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MONDO

New York

Onu, dopo il faccia a faccia Obama-Putin oggi tocca a Renzi parlare all'Assemblea Generale

Ieri al Palazzo di Vetro lo scontro tra i leader di Usa e Russia sull'Ucraina e soprattutto sulla Siria, poi l'incontro tra i due alla ricerca di un accordo. Nel pomeriggio di oggi l'intervento del premier italiano

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Di fronte ai delegati presenti alla 70esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite ieri, il presidente americano Barack Obama aveva definito il presidente siriano Assad "un tiranno che ha brutalizzato il suo popolo". Poco dopo, dallo stesso palco, il presidente russo Vladimir Putin gli aveva risposto che era "indispensabile collaborare con il governo di Damasco" lanciando la proposta di una coalizione internazionale per combattero lo Stato Islamico come quella che sconfisse il nazifascismo. Poi, dopo il botta e risposta, l'incontro tra i due leader di Usa e Russia alla ricerca di un dialogo che possa se non portare almeno avvicinare ad una possibile soluzione della crisi siriana.

Un faccia a faccia definito "produttivo" dalla Casa Bianca, seppur senza risultati spettacolari. Le divisioni sulla strategia da seguire in Siria e sul destino di Assad restano inaffti profondissime. Ma si è deciso ugualmente di avviare colloqui Usa-Russia per esplorare le possibilità di una soluzione politica di una guerra civile che ha già fatto 200 mila morti e milioni di senzatetto e di profughi in fuga dal Paese. Alla fine del vertice con Obama (durato 95 minuti, assai più del previsto), Putin ha commentato: "Colloquio positivo, franco, come tra uomini d’affari. Ho trovato un Obama sorprendentemente aperto: le dispute rimangono ma abbiamo molto in comune".

Un avvicinamento che ha portato il leader del Cremlino a non escludere che agli attacchi aerei contro l’Isis della coalizione occidentale partecipino anche bombardieri russi: "Disponibili a missioni comuni". Ipotesi che al momento rimane comunque piuttosto remota: i due leader hanno deciso infatti di avviare consultazioni tra i rispettivi capi militari, ma lo hanno fatto per prevenire incidenti tra forze armate impegnate in Medio Oriente, più che per progettare missioni coordinate.

E oggi, dopo gli interventi di ieri, a salire sul palco di fronte all'Assemblea Generale sarà il premier italiano Matteo Renzi che, con ogni probabilità, metterà l'accento sulla questione migranti, inevitabilmente legata ai fatti siriani.