L'invasione russa in Ucraina

Cavo Dragone: "Quindicimila morti tra i russi in Ucraina. Soldati troppo giovani e poco motivati"

Il bilancio del Capo di Stato Maggiore tra echi di guerra fredda nel Mediterraneo e fake news e social come nuovo dominio di scontro

Cavo Dragone: "Quindicimila morti tra i russi in Ucraina. Soldati troppo giovani e poco motivati"
LaPresse
Amm. Giuseppe Cavo Dragone

"Le perdite in campo russo non sono poche, si calcola che siano intorno ai 15 mila uomini". Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, in audizione davanti alle Commissioni riunite Difesa di Camera e Senato, traccia un bilancio del primo mese di conflitto in Ucraina. Un compito arduo, in una guerra che è anche di propaganda e che rende difficili le stime delle vittime, sia tra gli aggressori che tra gli aggrediti.

"I russi hanno usato truppe molto giovani e poco motivate - ha spiegato - gli ucraini combattono per casa loro". Con il risultato che “gli invasori, con quasi 200mila uomini, sono tenuti in scacco più o meno dalle forze ucraine”.  

Inoltre Putin - ha osservato il Capo di Stato Maggiore della Difesa - ha impiegato truppe provenienti da lontano, in modo che non ci fosse vicinanza con l'Ucraina. Si cerca di non dare notizie alle famiglie su quello che sta succedendo. Se si calcola che per ogni morto ci sono almeno 10-15 persone che lo piangono, si vede che "il numero di persone colpite da quello che avviene è abbastanza alto". 

Sempre per le stesse ragioni, la Bielorussia non entra in campo: è lo stesso Putin che non vuole che si armi per questioni di stabilità interna".

L'ultimo bilancio ufficiale delle vittime fornito dalle autorità russe risale allo scorso 2 marzo: i morti erano 498. Un secondo bilancio apparso il 21 marzo - e poi immediatamente rimosso - sull'edizione online del giornale vicino al Cremlino Komsomolskaya Pravda parlava di 9861 soldati russi morti in Ucraina e oltre 16 mila feriti.

Mentre qualche giorno fa la stima del New York Times basata su fonti di intelligence riportava almeno 7.000 militari russi morti in 21 giorni di guerra in Ucraina e oltre14 mila feriti. Insomma, peggio di Iraq e Afghanistan messi insieme e più del numero di marines caduti nella presa di Iwo Jima, durata 36 giorni tra il febbraio e il marzo del 1945.

Un carro armato russo distrutto a nord di Kiev, Ucraina AP
Un carro armato russo distrutto a nord di Kiev, Ucraina

Echi di guerra fredda

Con l'invasione russa dell'Ucraina risuonano echi di guerra fredda "per l'acutizzarsi di vecchie tensioni in tutta l'area del Mediterraneo",  dunque - esorta Cavo Dragone - "pace, stabilità, prosperità, democrazia e stile di vita non siano aspetti scontati, nemmeno nel nostro continente".

Lo scenario attuale suggerisce che la Federazione russa" punta a "riaffermare il proprio ruolo di superpotenza internazionale utilizzando il suo peso strategico con estrema aggressività come in Ucraina" conducendo sia operazioni militari classiche con l'utilizzo massiccio di mezzi pesanti e artiglieria, sia multidominio, rispetto alle quali occorre adeguarsi".

L'Italia ha rafforzato la sua presenza sul fianco est della Nato, "aumentando gli Eurofighter in Romania, ora sono 8; in Lettonia abbiamo 250 uomini e nell'area sud tre navi. Sono poi pronte ad essere mobilitate 1.350 unità della task forze di elevata prontezza dell'Alleanza, con 500 incursori, 77 mezzi terrestri, 2 navi e 5 aerei". 

Ma "la crisi ucraina - ha proseguito il capo di Stato Maggiore della Difesa - dice che la sicurezza è una sfida che si è complicata con attacchi ibridi e campagne disinformative, con i domini cyber e spaziale che hanno esacerbato la minaccia".

Entrano dunque in gioco nuove armi: il controllo dei media, le fake news, la strumentalizzazione dei social, e "tutto quanto possa supportare la cattiva informazione, ovvero intervenire sui sentimenti e opinioni del pubblico".