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Rapporto "Mal'aria di città": Torino, Milano e Asti sono le più inquinate

In Italia oltre 52.000 morti annue da Pm2.5, pari a un quinto di quelle rilevati in tutto il continente. Quasi una città italiana su tre ha sforato, nel 2022, i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10

Rapporto "Mal'aria di città": Torino, Milano e Asti sono le più inquinate
(Ansa)
smog a Milano

Quasi una città italiana su tre ha sforato, nel 2022, i limiti giornalieri di polveri sottili Pm10.

Il dato arriva dal rapporto “Mal'Aria di città2023: cambio di passo cercasi” di Legambiente e fotografa una realtà in cui la maglia nera per lo smog metropolitano va a Torino (98 giorni di sforamento), seguita da Milano (84) e Asti (79). 

Le tre città, assieme a quelle di Modena, Padova e Venezia hanno, da sole, registrato più del doppio degli sforamenti consentiti di Pm10, stabiliti a 35 giorni all'anno, e con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo.

La situazione risulta ancora più drammatica se viene poi comparata ai target europei previsti per il 2030 considerando che risulta fuorilegge il 76% delle città per il Pm10, l'84% per il Pm2.5 e il 61% per il biossido di azoto.

Secondo l'associazione ambientalista, "la tendenza di decrescita dell'inquinamento è troppo lenta, esponendo le città a nuovi rischi sanitari e a sanzioni". Le città più distanti dall'obiettivo previsto per il Pm10 "dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni, ma stando agli attuali trend di riduzione registrati negli ultimi 10 anni (periodo 2011-2021, dati Ecosistema Urbano), potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere l'obiettivo, ovvero il 2040 anziché il 2030.

Nel nostro Paese 72 città sarebbero risultate fuorilegge nel 2022 per salute umana in relazione alla quantità di polveri sottili Pm10 avendo superato il limite raccomandato dall'Oms  come media annuale di 20 microgrammi per metro cubo di aria. 

Per il Pm10, particolato prodotto in prevalenza dal riscaldamento, sarebbero solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città che non hanno superato la soglia di 20 µg/mc. Secondo Legambiente, alcune città devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni di inquinanti e adeguarsi ai nuovi limiti stabiliti dall'Unione europea, che entreranno ufficialmente in vigore il 1 gennaio 2030 (20 µg/mc da non superare per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm 2.5, 20 µg/mc per l'NO2). Limiti che tuttavia sono meno rigidi di quelli dell'Oms.

Per il Pm10 Torino e Milano devono procedere verso una riduzione del 43%, Cremona del 42% e, a seguire, in ordine decrescente, Andria (41%) e Alessandria (40%).

Per il Pm 2.5 Monza deve scalare del 60%, Milano, Cremona,Padova e Vicenza del 57% e, a seguire, Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino  (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) .

Infine, per l'NO2, ossia il biossido di azoto, si devono mettere all’opera di nuovo Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como(43%), Catania (41%), Roma con il 39%, Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%). 

I rischi per la salute

"In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l'Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da Pm2.5, pari a1/5 di quelli rilevati in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura". 

Queste le parole di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente che ha insistito sulla necessità di "investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell'uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l'uso dell'auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso".   

Secondo quanto osservato poi da Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, la Direttiva europea sulla qualità dell'aria recentemente proposta, "rappresenta solo il primo step di una sfida  importante. Le nuove AQGs (Air Quality Goals) impongono un notevole adeguamento rispetto ai valori guida Oms e introducono nuove metriche, come il dimezzamento dei valori di legge attuali". 

Le soluzioni proposte da Legambiente 

Per combattere l'inquinamento in città sono di sei tipi gli interventi proposti a partire dal passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni). Come dimostra l'esperienza di Milano (con l'area B) e, soprattutto, dell'ultra Low Emission Zone (Lez) londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.

In seconda battuta, l'ultra Low Emission Zone anche per il riscaldamento. Servono un grande piano di riqualificazione energetica dell'edilizia pubblica e privata, e incentivare una drastica riconversione delle abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali, come il Superbonus, opportunamente corretto dagli errori del passato come gli incentivi alla sostituzione delle caldaie a gas.

Serve poi il potenziamento del trasporto pubblico e Trasporto rapido di massa (Trm) attraverso la quadruplicazione dell'offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati.

Al quarto punto, la sharing mobility, ossia incentivare la mobilità elettrica condivisa (micromobilità, bici, auto, van e cargo bike) e realizzare ulteriori 16.000 km di percorsi ciclabili. 

Poi ridisegnare lo spazio pubblico urbano a misura d'uomo, "città dei 15 minuti", sicurezza stradale verso la "Vision Zero", "città 30" all'ora seguendo l'esempio di Cesena, Torino, Bologna e Milano.

Infine: tutto elettrico in città, anche prima del 2035, grazie alla progressiva estensione delle Zez alla triplicazione dell'immatricolazione di autobus elettrici e l'istituzione dei distretti Zed (Zero Emissions Distribution)