Era la notte tra il 23 e il 24 novembre di un anno fa e nel braccio di mare tra la Francia e le coste meridionali dell’Inghilterra un gommone di migranti, ignorato dalle autorità di Parigi e Londra, affondò nella Manica. Nel naufragio morirono 27 persone, tra cui sei donne e una bambina.
A un anno da quella tragedia, gli inquirenti della Gendarmerie Nationale evocano la “mancata assistenza a persone in pericolo”, mettendo sotto accusa l'operato dei soccorritori francesi, sospettati di omissione di soccorso: a riferirlo, in una lunga inchiesta pubblicata oggi, è Le Monde.
I gendarmi che indagano su quanto accaduto stanno “seriamente prendendo in considerazione l'ipotesi di conseguenze penali per i soccorritori francesi, sottolinea Le Monde, citando una nota sintetica dei dieci mesi di inchiesta. Nel documento, datato 14 ottobre, i gendarmi della sezione Ricerche della Gendarmeria marittima di Cherbourg, nella Manica, puntano il dito contro il comportamento del Centro regionale operativo di sorveglianza e di salvataggio (Cross) Gris-Nez, nel Pas-de-Calais, incaricato di soccorrere le imbarcazioni in difficoltà durante la traversata verso le coste britanniche.
Il principale quotidiano francese, già la scorsa settimana, aveva rivelato agghiaccianti dettagli sulle circostanze della tragedia – la peggiore mai avvenuta in quel braccio di mare - con almeno una quindicina di SOS caduti nel nulla o ignorati dai soccorsi francesi.
Gli inquirenti raccomandano adesso “indagini complementari” per far luce “su fatti che possono avere rilevanza penale, per non-assistenza a persone in pericolo”. Nella sintesi, i gendarmi scrivono che dopo numerose richieste di aiuto inviate dai migranti a bordo dell'imbarcazione in pericolo, “il canotto viene localizzato, in acque francesi, alle 2:05” della notte. Ma “nessun mezzo di salvataggio francese viene inviato per fornire assistenza malgrado le numerose chiamate di emergenza ricevute da quell'imbarcazione”.
A un anno dal dramma, gli interrogativi degli inquirenti restano numerosi. Perché il Cross non ha inviato i soccorsi? Chi ha assunto questa decisione? Spetta ora alla Procura di Parigi decidere sul da farsi. I gendarmi fanno anche notare i “comportamenti inopportuni” del personale del Cross, come l'uso del termine 'Super Migrant', lo pseudonimo utilizzato dal vicedirettore del Centro scoperto nei tablet interni.
Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2021 nessuno – né da parte francese, né da parte britannica – soccorse quel gommone in quello che dall'indagine potrebbe emergere come un assurdo e colpevole rimpallo di responsabilità. Fra i corpi ripescati c’erano anche quelli di sei donne e una bimba.