L'invasione russa

Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea

Il piano "B" del Cremlino secondo i servizi di intelligence ucraini. Intanto a Pyongyang Kim Jong-un pensa ad armi offensive più potenti per "prevenire la guerra"

Putin vuole dividere l'Ucraina in due Stati come la Corea
Ap
Bandiera ucraina a un checkpoint a Kharkiv

Putin vuole dividere l'Ucraina. E' l'allarme dei servizi di intelligence ucraini secondo cui il capo del Cremlino avrebbe in mente uno scenario “coreano” per la risoluzione del conflitto.

A dirlo è il generale di brigata Kyrylo Budanov, capo dei servizi segreti militari di Kiev, secondo cui Mosca, avendo fallito nel piano di espugnare la capitale e di rovesciare il presidente Zelensky, starebbe pensando a limitare i danni e impossessarsi solo del Donbass. Una soluzione che rispecchierebbe la divisione della penisola coreana in Corea del Nord e Corea del Sud.

"Ci sono ragioni per credere che possa tentare di imporre una linea di separazione tra le regioni occupate e non occupate del nostro Paese", ha detto Budanov, "un tentativo di creare la Corea del Sud e del Nord in Ucraina". In tal caso, ha avvertito, l'Ucraina darebbe il via ad azioni di guerriglia nei territori controllati dai russi. 

Dietro al “cambio di strategia” ci sarebbe il fallimento da parte russa del primo obiettivo di conquistare le città più grandi, come scrive il New York Times. E questo spiega gli assedi della "città portuale meridionale di Mariupol e della città strategicamente posizionata di Chernihiv nel nord". 

Di questo dà conto anche l'intelligence britannica: la Russia, scrive nell'aggiornamento della sua analisi della situazione, "ha guadagnato la maggior parte del terreno a Sud, nelle vicinanze di Mariupol dove continuano pesanti combattimenti mentre continua a conquistare il porto". 

A Mykolaiv, città di passaggio per la conquista del grande porto di Odessa, che l'esercito russo cerca da settimane di colpire, la presa si sta allentando secondo quanto riferiscono le fonti locali.

Mariupol, Ucraina Ansa
Mariupol, Ucraina

Non è solo l'invasione militare a minacciare l'integrità territoriale dell'Ucraina, ma anche una serie di “iniziative politiche”. Come quelle volte a creare "autorità 'parallele' nei territori occupati e di costringere le persone a rinunciare alla valuta" ucraina, ha spiegato Budanov, aggiungendo che si aspettava che gli ucraini resistessero agli sforzi politici della Russia.  

Un esempio viene dall'autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk che, non contenta di avere ricevuto il riconoscimento di Mosca insieme alla consorella Repubblica di Donetsk, ha detto di voler tenere un referendum per unirsi alla Russia. L'iniziativa, annunciata dal leader separatista Leonid Pasechnik - che poi ha precisato che per ora non sono in corso preparativi concreti -, ha subito incontrato il netto rifiuto delle autorità di Kiev, ma anche qualche dubbio dalla parte russa.

Una consultazione di questo genere è "sconsigliabile", ha detto Leonid Kalashnikov, presidente della commissione della Duma per gli affari delle ex repubbliche sovietiche. 

"Qualsiasi" falso referendum "nei territori temporaneamente occupati è giuridicamente insignificante e non avrà conseguenze legali", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, dicendosi sicuro che nessun Paese al mondo riconoscerebbe la validità di una tale consultazione. Lo stesso però non fu per la Crimea, annessa nel 2014 in seguito a un referendum giudicato illegale dall'Onu e riconosciuto solo da un pugno di Paesi. 

L'ipotesi di indire un referendum è stata ventilata anche per l'indipendenza della regione di Kherson, nel sud del Paese, occupata dalle truppe di Mosca nelle prime battute del conflitto. Gli abitanti di questa città portuale sono scesi in piazza per protestare contro l'occupazione e contro questo progetto. 

Carri armati nella regione di Lugansk, Ucraina ANATOLII STEPANOV/AFP via Getty Images
Carri armati nella regione di Lugansk, Ucraina

Mentre sul fronte occidentale le attenzioni sono tutte sulla guerra russo-ucraina, su quello orientale arrivano segnali inquietanti da parte della Corea del Nord

Dopo il lancio di un missile strategico Hwasong-17 la scorsa settimana, il leader supremo Kim Jong-un ha incontrato gli scienziati e i tecnici impegnati nel test e ha promesso che le forze nordcoreane potranno contare in futuro di "strumenti offensivi più potenti" per rendere ancor più inattaccabile la propria capacità nucleare.

"La capacità di difesa nel vero senso della parola vuol dire precisamente avere potenti capacità d'attacco. Solo quando si è equipaggiati con formidabili capacità d'attacco, di uno schiacciante potere militare, non si può essere fermati da nessuno ed è possibile prevenire una guerra, garantire la sicurezza del Paese e contenere e porre sotto controllo tutte le minacce e i ricatti da parte degli imperialisti", ha affermato Kim secondo quanto gli è attribuito dall'agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA.

"Continueremo - ha aggiunto - a perseguire gli obiettivi di difesa sviluppando strumenti d'attacco molto più potenti e li forniremo al nostro esercito".

Le affermazioni di Kim suggeriscono la possibilità che la Corea del Nord possa continuare a effettuare lanci di prova dei propri missili - quest'anno ne sono stati già fatti 12 - ma anche che possa tornare a realizzare un test nucleare. Il missile Hwasong-17, lanciato venerdì scorso, ha volato per 67 minuti e quasi 1.100 km con una traiettoria che ha raggiunto un'altezza di 6.248 metri, prima di inabissarsi nel mare che divide Corea e Giappone. Secondo gli esperti, con una traiettoria diversa, questo missile sarebbe in grado di raggiungere il territorio degli Stati Uniti.

La Corea del Sud ha ribadito che ci sono segnali che la Corea del Nord stia ripristinando i tunnel precedentemente demoliti nel suo sito sotterraneo di test nucleari.

Manifestazione contro il lancio del missile da parte della Corea del Nord, Seoul Ap
Manifestazione contro il lancio del missile da parte della Corea del Nord, Seoul