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Israele in rivolta.Netanyahu annuncia il rinvio della riforma "Non possiamo avere una guerra civile"

(Rainews24)
Netanyahu ha licenziato il ministro ribelle Gallant che chiedeva lo stop della riforma. Gli Usa "preoccupati". Il presidente Herzog: va fermata
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Gantz apre su revisione riforma giustizia: "Meglio tardi che mai"

"Meglio tardi che mai". Il capo del partito di unità nazionale Benny Gantz accoglie con favore la decisione del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di rinviare la riforma giudiziaria. Gantz afferma che parteciperà ai negoziati "con il cuore aperto, non per sconfiggere, ma per accettare". Lo riporta Times of Israel.

Casa Bianca:" accogliamo con favore il rinvio"

La Casa Bianca ha accolto con favore la pausa nei piani di controverse riforme giudiziarie da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu."Accogliamo con favore questo annuncio come un'opportunità per creare ulteriore tempo e spazio per un compromesso", ha detto la portavoce Karine Jean-Pierre. “Un compromesso e' proprio quello che abbiamo chiesto”.

"Le societa' democratiche sono rafforzate da controlli ed equilibri e i cambiamenti fondamentali di un sistema democratico dovrebbero essere perseguiti con la piu' ampia base possibile di sostegno popolare"

Lapid è pronto a dialogo ma "Netanyahu puo' bluffare"

E' pronto a un dialogo sulla  Costituzione il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid, che  allo stesso tempo esprime dubbi sulla genuinità del rinvio della  riforma della giustizia deciso dal primo ministro Benjamin Netanyahu.  ''Se la legge si ferma davvero, in modo genuino e totale, siamo pronti ad avviare un vero dialogo presso la Residenza del Presidente",  afferma Lapid.        

"Non abbiamo bisogno di mettere una benda sulle ferite, ma di  trattarle adeguatamente - dice -. Dobbiamo sederci insieme e scrivere  la costituzione israeliana basata sui valori della Dichiarazione di  Indipendenza. Dobbiamo lasciare che il presidente determini un  meccanismo per il dialogo e confidare in lui come mediatore equo''.

La dichiarazione di Benjamin Netanyahu

Benjamin Netanyahu "la riforma, in un modo o nell'altro, alla fine passerà"

"La maggior parte" degli alleati del  primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu condivide la sua  decisione di rinviare la riforma della giustizia, tanto contestata. Lo ha detto lo stesso Netanyahu aggiungendo che, in un modo o nell'altro, alla fine la riforma della giustizia passerà.

Netanyahu ha chiesto "responsabilità" alla piazza che protesta

Netanyahu ha aggiunto che “la crisi obbliga tutti ad agire con responsabilità” e ha chiesto alla piazza che protesta "responsabilità" e di "non cedere alle provocazioni". 

"Una minoranza di estremisti - ha avvertito - vuole dividere il Paese".

Netanyahu annuncia il rinvio della riforma della giustizia

Netanyahu annuncia il rinvio della riforma della giustizia e dice “ serve tempo per raggiungere un ampio accordo”

Netanyahu ha iniziato a parlare alla nazione "Non possiamo avere una guerra civile"

Netanyahu, troverò soluzione a tutti i costi. Non possiamo avere una guerra civile.

Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Casa Bianca, Biden non teme che Israele cada in guerra civile

Il presidente americano Joe Biden non è preoccupato che Israele vada verso una guerra civile per le proteste contro la controversa riforma della giustizia: lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.

Netanyahu parlerà alla nazione intorno alle 19 (ora italiana)

Si rivolgerà direttamente al Paese in diretta tv intorno alle 19 (le 20 in Israele) il primo ministro  israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo ha fatto sapere l'ufficio del  premier. Da stamane è atteso l'annuncio di Netanyahu sul congelamento  della contestata riforma della giustizia, ma il timore di un crollo  della coalizione di governo ha consigliato al capo del governo di  rinviarlo più volte.

