Il cambio di rotta

Covid in Cina, a Chongqin niente più obbligo di quarantena in caso di sintomi lievi

I cittadini potranno andare a lavorare "normalmente" e non dovranno sottoporsi inutilmente ai test

Covid in Cina, a Chongqin niente più obbligo di quarantena in caso di sintomi lievi
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In fila per il tampone a Pechino, Cina

Le persone con sintomi di COVID-19 in una delle più grandi città della Cina possono ora andare a lavorare "normalmente". Il significativo cambio di rotta rispetto alla politica della tolleranza zero sancita dal governo parte da Chongqing, 32 milioni di abitanti, nel Sud del paese.

Con le autorità che ammettono che l'epidemia è "impossibile" da tracciare, la megalopoli è diventata una delle prime città a consentire alle persone recarsi a lavoro anche con sintomi visibili, scrive oggi il Chongqing Daily, citando un avviso delle autorità comunali. 

La nota afferma che i lavoratori "lievemente sintomatici" del governo, del partito e dello stato "possono lavorare normalmente dopo aver preso protezioni personali in conformità con le loro condizioni fisiche e le esigenze del loro lavoro". 

I residenti sono stati anche invitati a non sottoporsi "inutilmente" ai test e a non richiedere alle persone di mostrare un attestato di negatività al virus, con eccezioni solo per alcune strutture come case di cura, scuole e carceri.

Il capovolgimento nella linea adottata dalle autorità cinesi arriva dopo mesi di restrizioni senza eguali, quando anche un singolo caso poteva mandare migliaia di persone in lockdown.

La misura potrebbe presto essere sancita anche nella provincia orientale dello Zhejiang - un importante centro economico che ospita oltre 60 milioni di persone.

Intanto, però, a Shangai, la maggior parte delle scuole è tornata in dad. La misura riguarda anche gli asili nido e i centri per l'infanzia.

Dad a Shangai Getty
Dad a Shangai

Non si contano più gli asintomatici

Le visite a ospedali e cliniche sono aumentate nei giorni successivi alla revoca parziale delle restrizioni da parte della Cina, anche se l'Organizzazione mondiale della sanità ha affermato che il virus si stava già diffondendo ampiamente nel Paese poiché "le misure di controllo di per se' non stavano fermando la malattia".

Nelle ultime 24 ore le autorità sanitarie hanno segnalato 1.995 nuovi casi di Covid e due decessi. Molte città cinesi hanno annullato i test di massa con il risultato di una diminuzione del numero di persone infette. Inoltre, è stato recentemente interrotto il conteggio dei casi asintomatici perché "non è più possibile determinare il loro numero reale".

Centro Covid temporaneo in una palestra di Pechino Getty
Centro Covid temporaneo in una palestra di Pechino

Le tre ondate

Secondo gli epidemiologi in Cina sono attese tre ondate di coronavirus nella stagione invernale. Il Paese sta attualmente attraversando la prima. 

Citato dalla Bbc, l'epidemiologo Wu Zunyou ha detto di ritenere che l'attuale picco di contagi durerà fino a metà gennaio, mentre la seconda ondata verrebbe innescata dai viaggi di massa a partire dal 21 gennaio durante le celebrazioni del capodanno lunare che durano una  settimana. In questo periodo, solitamente, milioni di persone viaggiano per trascorrere le vacanze con la famiglia. 

La terza ondata è invece prevista da fine febbraio a metà marzo, quando le persone torneranno al lavoro dopo le vacanze.

Secondo Wu gli attuali livelli di vaccinazione offrono una certa protezione contro i picchi e stanno facendo registrare un calo dei casi gravi.