Tensione in Israele

"Più armi ai civili e rafforzare gli insediamenti", la risposta di Netanyahu agli attentati

Alle famiglie dei terroristi sarà revocato il welfare. Il premier: colpire i familiari, demolirne le case. Stato di allerta innalzato in tutto il Paese

"Più armi ai civili e rafforzare gli insediamenti", la risposta di Netanyahu agli attentati
ApNews
Governo Israele

Accelerare l'iter per il porto d'armi ai civili, rafforzare gli insediamenti ebraici con il dispiegamento di ulteriori soldati e poliziotti, revocare i benefici della previdenza sociale alle famiglie dei terroristi. Sono alcune delle misure decise dal gabinetto di sicurezza convocato dal primo ministro Benjamin Netanyahu per rispondere agli attacchi palestinesi a Gerusalemme. Il governo israeliano vuole anche una nuova legge per revocare ai familiari dei terroristi le carte d'identità israeliane. 

All'inizio della riunione d'emergenza, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva promesso una risposta "forte" e "rapida" agli attacchi palestinesi degli ultimi due giorni. Di fatto le misure annunciate sono in linea con le proposte dei suoi partner politici di estrema destra che gli hanno permesso di tornare al potere alla fine di dicembre.

Lo stato di allerta è stato innalzato in tutto il Paese e 3 battaglioni aggiuntivi sono stati schierati in Cisgiordania, la polizia presidia tutti i luoghi pubblici del Paese. “Non vogliamo un escalation, ma siamo pronti a ogni nuovo scenario” ha chiosato il premier israeliano, mentre si stanno prendendo in esame anche azioni più forti anche contro le famiglie e gli amici dei terroristi.

Gerusalemme vive ancora momenti di terrore a meno di 14 ore dall’attacco di ieri sera a Neve Yaacov a nord est di Gerusalemme. In pieno shabbat, un ragazzo palestinese di 13 anni ha sparato con una pistola su un gruppo di israeliani ferendo un padre ed un figlio. Questa volta è successo nel quartiere misto di Silwan, non lontano dal Muro del Pianto.

In rete girano alcuni video dell'attentato di questa mattina a Siwan.

Gli attentati

Il ragazzo di 13 anni che ha fatto fuoco questa mattina si chiama Muhammad Aliyat ed è proprio di Silwan; come si vede nel video, si era nascosto dietro le auto parcheggiate e quando è passato il gruppo ha iniziato a sparare. Due israeliani, uno dei quali un militare fuori servizio, hanno reagito rispondendo al fuoco. Il 13enne adesso è in ospedale.

Ieri sera, a inizio shabbat, sette israeliani hanno perso la vita in un duplice attacco a Neve Yaacov, quartiere ortodosso a nord est di Gerusalemme. Tra le vittime una coppia di sposi che era scesa in strada per prestare soccorso ed una donna ucraina in Israele per lavoro. In queste ore sono state arrestate dalla polizia israeliana 42 persone, tutte provenienti dallo stesso quartiere dove abitava l’attentatore, il 21enne Alkham Khairi, ucciso dalla polizia mentre tentava la fuga.

I due attentati, secondo Hamas e Jihad, sarebbero la rappresaglia al raid israeliano antiterroristico di Jenin che ha ucciso 9 palestinesi e ferito altre 28 persone. Secondo Medici senza FrontiereIn Cisgiordania si sta assistendo a un chiaro deterioramento della situazione umanitaria: nel 2022 c'è stato il maggior numero di morti dal 2005, a cui si aggiunge l'aumento della violenza dei coloni e la demolizione delle case dei palestinesi". 

Anche il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen ha addossato ad Israele la "piena responsabilità della pericolosa escalation sul campo" e ha aggiunto che porrà fine al coordinamento di sicurezza con lo stato ebraico, denunciando i 31 uccisi dai militari israeliani oltre a “pratiche di insediamento delle colonie, annessione di terre, demolizioni di case, arresti, politiche di pulizia etnica e apartheid, profanazione di luoghi sacri islamici e cristiani e assalto alla moschea di Al-Aqsa”.

Le reazioni Internazionali

L’unione Europea si è dichiarata “sconvolta dall’attentato” ma ha anche precisato che in Cisgiordania "La forza letale deve essere usata solo come ultima risorsa, quando è assolutamente inevitabile per proteggere la vita", mentre da Mosca arriva un invito “alla massima moderazione”. A inizio settimana è prevista la visita del Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken che si teme possa provocare ulteriori disordini. Netanyahu ha detto di aver sentito il Presidente Biden:Il mio amico ha parlato con me e mi ha espresso il suo shock e le sue condoglianze per questo terribile atto di omicidio”.

Manifestazioni contro il governo in tutto il paese

Nel frattempo, il governo Netanyahu resta sotto la pressione dell'opposizione. Migliaia di persone,  a Tel Aviv e in altre città, si sono radunate come da diversi sabati a questa parte, per protestare contro il governo. Un clima reso ancora più teso dagli attacchi palestiniani. L'opposizione contesta al primo ministro di voler "normalizzare" e riportare sotto il controllo dell'esecutivo la Corte Suprema e la magistratura. A Gerusalemme in tanti si sono radunati nei pressi della residenza del presidente Isaac Herzog, che al momento si trova in Europa per eventi collegati al Giorno Internazionale della Memoria dell'Olocausto. Herzog è diventato obiettivo delle proteste per la sua risposta, giudicata troppo remissiva, alle riforme dell'esecutivo Netanyahu. 

Alle manifestazioni partecipa anche il leader dell'opposizione, Yair Lapid, che è a Gerusalemme dopo aver cancellato la sua presenza all'evento di Haifa (dove ci sono circa 13mila persone). La polizia stima in 40mila le presenze alla manifestazione contro Netanyahu a Tel Aviv che riunisce varie proteste: contro la riforma della giustizia, per i diritti delle minoranze LGBTQ+ e anche per una diversa politica nei confronti dei palestinesi. I manifestanti si sono ritrovati a Kaplan street e nei pressi di piazza Habima. È stato osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime dell'attacco di ieri a Gerusalemme est.