Come cambia la guerra

The Times: "Il Pentagono non si oppone più ad attacchi ucraini sul suolo russo"

A fare cambiare idea a Washington, secondo il quotidiano londinese, è stata la campagna di Mosca contro le infrastrutture energetiche del paese invaso. Negli scorsi giorni tre droni ucraini hanno colpito obiettivi in Russia, sfuggendo alla contraerea

The Times: "Il Pentagono non si oppone più ad attacchi ucraini sul suolo russo"
Administration of the Kursk region of Russia via AP
Fumo si alza da un aeroporto di Kursk, in Russia, colpito da un drone

Il Pentagono, secondo una fonte citata dal Times di Londra, avrebbe dato un tacito nulla osta all'Ucraina per attaccare a lunga distanza obiettivi sul territorio russo, a seguito dei molteplici attacchi di Mosca contro le infrastrutture energetiche del paese aggredito. Questo a dispetto di dichiarazioni pubbliche come quella del Segretario di Stato Antony Blinken, che aveva assicurato che gli Usa non avessero “né incoraggiato né favorito attacchi ucraini in Russia". Per il quotidiano britannico si tratta di uno sviluppo importante dopo nove mesi di guerra, e rende più probabile che Washington decida infine di fornire a Kiev artiglieria a lungo raggio.

“La paura di un'escalation è cambiata dall'inizio dell'invasione, è un effetto della sofferenza e della brutalità inflitte dai russi agli ucraini”, ha affermato la fonte. L'amministrazione Biden sarebbe insomma meno preoccupata che attacchi sul suolo russo portino gravi conseguenze. Finora le rappresaglie di Mosca sono consistite in  attacchi convenzionali contro obiettivi civili. In precedenza, il Pentagono era più diffidente nei confronti dell'Ucraina che attaccava la Russia perché temeva che il Cremlino avrebbe reagito con armi nucleari tattiche o prendendo di mira i paesi Nato limitrofi.

Spiega ancora la fonte: “Sta agli ucraini decidere come usare le loro armi. Ma quando si tratta delle armi che abbiamo fornito noi, l'unico punto su cui insistiamo è che siano usate in modo conforme al diritto internazionale e alla Convenzione di Ginevra”, escludendo quindi di colpire civili e compiere assassini mirati, "per quanto ci riguarda, l'Ucraina ha rispettato le indicazioni". 

Per attaccare obiettivi militari in Russia, Kiev finora non ha usato armi fornite dagli Stati Uniti ma droni Tupolev TU-141, di fabbricazione sovietica e risalenti agli anni ‘70, rimodernati all’occorrenza: ora possono volare a circa 1000 chilometri orari e a bassa quota, proprio come i missili da crociera

Questi Tupolev sono stati usati negli scorsi giorni in tre attacchi contro due basi militari a circa 500 e 200 chilometri dai confini ucraini, uccidendo tre soldati e danneggiato due caccia bombardieri, e contro depositi di carburante a Kursk, circa 150 chilometri, sfuggendo in tutti i casi alla contraerea di Mosca. 

In cima alla lista dei desideri di Kiev ci sono però i missili Atacms, made in Usa, che hanno una gittata di 300 chilometri. Finora Washington non ha voluto inviarne, e anzi secondo quanto recentemente rivelato dal Wall Street Journal avrebbe modificato i lanciarazzi Himars consegnati all'Ucraina perché non possano sparare gli Atacms. Un'altra possibilità sarebbero i droni americani  MQ-1C Grey Eagle, in grado di percorrere 400 chilometri, armati con quattro missili Hellfire o otto Stinger