filo-Iran: "La nostra base di Kalso è stata colpita in un attacco"

L'esplosione avvenuta durante la notte in una base di unità militari filo-iraniane a Kalso, in Iraq, è il “risultato di un attacco”: lo affermano le Forze di mobilitazione popolare, citate da Reuters e riprese da vari media, nonostante Israele e Usa abbiano negato un coinvolgimento.

Il Ministero della Sanità di Gaza aggiorna il bilancio dei morti, superate le 34mila vittime

Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 34.049, di cui 37 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il Ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 76.901, secondo la stessa fonte.

L'interno della base delle Forze di mobilitazione popolare di Kalso, in Iraq, colpita nella notte

Wafa, almeno 10 morti in un raid di aerei israeliani a Rafah. Tra le vittime, 6 bambini

Almeno 10 persone (ma c'è chi parla di 9), tra cui sei bambini, sono state uccise in attacchi aerei notturni contro la città di Rafah: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Fonti mediche hanno riferito che aerei da guerra israeliani hanno preso di mira una casa appartenente alla famiglia Radwan, nel quartiere Tal Al-Sultan della città di Rafah, a sud di Gaza, provocando la morte di nove persone, tra cui sei bambini e donne. Contemporaneamente, un civile è rimasto ucciso nel bombardamento di una casa a est della città di Rafah.

 

Iraq, nessun drone o aereo in volo durante esplosione base

Il governo iracheno ha affermato oggi che al momento dell'esplosione nella base militare non c'erano droni o aerei in volo.  

 

L'Iran condanna le nuove sanzioni Usa al petrolio del Venezuela

L'Iran ha condannato il rinnovo delle sanzioni americani sul petrolio e il gas del Venezuela.
"L'uso di sanzioni unilaterali e illegali come strumento, che provoca ai Paesi destinatari irreparabili danni economici e umani, costituisce una violazione sia dei principi del diritto internazionale che dei diritti umani", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, citato dall'agenzia ufficiale Irna.
Il rinnovo delle sanzioni a Caracas, scattato mercoledì, intendeva colpire il presidente Nicolas Maduro, accusato di non permettere elezioni "inclusive e competitive". 

 

Iraq, nessun drone o aereo in volo durante esplosione base

Il governo iracheno ha affermato oggi che al momento dell'esplosione nella base militare non c'erano droni o aerei in volo 

 

Sirene nel nord di Israele, 'sospetta infiltrazione aerea'

Gli allarmi antiaerei sono scattati nel nord di Israele per quello che alcuni media israeliani (YNet e Haaretz) definiscono "sospetta infiltrazione di aerei".
Poco prima il canale Telegram dell'Idf dava conto di un allarme aereo nel kibbutz Sasa, sempre nel nord.  

 

WSJ, Hamas starebbe valutando l'ipotesi di lasciare il Qatar

La leadership politica di Hamas starebbe valutando l'ipotesi di lasciare il Qatar - Paese che ospita il gruppo dal 2012 - mentre l'emirato è sempre più sotto pressione dinanzi allo stallo dei negoziati con Israele. Lo rivela il Wall Street Journal, che cita fonti arabe, secondo cui il gruppo negli ultimi giorni avrebbe contattato almeno due Paesi nella regione, chiedendo la disponibilità a ospitare l'ufficio politico di Hamas. Uno dei due Paesi sarebbe l'Oman, che non ha voluto commentare le indiscrezioni del giornale americano.
Se Hamas lasciasse il Qatar, la mossa potrebbe compromettere i colloqui per la liberazione degli ostaggi israeliani tenuti prigionieri a Gaza dal 7 ottobre e probabilmente renderebbe più difficile per Israele e gli Stati Uniti trasmettere messaggi al gruppo. leader di Hamas vivono a Doha, la capitale del Qatar, dal 2012, in un accordo sostenuto dagli Stati Uniti. "I colloqui si sono già arenati di nuovo, senza quasi nessun segnale o prospettiva di ripresa a breve, e la sfiducia tra Hamas e i negoziatori sta aumentando", ha dichiarato un mediatore arabo al corrente della situazione. 