Israele, continuano le proteste contro la riforma della giustizia 27/03/23

Il partito di Ben-Gvir accetta il rinvio della riforma della giustizia

Secondo quanto riportano i media locali, il partito di estrema destra Otzma Yehudit ha annunciato in una nota che il suo leader, il ministro della Sicurezza nazionale  Itamar Ben-Gvir, ha accettato il congelamento dell'iter legislativo  della riforma fino alla prossima sessione della Knesset, prevista  all'inizio di maggio.  In cambio, sostiene il partito, Netanyahu ha promesso formalmente che  il governo approverà nella sua prossima riunione la creazione di una  'Guardia Nazionale' che agirà sotto il controllo di Ben-Gvir

accordo tra Netanyahu e Ben-Gvir

La Casa Bianca ribadisce "la profonda preoccupazione" per la situazione

La Casa Bianca ribadisce la "profonda preoccupazione" per la situazione in Israele e invita al raggiungimento di un "compromesso". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, riferendo che l'ambasciata a Gerusalemme "rimane in contatto" con le autorità israeliane.

La catena McDonald's aderisce allo sciopero generale

La catena di fast food, McDonald's, ha dichiarato che si unirà allo sciopero generale in Israele per protestare contro le riforme giudiziarie pianificate dal primo ministro Benjamin Netanyahu. La catena ha twittato che avrebbe iniziato a chiudere i ristoranti dalle 17 ora locale di lunedì. McDonald's gestisce 226 ristoranti kosher e non kosher in tutto il paese e ha scelto di aderire alla protesta sindacale, contro il governo, che in questo momento ha convogliato oltre 800.000 lavoratori. 

Il partito Potenza ebraica disponibile a rinviare la riforma a dopo Pasqua

'Potenza ebraica', il partito di estrema destra di Itamar Ben Gvir, ha detto di essere disponibile a rinviare la riforma fino alla ripresa della Knesset, dopo la Pasqua ebraica, a patto che il governo esamini subito la creazione di una 'Guardia nazionale' sotto la guida dello stesso Ben Gvir. Lo riferiscono i media secondo cui 'Potenza ebraica' ha diffuso una lettera con l'impegno in questo senso firmata dal premier Benyamin Netanyahu al termine dell'incontro con Ben Gvir. "Ho accettato di rimuovere il mio veto - ha scritto - in cambio di questo impegno". 

Dimostranti di destra convergono a Gerusalemme

Migliaia di simpatizzanti della destra sionista stanno convergendo a Gerusalemme per partecipare ad una grande manifestazione di sostegno alla riforma giudiziaria indetta dai partiti 'Sionismo religioso' e 'Potenza ebraica' che fanno parte della coalizione governativa di Netanyahu. Questa dimostrazione è stata definita "di emergenza" per rispondere con una prova di forza sul terreno alla precedente dimostrazione di fronte alla Kenesset degli oppositori di Netanyahu, a cui hanno preso parte secondo la polizia quasi 100 mila persone. "Basta con lo strapotere della Corte Suprema - si legge in uno degli striscioni della destra. - Riforma subito". E anche: '"l popolo ha deciso, riforma adesso". Altri espongono cartelli in cui affermano: "Non vogliamo essere cittadini di serie B". Un sito ortodosso, che sostiene questa manifestazione, ha scritto: "Chi è col Signore, venga a noi. Non ci faremo rubare la Torah e la nostra sacra Terra".

Jewish Power: Netenyahu pensa a rimandare tutto a dopo Pasqua

 Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe intenzionato a ritardare al mese prossimo il processo per le discussioni sulla controversa revisione giudiziaria pianificata, secondo quanto riferisce una nota del partito di estrema destra e membro della coalizione Jewish Power. La discussione verrebbe rinviata alla prossima sessione del parlamento israeliano al fine di "far passare la riforma attraverso il dialogo", afferma la dichiarazione. La Knesset andrà in pausa la prossima settimana per la Pasqua ebraica.

