Rapporto Inail

Tra gennaio e aprile 63mila contagi da coronavirus sul posto di lavoro

L'età media di chi contrae il virus sul lavoro è di 46 anni per entrambi i sessi. Ci si assenta per circa 1 mese

Tra gennaio e aprile 63mila contagi da coronavirus sul posto di lavoro
(Pixabay)
Lavoro e infezione da Covid, i nuovi dati Inail

Covid e lavoro, dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 aprile i casi segnalati all’Inail sono stati 260.750, pari a circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020.

In particolare da gennaio ad aprile del 2022 sono state oltre 63 mila le denunce pervenute all’Istituto. E gli indennizzi, per chi ha contratto il virus, sono quasi interamente costituiti da inabilità temporanee (99%), con il restante 1% suddiviso tra menomazioni permanenti (circa lo 0,7%) e rendite a superstiti per casi mortali (inferiori allo 0,3%).
Questi i dati che emergono dal 27esimo report nazionale sulle infezioni di origine professionale da nuovo coronavirus.

Secondo l'analisi elaborata dalla Csa, Consulenza statistico attuariale (Csa) dell'Inail, l’inabilità temporanea riconosciuta per ogni tipo di indennizzo ha superato complessivamente i quattro milioni di giornate, con un numero medio di giorni di assenza dal lavoro, compresi i tre di franchigia, pari a 27. 
Si conferma il dato che vede, per ogni infortunato da Covid-19, l'assenza dal proprio posto per circa un mese.

Dall’indagine l'età media dei lavoratori contagiati sul lavoro è di 46 anni per entrambi i sessi, con la fascia d'età 50-64 anni al primo posto con il 41,2% delle denunce, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,6%), under 35 anni (20,2%) e over 64 anni (2,0%). 
Se a morire sono soprattutto gli uomini (83,0%), allargando l'analisi a tutte le infezioni denunciate il rapporto tra i generi si inverte.  La quota delle lavoratrici sul totale dei casi di contagio, infatti, è pari al 68,3%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania, dove l'incidenza delle donne è, rispettivamente, del 48,2% e del 47,2%.

Gli italiani rappresentano l'87,9% del totale e tra i lavoratori stranieri la nazionalità più colpita è quella rumena, con più di un'infezione su cinque, seguita dalle comunità peruviana (12,4% dei  contagiati stranieri), albanese (8,0%), moldava (4,5%), svizzera  (4,3%) ed ecuadoriana (4,0%).

Dal report si evince come i casi mortali rilevati al 30 aprile siano stati 858, cinque in più rispetto al dato di fine marzo. A fronte dei 576 decessi del 2020 e dei 276 registrati nel 2021, nel primo quadrimestre di quest'anno i casi mortali sono stati sei, pari allo 0,7% del totale.        

A livello territoriale, più di quattro contagi Covid sul lavoro su 10 sono concentrati nel Nord-Ovest (41,0%), seguito da Nord-Est (22,7%), Centro (16,5%), Sud (13,9%) e Isole (5,9%). Le province che hanno registrato il maggior numero di infezioni da inizio pandemia sono Milano (9,8%), Torino (6,6%), Roma  (6,1%), Napoli (4,2%), Genova (2,9%), Brescia (2,8%), Verona (2,3%),  Venezia (2,2%) e Varese (2,1%). Milano è anche la provincia con più casi denunciati in aprile, seguita da Roma, Torino, Genova, Brescia e Napoli, ma i maggiori incrementi percentuali rispetto al mese  precedente sono stati rilevati nelle province di Cagliari, Isernia,  Salerno, Venezia, Chieti, Teramo, Messina e Vibo Valentia.