"Ma non banalizziamo e non diciamo che è un raffreddore"

Covid, Locatelli: "Segnali di netta decelerazione dei casi"

Parziale ottimismo del coordinatore del CTS sugli sviluppi della pandemia: "Ci sono dati che mostrano che Omicron non si lega agli alvei polmonari". Non scontata invece la quarta dose eccezion fatta per i fragili. Favorevole a un vaccino per Omicron

Covid, Locatelli: "Segnali di netta decelerazione dei casi"
Rai
Franco Locatelli, ospite a "Che tempo che fa" su Raitre del 16 gennaio 2022

Si è dichiarato ottimista sugli ultimi sviluppi della pandemia, Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, intervenuto a “Che tempo che fa” su Raitre: “Negli ultimi 4 giorni il numero dei contagiati è costantemente sotto i 200mila. Ci sono dati che mostrano che Omicron non si lega agli alvei polmonari e vi sono segnali che vi è una netta decelerazione con una riduzione dei casi, un po' come nel Regno Unito”.

Ma le attenzioni anche sull’ultima variante vanno mantenute alte: “Non facciamo l'errore di ritenere che la variante Omicron non possa determinare patologia grave, ci sono chiare evidenze nelle nostre ospedalizzazioni che una quota di infettati perde la vita. Non banalizziamo e non diciamo che è un raffreddore".

Sulla quarta dose: "Fare il booster ogni 4 mesi? Io non lo darei così per scontato. Solo i tempi di osservazioni e indagini ben condotte ci diranno se ci sarà questa necessità. Semmai il discorso sulla quarta dose potrebbe riguardare i fragili".

I vaccini, anche gli attuali sono comunque un’arma potente: "Il rischio di un non vaccinato è trenta volte superiore di un vaccinato con booster di finire nelle terapie intensive e nei soggetti sopra gli 80 anni di età, aumenta di 70 volte. Oggi abbiamo superato la soglia degli 850mila bambini con la prima dose e dobbiamo continuare così". Rispondendo poi alla domanda sulla necessità di un vaccino specifico Omicron, la risposta di Locatelli è stata: “Assolutamente sì”.

Favorevole a un cambiamento dell'attuale sistema di colorazione delle Regioni

Su un cambiamento dell’attuale sistema di colorazione delle Regioni il coordinatore del CTS si è detto possibilista: "Ma non dimentichiamo che esiste comunque un carico di gestione nelle strutture ospedaliere anche per gli asintomatici (qualora siano ricoverati per altre patologie ndr), che devono essere tenuti separati - aggiunge -. Non facciamo l'errore di pensare che gli asintomatici non possano contagiare: anche questo va detto in maniera chiara, soprattutto nei primi giorni".