Il capo di Stato maggiore: "Mai conosciuti giorni simili"

Lunedì il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano ha invitato i soldati a continuare a fare il proprio dovere e ad agire con responsabilità di fronte alle aspre divisioni sociali sui piani del governo per rivedere la magistratura. "Quest'ora è diversa da qualsiasi altra che abbiamo conosciuto prima. Non abbiamo conosciuto giorni simili di minacce esterne che si coalizzano, mentre una tempesta si sta preparando a casa", ha detto il tenente generale Herzi Halevi nelle osservazioni rese pubbliche dall'ufficio stampa militare.

Netanyahu rientrato alla Knesset

Il capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu è rientrato alla Knesset dopo lunghe discussioni nel vicino ufficio del primo ministro.
Il premier ha promesso di annunciare la sospensione da più di sette ore della riforma giudiziaria del suo governo. Secondo alcuni sta aspettando l'inizio della manifestazione della destra a favore della revisione. el frattempo, il plenum della Knesset si prepara a votare sul bilancio dello Stato. Il bilancio deve passare nei prossimi giorni, altrimenti il governo si scioglierà automaticamente.

La riforma della giustizia in Israele: perché il governo vuole ridimensionare la Corte suprema

Per gli oppositori la proposta di legge di Netanyahu imprimerebbe una svolta autoritaria, per coloni e ultraortodossi sono i giudici a essere antidemocratici

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Unione europea: seguiamo situazione, ma senza interferire

L'Unione europea sta monitorando da vicino la situazione in Israele, ma non ha intenzione di interferire negli affari interni del Paese che sono di competenza delle istituzioni democratiche locali: è quanto ha detto oggi il portavoce dell'Ue per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Peter Stano. "Stiamo seguendo molto da vicino gli sviluppi in Israele e abbiamo ancora fiducia nella capacità delle istituzioni democratiche israeliane di affrontare il problema", ha detto Stano durante un incontro con la stampa. Il funzionario ha sottolineato che la contestazione della controversa riforma della Giustizia, promossa dal primo ministro Benjamin Netanyahu, è una questione interna e l'Ue non è nella posizione di interferire. "Non spetta a noi interferire, commentare, questi sono sviluppi interni gestiti dalle istituzioni democratiche e dalle parti interessate nella società israeliana", ha detto Stano.

Opposizione parlamentare in piazza

Anche Yair Lapid, Benny Gantz e Avigdor Lieberman,  i principali leader dell'opposizione, hanno partecipato alla manifestazione di fronte alla Knesset.  Tra poco, in un parco vicino al Parlamento affluiranno invece i sostenitori della destra nazionalista. 

Chiudono le ambasciate israeliane nel mondo, anche a Roma

 Il sindacato nazionale Histadrut ha dato indicazione a tutti i dipendenti del governo di scioperare, comprese tutte le missioni diplomatiche israeliane nel mondo. Lo scrive il Times of Israel. Un portavoce dell'ambasciata israeliana negli Stati Uniti conferma che la sede è stata chiusa fino a nuovo avviso. E anche l'ambasciata israeliana a Roma annuncia su Twitter che da oggi è chiusa e non saranno forniti i servizi consolari.

L'estrema destra si prepara a una contromanifestazione

Il ministro delle finanze e leader di sionismo religioso, Bezalel Smotrich, non intende rinunciare alla riforma giudiziaria. "Non dobbiamo fermare per alcun motivo la riforma. Siamo la maggioranza - ha affermato su Twitter -, non dobbiamo arrenderci alla violenza, all'anarchia, agli scioperi selvaggi, alla disobbedienza. Ci troviamo tutti alle 18 alla knesset. Non consentiremo che ci rubino i nostri voti e il nostro stato". Anche Ben Gvir ha annunciato di partecipare alla manifestazione.

