Il Rapporto Migrantes

Migranti: il Covid frena gli arrivi in Italia e in Ue, un'eccezione rispetto alla tendenza globale

Da inizio anno all’8 novembre - spiega il dossier - i rifugiati e i migranti che sulla rotta del Mediterraneo centrale sono riusciti ad arrivare in Italia o a Malta sono circa 56.700: meno del doppio di quelli intercettati e riportati in Libia

Migranti: il Covid frena gli arrivi in Italia e in Ue, un'eccezione rispetto alla tendenza globale
AP
Migranti in fuga dalla Libia

Mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo). Ad affermarlo è il Rapporto 2021 sul diritto di Asilo della Fondazione Migrantes della Cei.

Eccezione rispetto alla tendenza globale

In tutto il 2020, l’Italia e l’Europa hanno rappresentato un’eccezione in contro-tendenza rispetto alla situazione globale. “La pandemia di Covid-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra” si legge nel Rapporto.

Il Covid ha inasprito il divario nel mondo

“Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola – scrive la Fondazione Migrantes -, il Covid ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele”.

28.600 rifugiati intercettati dalla Guardia costiera libica e riportato indietro

Nel 2021, fino al 6 novembre, la Guardia costiera libica ha intercettato in mare e riportato in territorio libico 28.600 rifugiati e migranti, un dato senza precedenti (dal 2016, il totale supera ormai le 100 mila persone).

“Da inizio anno all’8 novembre - spiega il dossier - i rifugiati e migranti che sulla rotta del Mediterraneo centrale sono riusciti ad arrivare in Italia o a Malta sono circa 56.700: quindi, meno del doppio di quelli intercettati e riportati in Libia, spesso con metodi brutali”.

Escalation delle persone rinchiuse senza ragione nelle prigioni libiche

“Il 2021 ha visto una nuova escalation delle persone rinchiuse arbitrariamente nei centri di detenzione libici: i soli centri "ufficiali" della Direzione per il contrasto dell'immigrazione illegale ne stipavano ai primi di ottobre circa 10 mila fra uomini, donne e minori contro i 1.100 scarsi di gennaio”, si legge nel Rapporto.

Su 33 mezzi di soccorso, 22 sono incappati in procedimenti giudiziari

“Fra l’agosto 2020 e il luglio 2021 - prosegue il dossier nel focus dedicato ai confini italiani - su 49.280 rifugiati emigranti sbarcati in Italia, quelli soccorsi da navi di ONG sono stati solo 4.239, il 9% scarso, meno di uno su 10. Fra il 2016 e la metà di giugno 2021 sono state coinvolte in azioni Sar (search and rescue, ricerca e soccorso) nell'intero Mediterraneo 30 navi e tre aerei da ricognizione di Ong di 11 Paesi. Di questi 33 mezzi, 22 sono incappati in procedimenti giudiziari”.

“Alle soglie dell’inverno 2021-2022 - si evidenzia -, su entrambi i lati della frontiera italo francese l'assistenza e l’accoglienza dei migranti ‘in transito’ continua a pesare in gran parte su volontari, società civile e risorse private, nel contesto di un grave disinteresse istituzionale”.

Migranti arrivati nel 2021 sono un terzo di quelli arrivati nel 2016

Nel Rapporto si legge che i circa 53 mila arrivi nel periodo gennaio-ottobre 2021 sono sì quasi il doppio rispetto allo stesso periodo 2020, ma sono anche un terzo degli oltre 159 mila registrati sempre nel medesimo periodo del 2016 e meno della metà rispetto al 2017.

“Le cifre attuali degli sbarchi, più e prima di preoccupare per la ‘gestione’ dei nuovi arrivati - evidenzia il dossier -, dovrebbero inquietare per altre situazioni e per i "numeri"(cioè persone, storie, volti) che li accompagnano: come i morti e dispersi stimati (per difetto) nel Mediterraneo centrale fra gennaio e i primi giorni di novembre 2021 (1.225, già più numerosi dei morti e dispersi registrati in tutto il 2020 sulla rotta), o la cifra record dei migranti (oltre 28.636 sempre in questo '21 fino al 6 novembre) che la Guardia costiera libica finanziata dall’Italia e dall’Ue sta intercettando in mare e riportando in quello che continua ad essere, intatto, l'inferno di Libia”.

Libia principale Paese di partenza sulla rotta del Mediterraneo

“Sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l’Italia, almeno nel periodo agosto 2020-luglio 2021 - spiega ancora il Rapporto - la Libia è tornata ad essere il principale Paese di partenza, prima della Tunisia”.

Aumento di arrivi dalla Turchia, rotta anomala

Rispetto al 2019-2020 è cresciuta però di molto anche la quota di arrivi in Italia da una rotta anomala come quella dalla Turchia, che nell’anno ha totalizzato quasi il 14% delle persone sbarcate, contro l’8% di un anno prima.

La Tunisia resta il principale Paese d'origine delle persone sbarcate

La Tunisia è ormai da alcuni anni il principale Paese d’origine delle persone sbarcate nel nostro Paese. In seconda posizione si trova da due anni il Bangladesh. Ma nelle posizioni successive, nel 2021 hanno guadagnato peso l’Egitto (terzo Paese, arrivi quasi quadruplicati rispetto al 2020) e l’Iran (quinto Paese, mentre nel 2020 era solo il decimo). La Costa d’Avorio si conferma invece come il principale Paese d’origine subsahariano.

26.963 domande d'asilo, -38% rispetto al 2019

“Nel 2020 pandemico sono riuscite a presentare domanda d’asilo in Italia appena 26.963 persone, con un crollo del 38% rispetto al 2019. Per trovare un valore più basso occorre risalire al 2013, con circa 26.600 richiedenti”, si legge nel Rapporto.

“Fra gennaio e gli ultimi giorni di agosto, il 2021 ha registrato circa 30.500 richiedenti protezione, + 93% rispetto allo stesso periodo del 2020, ma con una prospettiva di fine anno paragonabile alla situazione del 2018 e del 2019. Ben al disotto, dunque, di quella del biennio 2016-2017, nel quale avevano chiesto protezione rispettivamente 124 mila e 130 mila persone”, precisa la Fondazione.