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La revisione del Piano di ripresa e resilienza agita i sindaci. Il caso Biella: -66% di fondi

Il governo assicura che le opere saranno finanziate con altre risorse, ma i comuni chiedono garanzie per i cantieri già avviati

La revisione del Piano di ripresa e resilienza agita i sindaci. Il caso Biella: -66% di fondi
Tgr Piemonte
Comune di Biella

Preoccupazione e prudenza tra i sindaci piemontesi per lo spostamento di alcuni fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza deciso dal governo. All'annuncio sono seguite le rassicurazioni della premier Meloni e del ministro agli affari europei Raffaele Fitto. Le opere avviate saranno comunque coperte, ha detto all'assemblea dell'Anci. Ma i sindaci restano in attesa. Solo per Torino è in ballo quasi mezzo miliardo di euro e i timori sono tanti. Da un lato il presidente della regione Cirio garantisce che non ci sarà alcuna riduzione per il Piemonte, dall'altro le opposizioni attaccano l'esecutivo per i ritardi nella realizzazione del Piano. Nel servizio, gli interventi di Andrea Corsaro, presidente Anci Piemonte; Fabrizio Bertot, Fratelli d'Italia e Antonino Iaria, Movimento 5 stelle:

Tra i casi che preoccupano di più c'è Biella. Come emerso nei giorni scorsi da una stima dell'Anci, infatti, la provincia è quella che rischia di perdere più fondi in Italia dopo Pistoia. In ballo c'è il 66 per cento delle risorse. “L'annuncio del ministro Fitto ci ha preso un po' in contropiede, perché qua a Biella abbiamo ricevuto fondi per 52 milioni e li abbiamo appaltati tutti quanti”, commenta ai nostri microfoni il sindaco Claudio Corradino. “Il ministro ha però anche detto che le opere saranno finanziate grazie ad altri fondi, ma la preoccupazione dell'Anci e del comune è alta”. Al momento di ufficiale non c'è ancora nulla e il comune resta in attesa di informazioni. Tra i possibili tagli le indescrezioni parlano della sistemazione della roggia che scorre sotto via Italia, ma anche del definanziamento di oltre dieci milioni di euro destinati a sei edifici scolastici cittadini.