In sciopero anche il corpo diplomatico

Anche le ambasciate israeliane nel mondo, compresa quella in Italia, partecipano allo sciopero generale contro la riforma della giustizia. "L'Histadrùt, il maggiore sindacato israeliano, ha dato indicazione di scioperare a tutti i dipendenti governativi, incluse le missioni diplomatiche israeliane nel mondo. L'Ambasciata d'Israele rimarrà chiusa da oggi fino a nuovo avviso e non saranno forniti servizi consolari", scrive su Twitter l'ambasciata israeliana a Roma.

 

Verso il congelamento della riforma

Gli Stati Uniti sarebbero stati avvertiti dall'amministrazione Netanyahu che il premier avrebbe deciso di annunciare tra poco il “congelamento della riforma” 

Fermati due manifestanti

Due manifestanti sono stati fermati mentre stavano cercando di entrare all'interno del palazzo del Parlamento.

 

Appello del premier ai manifestanti

In un Twitter il premier Netanyahu ha chiesto a tutti i manifestanti, di destra e di sinistra, di comportarsi responsabilmente e non provocare altre violenze. “Siamo tutti fratelli” ha aggiunto.  

Almeno in 100 mila davanti alla Knesset

Secondo l'emittente Sky News Arabia i manifestanti che hanno raggiunto la Knesset sarebbero almeno 100 mila. 

Il ministro Levin rispetterà le prossime decisioni di Netanyahu

Il ministro della Giustizia israeliano, Yariv Levin, chiamato dal premier proprio col compito di sovrintendere la riforma del sistema giudiziario con l'obiettivo di ridurre il potere della Corte suprema, ha annunciato che "rispetterà" l'attesa decisione da parte di Netanyahu di fermare la riforma giudiziaria, avvertendo però che l'attuale situazione caotica potrebbe causare l'immediata caduta del governo. Motivo per il quale, ha sottolineato il Guardasigilli, "occorre uno sforzo da parte di
tutti per stabilizzare il governo e la coalizione". 

L'appello della comunità ebraica francese

Dalla Francia l'appello del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche che chiede al governo israeliano di sospendere la riforma della giustizia che sta spaccando il paese. In una nota, il principale organo rappresentativo degli ebrei di Francia chiede, in particolare, al "governo israeliano di sospendere la riforma in corso per ripristinare al più presto la calma e il dialogo con tutta la società". 

Rafforzate le misure di sicurezza a Gerusalemme

La polizia sta rafforzando le unità a Gerusalemme mettendo in campo centinaia di agenti nel timore che, nelle prossime ore, possano esserci scontri tra sostenitori e oppositori della riforma della giustizia. "Permetteremo la libertà di manifestazione, non tollereremo violenze e disordini", ha fatto sapere un funzionario. Già centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dal Parlamento israeliano. Nella zona sono già pronti i camion con gli idranti e gli uomini della polizia di
frontiera, in assetto anti-sommossa.

Manifestanti verso la Knesset

Molti manifestanti si stanno già avviando verso la Knesset, il parlamento israeliano nella zona ovest di Gerusalemme, per partecipare alla dimostrazione convocata questa mattina. 

Fermi anche i portuali di Haifa

Anche i lavoratori del porto di Haifa, il più grande in Israele, hanno aderito allo sciopero convocato oggi dal principale sindacato israeliano contro la riforma della giustizia.: "I nostri lavoratori si sono fermati e sono ancora al porto in attesa di sviluppi", ha precisato il portavoce del porto, Zohar Arnon. Subito dopo l'annuncio di uno sciopero "storico" da parte del leader di Histadrut, all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv sono state sospese tutte le partenze. Anche diverse catene di centri commerciali israeliani hanno annunciato la loro adesione alla protesta.

 

Netanyahu ai ministri, "Fermerò la riforma"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha informato gli alleati della coalizione di governo che intende sospende la riforma giudiziaria. Lo riferisce l'emittente pubblica Kan dando conto della riunione in corso. Secondo il media, il principale ideologo dell'iniziativa e il ministro della Giustizia Yariv Gideon Levin ha capito e riconosciuto che "non c'è altra scelta". Presumibilmente, gli resta da convincere il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, uno dei membri del gabinetto più a destra, che minaccia di far cadere il governo: secondo l'emittente il ministro ha annunciato l'intenzione di dimettersi ma assicurato che sosterrà l'esecutivo dall'esterno. 

