Il racconto dell'inviato di Rainews.it a Doha

Il "muro dei desideri": il greenwashing del Qatar e l'illusione di mondiali ad impatto zero

Nel parco che ospiterà l’Expo 2023 è stata allestita una parete sulla quale si invitano i turisti a “scrivere le tue speranze per un domani più verde”. Un "muro di Babele", dove spuntano anche temi urticanti da queste parti, come i diritti

Il "muro dei desideri": il greenwashing del Qatar e l'illusione di mondiali ad impatto zero
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Mondiali in Qatar 2022

I Mondiali in Qatar sono finiti nel mirino non solo per la sistematica violazione dei diritti umani. Bisogna ricordare che l’edizione precedente si è tenuta in Russia, Paese condannato dalla Corte europea dei diritti umani per “indagini inadeguate” per l’assassinio nel 2006 della giornalista Anna Politkovskaja.
L’edizione 2022 è oggetto di controversie anche per la questione ambientale. Del resto, è la prima mondiale che un mondiale di calcio si gioca in Medio Oriente. E – viste le temperature – è anche la prima volta che si gioca d’inverno. 


Nonostante questo, visto anche che il calendario impone partite diurne (le ore 11 e le ore 13 italiane, rispettivamente le 13 e le 15 in Qatar), gli organizzatori sono dovuti correre comunque ai ripari. Per questo in tutti gli stadi sono stati installati impianti di aria condizionata per assicurare temperature accettabili sia per gli spettatori che per i giocatori.


Con il paradosso che però, per refrigerare impianti così grandi, ci sono ampie zone dello stadio dove l’aria è fin troppo forte e costringe gli spettatori a indossare felpe e giacche.
Autorità del Qatar e Fifa da subito hanno assicurato che tutta la rassegna sarebbe stata a impatto zero. Questo grazie a una serie di operazioni, come la costruzione di impianti di energia solare e operazioni di economia circolare. Ad esempio, lo stadio 974 (il nome deriva dal prefisso internazionale telefonico del Qatar) costruito con container che al termine dei mondiali verranno smontati e utilizzati per altri scopi. 
Ma molto osservatori hanno parlato di “greenwashing”. Del resto basta pensare che è stato calcolato che durante i mondiali verranno prodotte 3,6 milioni di tonnellate di Co2. I mondiali di Russia ne hanno prodotte 2.


Alcune ong – tra cui Carbon Market Watch – ritengono che la promessa di “emissioni zero” sia irrealistica. Innanzitutto perché i calcolo vengono fatti solo sulla produzione di Co2 nei giorni effettivi del mondiale, e non conteggiando anche tutta la fase dei preparativi. E poi perché non ci sono certezze sul futuro delle strutture che dovrebbero essere convertite ad altri fini.


Eppure il regime del Qatar prosegue nella sua strategia: forti investimenti nello sport e ora anche sulla tematica ambientale per tentare di far dimenticare le violazioni dei diritti umani e i danni sull’ambiente. Ecco perché in questi mesi si è parlato – come dicevamo – di “greenwashing” e di “sportwashing”.


Per perseguire questa strategia, il Qatar ha ottenuto di organizzare una rassegna internazionale a Doha dedicata proprio al tema dell’ambiente: Doha 2023.
La sede sarà il parco Al Bidda, dove oggi sorge la “fan zone” per i mondiali. Ma visitando l’area già oggi si trovano alcuni spazi che si preparano alla rassegna del 2023. 
Un tentativo di maquillage da parte del regime del Qatar con tanto di “muro dei desideri”. Nel parco che ospiterà l’Expo 2023 è stata allestita una parete sulla quale si invitano i turisti a “scrivere le tue speranze per un domani più verde”. Con slogan rassicuranti: “Come renderesti la Terra un luogo migliore?”, “Tutto parte con te, tu sei il seme”.
La parete è gia piena di scritte. Di turisti e fan da ogni parte del mondo: una sorta di muro di Babele.

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Mondiali in Qatar 2022

Spulciando un po’ le scritte però l’operazione del regime è riuscita solo in parte.
Alcuni hanno raccolto l’invito a parlare dell’ambiente: “Stop alle emissioni riducendo l’uso della plastica”; “Ricicliamo la carta, viene dagli alberi”; “spero che si fermi l’abbattimento degli alberi”, “Riduciamo i consumi, riutilizziamo, ricicliamo”; “puliamo gli oceani”.

 

Mondiali in Qatar 2022 Rainews
Mondiali in Qatar 2022

Molti altri invece si sono limitati a lasciare un ricordo del loro viaggio in Qatar per i Mondiali. 
Ma molti altri hanno preferito ricordare che per fare della Terra “un luogo migliore” serve il rispetto dei diritti umani. E così in più parti si trova lo slogan della lotta del popolo iraniano contro il regime di Teheran: “Donne, vita, libertà”. Oppure il nome si Mahsa Amini, la 22enne uccisa a metà settembre dalla polizia morale iraniana perché indossava in maniera non appropriata il velo.
“Restate umani”, è la scritta di un altro tifoso.

 

Mondiali in Qatar 2022 Rainews
Mondiali in Qatar 2022
Mondiali in Qatar 2022 Rainews
Mondiali in Qatar 2022
Mondiali in Qatar 2022 Rainews
Mondiali in Qatar 2022

Fifa e Qatar hanno provato a mettere in funzione la lavanderia dell’immagine attraverso lo sport e l’uso strumentale del tema ambientale. Ma poi arrivano i gesti come quelli della nazionale iraniana o di quella tedesca, basta girare per le strade di Doha, entrare negli stadi, o semplicemente leggere una parete, per capire che questa volta il lavaggio non sta andando secondo le speranze degli organizzatori.

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Mondiali in Qatar 2022