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Manovra, è corsa contro il tempo. Meloni: "Stiamo trattando con l'Ue" sulla soglia per il pos

Prima intesa bipartisan su emendamento che riguarda il Mezzogiorno. La soglia dei 60 euro sull'obbligo del POS potrebbe saltare. Al vaglio il taglio del Reddito di cittadinanza da 8 a 7 mesi

Manovra, è corsa contro il tempo. Meloni: "Stiamo trattando con l'Ue" sulla soglia per il pos
Ansa
Palazzo Chigi di sera

Prosegue in commissione Bilancio alla Camera la discussione sulla manovra. Il pacchetto di emendamenti annunciato dal governo potrebbe slittare alle 21:30, in coincidenza con l'intervento del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. 

Il maxiemendamento del governo alla manovra "è in fase di bollinatura. Controlliamo costantemente le nostre email". Lo ha riferito la sottosegretaria all'Economia, Lucia Albano, nel corso dei lavori della commissione che sta proseguendo l'esame delle proposte di modifica segnalate, bocciandole o accantonandole.

Tra le misure che non dovrebbero più trovare spazio nella manovra ci sarebbe quella sulla soglia a 60 euro per i pagamenti con il pos. Come riferito stamani dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, "quello è un obiettivo del Pnrr e quindi lo stiamo trattando con la Commissione europea". "Se non ci sono i margini" di trattativa, ha osservato Meloni, "ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti".

Nelle ultime settimane il governo ha avuto sul tema un'interlocuzione con l'Ue e la Commissione, nel giudizio sulla manovra, ha indicato questa misura come non in linea con le raccomandazioni specifiche per l'Italia sulla lotta all'evasione fiscale.

"La manovra non ha mai una approvazione facile: stiamo facendo tutti il nostro lavoro, però penso che abbiamo fatto del nostro meglio, nelle condizioni e nei tempi che avevamo, per dare al parlamento la possibilità di avere i tempi di valutarla. Ricordo che il governo che non nasceva nei mesi di ottobre ma a febbraio presentò la manovra il 20 novembre. Noi siamo stati molto disponibili anche a valutare nel merito le singole proposte che arrivavano. E se ne arrivano di buone nessun problema ad approfondirle. Se invece l'approccio è pregiudiziale il governo deve fare il governo e l'opposizione l'opposizione", ha aggiunto la premier.

Intesa bipartisan, emendamento condiviso sul Sud

Prima intesa politica bipartisan su un emendamento della manovra che riguarda il capitolo Mezzogiorno. Tre proposte presentate dal Pd, una del M5s, una di Forza Italia e una di Italia viva, a quanto si apprende, sono infatti confluite in un emendamento - che a breve sarà depositato in commissione Bilancio alla Camera - dei relatori, sottoscritto dai gruppi di maggioranza e da quelli di opposizione coinvolti, che ricalca l'emendamento presentato ieri dal governo per la proroga di un anno di Investimenti Sud fino alla fine del 2023, con l'aggiunta della previsione dell'accordo con la Conferenza delle Regioni.

Pd: ok a un nostro emendamento sul Fondo sanitario

"Un emendamento del Partito democratico è stato accolto dal Governo e fatto proprio da tutti i capigruppo della Camera", hanno dichiarato la capogruppo del Pd alla Camera Serracchiani e il capogruppo in commissione Affari sociali Furfaro. "Grazie a questo nostro emendamento aumenterà la cosiddetta quota premiale del Fondo sanitario nazionale, vale a dire la quota di maggior finanziamento che le regioni possono ottenere a seguito dell'effettuazione di alcuni adempimenti. Una conclusione positiva nel merito, a vantaggio delle regioni virtuose su determinate attività, e nel metodo, perché finalmente governo e maggioranza riconoscono la giustezza e l'efficacia di nostre proposte finora non considerate".

Aumento delle pensioni minime

Intanto, nella maggioranza il pressing dei giorni scorsi di Forza Italia ha dato i suoi frutti. Secondo fonti di governo c'è l'accordo politico sull'aumento a 600 euro delle pensioni minime per gli over 75. La modifica alla manovra sarà introdotta attraverso un emendamento dell'esecutivo, in via di definizione.

