L'intervista

Iran, l'appello di Pegah: "Servono corridoi di protezione per gli studenti iraniani"

Pegah Moshir Pour di Teheran vive e lavora in Italia dove è arrivata nel 2009 con la famiglia in cerca di "un futuro migliore". Il suo appello agli atenei italiani a tutela degli studenti che rientrano in Iran

A ottobre aveva inviato una lettera/appello agli atenei italiani per sostenere e appoggiare la protesta in Iran e aprire corridoi a tutela degli studenti iraniani. Perchè spiega : “Gli studenti hanno molta difficoltà a vivere in Italia, dall'aprire i conti in banca al poter aprire un contratto d'affitto e in Iran alcuni rischiano l'avvelenamento nelle mense”. “So di cosa è capace il regime e per questo avevo inviato la mia lettera”, dice a Rainews.it

Pegah Moshir Pour, 32 anni, iraniana con cittadinanza italiana, dopo l'Università in Ingegneria edile a Matera, vive e lavora tra Bari e Matera, non immaginava di anticipare la realtà che poi è arrivata terribile con la notizia di Mehdi Zare Ashkzari lo studente dell'Università di Bologna morto una volta tornato alla periferia di Teheran, dopo le torture seguite all'arresto nella Repubblica islamica dell'Iran. Partecipava alle proteste in nome di Mahsa Amini, insieme ad altri manifestanti che a mani nude continuano a scendere in piazza per chiedere riforme politiche e sociali strutturali, anche a costo della vita.

“Io sono stata fortunata: i miei genitori decisero di trasferirsi in Italia quando ero piccola per consentire alla nostra famiglia e a me un futuro migliore”,"ora ho una vita e un lavoro normali". Pegah è molto seguita sui social dove racconta l'Iran, il suo Paese in questa difficilissima fase storica.