Protesta davanti alla Knesset, in arrivo a migliaia su bus e auto

E' prevista una mega manifestazione nel primo pomeriggio a Gerusalemme, all'esterno della Knesset, dove lo slargo antistante si va già riempiendo di manifestanti che, sventolando la bandiera israeliana, protestano per la riforma della giustizia. In queste ore, riferiscono i quotidiani locali, vengono anche organizzati in tutto il Paese i pullman per trasportare i manifestanti. Oltre ai bus, il tam-tam che corre sul web incoraggia i proprietari di auto a caricare il maggior numero di autostoppisti. Lo slogan e' "Riempite le vostre auto". 

Media: Netanyahu ha congelato l'iter della riforma

Secondo alcuni media israeliani il premier Benjamin Netanyahu avrebbe congelato l'iter della riforma della giustizia.

Asili e centri commerciali chiudono per lo sciopero

Con l'annuncio da parte del sindacato Histadrut di uno sciopero generale, non verranno organizzati centri diurni per bambini, previsti da domani per aiutare i genitori durante la pausa per le vacanze di Pasqua. I centri commerciali Big chiuderanno a mezzogiorno sempre a causa dello sciopero, mentre quelli del gruppo Azrieli rimarranno chiusi a partire da domani. Lo riporta The Times of Israel.

Caos all'aeroporto

Sciopero "storico", si ferma anche sistema sanitario

Lo sciopero generale convocato in Israele coinvolge anche il sistema sanitario: il sindacato dei medici israeliani ha annunciato il congelamento immediato del sistema, fino a quando non sarà annunciata la sospensione dell'annunciata e contestatissima riforma giudiziaria. 

Sciopera anche il personale portuale

I comitati portuali di Ashdod hanno annunciato uno sciopero e hanno invitato tutti i lavoratori a smettere di lavorare.

Netanyahu rinvia discorso per colloqui con leader coalizione

 Il premier Benyamin Netanyahu ha rinviato l'atteso discorso alla nazione che avrebbe dovuto fare alle 10.30. Lo riferiscono i media secondo cui il premier è impegnato in colloqui con i leader dei partiti della coalizione di destra. Nel discorso - secondo fonti citate dai media - il premier potrebbe annunciare lo stop alla riforma giudiziaria.

Bloccati i decolli dall'aeroporto di Tel Aviv

Il leader del sindacato dei dipendenti degli aeroporti israeliani Pinchas Idan ha annunciato l'arresto immediato di tutti i decolli dall'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Si tratta, ha spiegato, di una protesta nei confronti della grande riforma giudiziaria avviata dal governo Netanyahu e contro il licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant. Poco prima il leader della centrale sindacale Arnon Bar David aveva preannunciato uno sciopero generale in tutto il Paese se Netanyahu oggi non fermerà quella riforma.

Fonti del Governo: Netanyahu pronto a congelare la riforma giustizia

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe pronto a sospendere temporaneamente la riforma della giustizia. Fonti del governo dicono che la decisione del premier è già stata presa tanto che i leader della coalizione sono stati convocati da lui. 

Ben Gvir minaccia caduta governo se stop a riforma

Itamar Ben Gvir, leader del partito di estrema destra Potenza ebraica e ministro per la sicurezza nazionale, ha minacciato Benyamin Netanyahu che farà cadere subito il governo se il premier decidesse di fermare la riforma giudiziaria. Lo riferiscono i media. Ben Gvir, hanno aggiunto i media, ha affermato che il significato di un arresto della riforma sarebbe "una resa difronte alle violenze nelle strade".  Senza il partito di BenGvir Netanyahu perderebbe la maggioranza alla Knesset.