Soddisfatto il commento di Silvio Berlusconi: "Vogliamo conseguire l'aumento di mille euro delle pensioni minime per tutti, perché non si può vivere serenamente e dignitosamente con meno. Siamo riusciti con una grande guerra a portarle a 600 euro" per gli over 75, ha detto il leader di Forza Italia a un evento elettorale per le regionali lombarde del 2023.

Taglio del Reddito di cittadinanza

Il governo sta ancora valutando, invece, se inserire in manovra il taglio del Reddito di cittadinanza da 8 a 7 mesi nel 2023. Una misura, viene fatto notare, che libererebbe circa 200 milioni di euro. "Bisogna trovare nuove coperture. È una questione politica alla fine. C'è per esempio il tema dei 7 mesi del Reddito di cittadinanza su cui bisogna ancora decidere. Quello libera 200 milioni di euro", ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, conversando coi giornalisti a Montecitorio.

Proroga superbonus e misura “salva-sport”

La proroga al 31 dicembre 2022 della Cilas per il Superbonus al 110% e la misura 'salva-sport' che consente alle società sportive di saldare in 60 rate i versamenti tributari con maggiorazione del 3%, entreranno fra gli emendamenti alla manovra che saranno presentati dai relatori, si apprende da fonti di maggioranza. E slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2023, lo stralcio delle cartelle fino a mille euro. Dei testi bollinati, ad arrivare prima è stato quello che contiene le misure relative agli enti locali. L'altro si riferisce invece agli emendamenti sul fisco.

In serata Giorgetti illustra gli emendamenti del governo

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, illustrerà in serata alla commissione Bilancio della Camera gli emendamenti del governo. I tempi stringono, la maggioranza punta a concludere entro l'anno per evitare l'esercizio. La votazione del testo in Commissione è attesa domani in tarda serata, l'analisi nell'Aula di Montecitorio, a quanto filtra, potrebbe partire mercoledì con l'apposizione in giornata della fiducia, l'avvio del voto giovedì e l'ok finale mercoledì notte. In Senato si rischia di slittare tra il 28 e il 29 dicembre.

Nella manovra "non ci sono condoni. C'è tutto quello che c'era prima", ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo alla festa per il decennale di Fratelli d'Italia. "A tutti quelli che si preoccupano anche in Parlamento e dicono che la manovra è blindata dico che l'esperienza del 2022 ci dice che ogni due mesi c'è da fare una manovra, ogni due mesi c'è un decreto che interviene sulla finanza pubblica e ahimé temo che sarà così anche nel 2023, perché il mondo in cui stiamo vivendo è in continua e perenne trasformazione". Poi ha aggiunto: “Le misure sono temporanee perché nessuno sa cosa accadrà tra tre mesi. Dobbiamo sempre muoverci cercando di fare il meglio alle condizioni date ed è quello che stiamo cercando di fare”.

E sul Pnrr: "Gli obiettivi previsti dal Pnrr per il 2022 li vogliamo raggiungere, e li raggiungeremo: il ministro Fitto è determinato e prenderemo la rata che ci spetta".

L' arrivo degli emendamenti delude però le opposizioni. Sono parziali, limitati ai temi del fisco e degli enti locali, e non sono nemmeno bollinati, attaccano dal Pd al Terzo polo, passando per M5s e Avs. "La maggioranza sta bloccando i lavori, non produce i pareri, il Governo è al palo. Così si rischia davvero l'esercizio provvisorio", insorgono dal Terzo Polo.

"Voglio mandare una rassicurazione ai cittadini: non c'è nessun rischio di arrivare all'esercizio provvisorio", ha detto il deputato di Forza Italia Roberto Pella, uno dei relatori della manovra. "Già abbiamo pagato dazio per quello che è successo a Francoforte. Per noi relatori - ha aggiunto - il provvedimento alla Camera deve essere chiuso per Natale, così da dare modo al Senato di esaminarlo nella settimana successiva".