Nel feudo dei Bonafede a Campobello di Mazara

I fiancheggiatori controllano la strada e fanno cenno a Matteo Messina Denaro di uscire di casa

Così agiva la rete di protezione: il “controllo” prima di farlo uscire. L'ultimo nascondiglio del boss e l'attenzione dei complici che hanno protetto la latitanza

Nuove immagini documentano la “rete” che proteggeva il boss. Matteo Messina Denaro poteva contare, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, della protezione di Emanuele Bonafede, nipote del vecchio capomafia di Campobello, e della moglie Ninfa Lorena Lanceri. I due sono stati arrestati con l'accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. Sono di nuovo le telecamere installate nelle vicinanze dell'abitazione della coppia a mostrare il legame, con il filo doppio, tra Messina Denaro e i Bonafede. Erano amici d'affari e di mafia i due capostipiti: don Ciccio e zu Leonardo, entrambi morti. Lo sono anche i loro discendenti. Per questo Messina Denaro avrebbe scelto il feudo di Campobello di Mazara come ultimo nascondiglio. Nelle immagini - diffuse dai Carabinieri - i fiancheggiatori proteggono il padrino di Cosa nostra e controllano eventuali movimenti sospetti prima di farlo uscire dalla loro abitazione.