Su di lui gli Usa avevano messo una ricompensa di 10 milioni di dollari

Il profilo di al-Qurayshi: chi era il terrorista ucciso nel raid americano in Siria

Esperto militare e appassionato di studi religiosi, la sua figura è stata in gran parte un mistero, pochissime le sue foto note. Aperta la sua successione, se il raid di oggi è una battaglia vinta, la guerra a Isis non è ancora finita

Il profilo di al-Qurayshi: chi era il terrorista ucciso nel raid americano in Siria
Ansa
Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi viveva in questa abitazione di 3 piani nella città di Atmeh, in Siria, vicino al confine con la Turchia

Dopo la morte del califfo Abu Bakr al-Baghdadi lo stato islamico comunicando il nome del suo successore, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi aveva minacciato: «Il nuovo califfo vi farà soffrire di più». 

La sua nomina venne annunciata il il 28 ottobre 2019 meno di una settimana dopo la morte del precedente leader quando Al-Qurayshi venne eletto dal Majlis al-Shura, il massimo organo esecutivo dell’organizzazione terroristica che avrebbe rispettato la volontà del defunto califfo.

Nato a Tal Afar da una famiglia di origine turkmena, a circa 80 chilometri da Mosul, in Iraq. Figlio di un predicatore sunnita, proprio come al-Baghdadi era insieme un militare esperto, ex ufficiale dell’esercito sotto la presidenza di Saddam Hussein, e uno studioso di testi sacri a cui si era dedicato nei suoi studi universitari.

La sua figura è stata in gran parte un mistero, stava per compiere 47 anni, pochissime le sue foto note, mai apparso in pubblico o nei video del gruppo. Anche il luogo della sua fine incrocia il profilo di al-Baghdadi entrambi braccati e uccisi nella stessa provincia di Idlib controllata dai ribelli. Al-Qurayshi ha trascorso i suoi ultimi giorni nella provincia di Idlib, un'area detenuta da gruppi di ribelli ostili all'IS. Alloggiava in una casa di tre piani nella città di Atmeh, vicino al confine con la Turchia.

Da esperto di imboscate a leader di attacchi audaci: l'attacco al carcere di Ghweiran ad Al-Ḥasaka

La sua morte arriva, dopo che da esperto di imboscate mordi e fuggi ma di basso livello il leader aveva iniziato a eseguire attacchi più audaci e di alto profilo. Il mese scorso, l'Isis aveva attaccato una prigione nel nord-est della Siria, ad Al-Ḥasaka, per liberare i compagni incarcerati. Una battaglia di 10 giorni contro le forze a guida curda che ha provocato circa 500 morti. Il presidente Joe Biden ha detto che al-Qurayshi era il responsabile dello sciopero della prigione, così come delle uccisioni di massa del popolo yazida in Iraq nel 2014. 

Secondo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti Al-Qurayshi ha contribuito a guidare e giustificare il rapimento e il massacro di membri della minoranza religiosa yazida irachena. Migliaia di uomini yazidi sono stati uccisi dal suo gruppo e migliaia di donne sono state prese come schiave in quello che alcune organizzazioni per i diritti umani ritengono sia stato un genocidio. 

Come al-Baghdadi era stato arrestato dalle truppe Usa in Iraq nell'immediato post-Saddam e poi in seguito rilasciato. Finì nel centro di detenzione di Camp Bucca. E In prigione, come altri suoi futuri compagni, si è radicalizzato, spinto dall’esempio di altri leader islamisti e dalle notizie sui soprusi da parte dei militari USA nel carcere di Abu Ghraib.

Durante i suoi interrogatori risalenti al 2008 - hanno rivelato documenti non più secretati del Pentagono - Qurayshi aveva rivelato decine di nomi e dettagli sui ranghi qaidisti iracheni di allora. Uscito dal carcere Usa in Iraq, il 30enne jihadista riprese la sua ascesa dentro l'organizzazione qaidista, a cui aveva aderito subito dopo l'avvio dell'invasione anglo-americana dell'Iraq nel 2003.

Da quando aveva preso il comando dell'Isis, al-Qurayshi era in cima alla lista dei ricercati degli Stati Uniti e degli altri governi che combattono lo stato islamico. Pochi mesi fa, gli USA avevano raddoppiato la loro ricompensa a 10 milioni di dollari per informazioni che avrebbero condotto alla sua identificazione o posizione.

Interrogativi ora si aprono sulla successione ai vertici dello stato islamico e sul futuro dell’organizzazione. Da questo punto di vista la morte di al Qurayshi, sembra indebolire solo in apparenza la ramificata organizzazione armata, capace di mobilitare autonomamente le sue innumerevoli cellule sparse nei territori siriani, iracheni e in altri contesti internazionali.

La decapitazione odierna del cosiddetto Stato islamico apre le porte a interrogativi su chi sarà il successore di Qurayshi, ma se il raid costituisce un sicuro successo Usa nella guerra contro ISIS, i candidati alla sua successione sono numerosi e i termini per una vittoria definitiva sembrano ancora lontani.

Aaron Y. Zelin, un ricercatore presso il Washington Institute for Near East Policy, ha detto che non pensa che la morte di al-Qurayshi farà molta differenza e che è probabile che Isis abbia già in mente qualcuno per sostituirlo. E' una organizzazione non incentrata sulla leadership, ma sulle idee, motivo per cui i suoi capi sono spesso stati di basso profilo. Penso che la macchina IS continuerà con chiunque sia il nuovo leader."