Sindacato Histadrut per sciopero generale contro riforma

L'Histadrut, il potente sindacato israeliano, ha annunciato che si va verso un sciopero generale contro la riforma giudiziaria. Lo ha detto il segretario ArnonBar-David in una conferenza stampa chiedendo al premier di bloccare l'iter parlamentare della riforma prima "che sia troppo tardi". "Sono momenti storici e i lavoratori e gli imprenditori- ha detto - sono spalla a spalla per salvare Israele. Dobbiamo fermare la rivoluzione giudiziaria e la follia". 

Media: Netanyahu verso sospensione riforma

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu parlerà oggi alla nazione e, secondo i media che citano fonti vicino al primo ministro, potrebbe annunciare la sospensione della riforma giudiziaria.   La decisione è arrivata dopo la nottata di forti proteste in tutto il Paese a causa del licenziamento del ministro della difesa Yoav Gallant, reo di aver chiesto il fermo della riforma. Anche il presidente Herzog questa mattina ha chiesto al premier lo stop dell'iter legislativo della riforma. Secondo alcune fonti, il discorso di Netanyahu è atteso attorno alle 10:30 ora locale (le 9:30 in Italia).

Indetta protesta di massa davanti alla Knesset

I leader delle proteste antiriforma giudiziaria hanno indetto una manifestazione di massa alle 14 (ora locale) davanti la Knesset a Gerusalemme.   "Non consentiremo alcun compromesso - hanno sostenuto - che danneggi l'Indipendenza della Corte Suprema". Gli stessi hanno chiesto che il ministro Gallant, licenziato dal premier Benyamin Netanyahu, sia riportato alla responsabilità della difesa.   Oggi il governo ha convocato una Commissione che intende modificare il meccanismo di nomina dei giudici della Corte assicurando alla maggioranza politica la preminenza nella scelta. 

Proteste ignorate: riprende in Commissione esame della riforma

In Israele, alla Knesset, si sono aperti i lavori in Commissione Giustizia per votare e poi consegnare al Parlamento per il voto definitivo il ddl di riforma giudiziaria che ha scatenato violente proteste nel Paese.   Il gesto della coalizione al governo sembra platealmente ignorare le proteste senza precedenti che si sono svolte nella notte e anche i rumour, non confermati però, che il premier Benjamin Netanyahu potrebbe cedere e sospendere la riforma. 

Legale Netanyahu, stop riforma o mi ritiro dalla difesa

Uno degli avvocati della difesa di Benjamin Netanyahu, Boaz Ben Tzur, avrebbe minacciato di non rappresentare più il premier israeliano nelle aule di tribunale se non fermerà la riforma giudiziaria che ha scatenato violente proteste nel Paese. Lo scrive la stampa israeliana.     Netanyahu è sotto processo, accusato in tre diversi procedimenti di corruzione. Boaz Ben Tzur lo difende nel processo cosiddetto Case 4000. 

Il presidente Herzog: fermate subito iter riforma

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha rinnovato l'appello al governo e al premier Benjamin Netanyahu a fermare il progetto di riforma della giustizia dopo la nottata di proteste che ha scosso il Paese. "Per il bene dell'unità del Popolo d'Israele, per le responsabilità a cui siamo tenuti io vi invito a fermare immediatamente il processo legislativo", ha affermato il capo di Stato.

La protesta blocca l'autostrada

I manifestanti bloccano autostrada

Nella tarda notte di domenica una folla di manifestanti ha riempito le strade della città israeliana di Tel Aviv dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha licenziato il suo ministro della difesa per la sua opposizione a una prevista revisione giudiziaria. Sventolando bandiere israeliane e cantando "democrazia", i manifestanti hanno bloccato strade e ponti, compresa l'autostrada Ayalon trasformata in un mare di bandiere. Le proteste si sono attenuate  intorno alle 2 del mattino ora locale. I manifestanti hanno acceso diversi fuochi sull'autostrada principale di Tel Aviv, e il fumo ha oscurato in parte alcuni degli iconici grattacieli della città. Anche i manifestanti si sono radunati accanto all'autostrada, bruciando rottami metallici e legno.  Manifestazioni si sono registrate a Beersheba, Haifa e Gerusalemme, dove migliaia di persone si sono radunate fuori dalla residenza privata di Netanyahu. La polizia ha risposto con getti d'acqua sulla folla. Migliaia di persone hanno poi marciato dalla residenza alla Knesset.La crisi politica di Israele si è aggravata domenica quando l'ufficio di Netanyahu ha annunciato la rimozione di Yoav Gallant, dopo che è diventato il primo membro del gabinetto a chiedere una pausa ai controversi piani di revisione del sistema giudiziario del Paese.