 

Medioriente: Usa, non abbiamo condotto attacchi aerei Iraq

"Siamo a conoscenza di notizie che affermano che gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei in Iraq oggi" ma "non sono vere. Gli Stati Uniti non hanno condotto attacchi aerei in Iraq oggi". Così le forze del Comando Centrale Usa su X, dopo l'esplosione che si è verificata la scorsa notte in una base militare di Baghdad.

 

Milizie filoiraniane in Iraq rivendicano lancio drone a Eliat, in Israele

Le milizie filoiraniane in Iraq hanno rivendicato il lancio di un drone contro Eliat, in Israele, in  risposta alle "violazioni israeliane della sovranità irachena e a suoi attacchi contro le basi delle Forze di mobilitazione popolare (Hashed  al-Shaabi). Lo scrive Ynet dopo il raid della scorsa notte contro la  base Calso in Iraq

Iraq, droni contro Israele, "risposta a raid sionista"

In un video diffuso sui social - e rilanciato da numerosi media - la Resistenza Islamica in Iraq ha annunciato di aver lanciato alcuni droni contro "un obiettivo vitale" a Eliat, nel sud di Israele, al confine tra Egitto e Giordania. "L'attacco - afferma il gruppo che riunisce una serie di forze irachene filo-iraniane - è la risposta alla violazione della sovranità irachena da parte del nemico sionista e al suo attacco contro le Forze di Mobilitazione Popolare irachene (Pmf)".  

 

Stati Uniti: "Sapevamo dell'attacco israeliano ma non siamo intervenuti"

Times of Israel: Danni al sistema radar dell'aeroporto di Isfahan

Le immagini satellitari viste dal Times of Israel mostrano danni a un sistema radar vicino all'aeroporto iraniano di Isfahan, conseguenza dell'attacco israeliano durante la notte scorsa: lo scrive il sito del giornale israeliano. Al momento non e' consentita la pubblicazione delle immagini, secondo la politica dell'agenzia che ha scattato la foto. Ulteriori immagini satellitari radar ad apertura sintetica scattate oggi mostrano anche la prova che e' stato preso di mira il sito radar vicino all'aeroporto di Isfahan. Secondo una notizia di oggi della ABC, il presunto attacco israeliano vicino a Isfahan ha preso di mira un sistema radar che faceva parte delle difese aeree dell'impianto nucleare iraniano di Natanz. 
 

Gli Stati Uniti e Israele negano il coinvolgimento nell'attacco alla base militare in Iraq

"Siamo a conoscenza di notizie secondo cui gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi aerei contro l'Iraq oggi. Queste notizie non sono vere. Gli Stati Uniti non hanno lanciato attacchi aerei contro l'Iraq oggi", si legge nella dichiarazione. Allo stesso tempo, un funzionario israeliano in un'intervista alla CNN ha affermato che Israele non è coinvolto nelle esplosioni in Iraq.

Attacco aereo all'Iraq


Nella tarda serata di venerdì 19 aprile, una potente esplosione si è verificata vicino a Baghdad in una base militare utilizzata dalle Forze di mobilitazione popolare irachena (PMF), ex paramilitari filo-iraniani di Hachd al-Chaabi, integrati nelle forze regolari irachene. Secondo le ultime informazioni, cinque esplosioni sono state udite nel quartier generale delle Forze armate nella base militare di Khalsu vicino alla città di Al-Mashru, sull'autostrada a nord della provincia di Babilonia. Un membro del comitato di sicurezza della provincia di Babilonia, Muhannad al-Anazi, ha osservato che a seguito dell'attacco almeno tre miliziani sono rimasti feriti. L'attacco ha causato ingenti danni materiali. Le Forze di Mobilitazione Popolare (PMF), una coalizione di milizie, è nominalmente sotto il controllo dell’esercito iracheno.