Emergenza profughi

Bambino Gesù, la dottoressa che accoglie i bambini ucraini: "Hanno bisogno di molte cure"

"Arrivano con le loro mamme dopo un viaggio lunghissimo" racconta Lucia Celesti, responsabile dei servizi per l'accoglienza dell'ospedale pediatrico. "Hanno un ampio spettro di patologie, in molti casi gravi e pregresse"

Bambino Gesù, la dottoressa che accoglie i bambini ucraini: "Hanno bisogno di molte cure"
Ospedale Bambin Gesù
Disegni dei bambini all'Ospedale Bambin Gesù

“Arrivano stanchi, affamati, dimessi. Arrivano mamme e figli, solo in qualche caso c'è anche il papà. Con una mano tengono i bambini con l'altra un piccolo trolley o una grande busta della spesa dove hanno portato il minimo indispensabile. Il necessario per affrontare il lungo viaggio, lasciando tutto il resto”. Da giorni decine di bambini ucraini arrivano così all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, bisognosi di cure e terapie. “Adesso siamo finalmente al sicuro” è la frase che ricorre non appena vengono accolti e visitati racconta la dottoressa Lucia Celesti, responsabile dei servizi per l'accoglienza dell'ospedale.  E dà la percezione della paura e dell'urgenza con cui sono partiti dalle loro case, dal loro paese devastato dalla guerra. 

“Fino ai ieri, dal 1° marzo, giorno dei primi arrivi, sono 17 i bambini ucraini giunti al Pronto Soccorso dell'ospedale per lo più con mezzi propri, in modo autonomo”: Ma il numero è certamente destinato a salire. “L'età varia, la più piccola, una bimba, ha quasi due mesi, il più grande 15 anni. Molti di loro sono ricoverati, e presentano un ampio spettro di patologie pediatriche, per lo più pregresse e in vari casi molto gravi: neoplasie, malattie neurologiche, malformazioni congenite, malattie renali. E anche Covid. Solo 3 bambini su 17 sono stati dimessi, uno è in regime di Day Hospital e alcuni di loro con le mamme sono ospitati presso le nostre case di accoglienza”.

Perché questo è l'altro aspetto di cui tenere conto. “Sono arrivati in particolare dalla zona di Leopoli con mezzi propri o tramite amici e conoscenti che li sono andati a prendere in Polonia - racconta la dottoressa -  o anche in alcuni casi grazie all'intervento di associazioni che hanno organizzato viaggi umanitari. Molti di loro hanno qualche contatto in Italia, e a Roma in particolare, ma non tutti hanno la possibilità di alloggiare presso famiglie e persone che conoscono. Quindi spesso hanno la necessità di un alloggio temporaneo dove stare”. 

Anche per questo l'ospedale sta lavorando su più fronti:. “Siamo in contatto con la Protezione Civile e la Regione Lazio - spiega  Celesti - per arrivi più strutturati dall''Ucraina che ci attendiamo nelle prossime settimane, ma sappiamo che ogni giorno possono esserci nuovi arrivi e per questo siamo pronti ad aprire le braccia a ciascun bambino e ai suoi famigliari giorno e notte”. 

Una scelta ricordata dalla presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc che in un'intervista al quotidiano Avvenire oggi ha ribadito come l'ospedale sia “da sempre aperto al mondo”. Tale accoglienza, ha sottolineato la presidente“è una goccia nel mare”, ma va messo a disposizione “il meglio che abbiamo”. E anche solo una goccia può fare la differenza.