Usa, profondamente preoccupati, urge compromesso

L'amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, è "profondamente preoccupata" per gli sviluppi in Israele e la decisione del premier Benjamin Netannyahu di licenziare il ministro della Difesa. Lo ha dichiarato la sua portavoce Adrienne Watson. Gli eventi "sottolineano ulteriormente l'urgente necessità di un compromesso". Come il presidente ha recentemente discusso con il primo ministro Netanyahu, "i valori democratici sono sempre stati, e devono rimanere, un segno distintivo delle relazioni USA-Israele. Le società democratiche sono rafforzate da controlli ed equilibri e i cambiamenti fondamentali in un sistema democratico dovrebbero essere perseguiti con la più ampia base possibile di sostegno popolare", ha aggiunto.

I leader della coalizione terranno riunione in mattinata

I leader della coalizione di governo terranno una riunione in mattinata. Lo riferiscono fonti citate dal quotidiano The Times of Israel. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, capo del partito Likud, sarebbe pronto a sostenere l'arresto dell'avanzamento del pacchetto di riforma della giustizia e i partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism sarebbero pronti a sostenere la sua decisione. Il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, che guida il partito Otzma Yehudit, vuole invece che la riforma proceda. 

Studenti superiori e medie scioperano contro riforma

Il Consiglio Nazionale degli Studenti e della Gioventù, in rappresentanza degli studenti delle scuole superiori e medie di Israele, ha dichiarato uno sciopero nazionale a partire dalla mattinata. Il consiglio chiede di "fermare la riforma della giustizia e avviare immediatamente i negoziati". L'annuncio arriva dopo massicce proteste che hanno sconvolto il paese e la dichiarazione di numerosi altri scioperi. Oggi un gruppo di università ha annunciato uno sciopero generale a partire dalla mattinata.

Università annunciano sciopero contro riforma giustizia

Un gruppo di università israeliane ha annunciato uno sciopero generale a partire da oggi in segno di protesta contro la riforma giudiziaria voluta dal presidente Benyamin Netanyahu e la destituzione del ministro della Difesa Yoav Gallant, che aveva chiesto di sospenderla. Le università che partecipano allo sciopero parlano di "processo legislativo che mina le fondamenta della democrazia israeliana e mette in pericolo la sua esistenza.

Sarebbero 600mila i manifestanti scesi in piazza per protestare

Sarebbero oltre 600mila le persone scese in piazza in Israele per protestare contro la riforma giudiziaria. Lo riporta Channel 12. I manifestanti a Gerusalemme stanno marciando dalla casa di Netanyahu in Gaza Street verso la Knesset e l'ufficio del premier, che in serata ha deciso di sollevare dal suo incarico il ministro della Difesa, Yoav Gallant.

Casa Bianca: "Preoccupati"

"Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per lo sviluppo degli eventi in Israele, compreso il potenziale impatto sulla prontezza militare sollevato dal ministro (della Difesa) Yoav Gallant, che sottolinea l'urgente necessità di un compromesso": così il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby.

Il console generale a New York annuncia le sue dimissioni

A New York, il console generale di Israele Asaf Zamir ha annunciato le proprie dimissioni in protesta contro la decisione di Netanyahu. "Non posso continuare a rappresentare questo governo", ha dichiarato il diplomatico sui social: "Considero mio dovere garantire che Israele rimanga un faro di democrazia e libertà nel mondo".