Nuovo vertice a Ramstein

Si tratta per i carri armati all'Ucraina, alleati irritati per la ritrosia tedesca

Tensione Berlino-Varsavia. Zelensky: "Se avete i tank, dateceli!". Usa verso una mega-tranche di aiuti da 2,5 miliardi, forse anche missili a lunga gittata, e il Pentagono ribadisce: "La Crimea è Ucraina". Mosca: catturate munizioni italiane

Si tratta per i carri armati all'Ucraina, alleati irritati per la ritrosia tedesca
Philipp Schulze/picture alliance via Getty Images
Un carro armato Leopard 2 impiegato in un'esercitazione in Slovacchia

Tra poche ore i rappresentanti dei circa cinquanta paesi che forniscono armi a Kiev convergenranno alla base Nato di Ramstein, in Germania centro-occidentale, per la riunione del "Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina", presieduto dal capo del Pentagono Lloyd Austin. Il tema più caldo è la riluttanza di Berlino a inviare i suoi carri armati Leopard 2, ritenuti da più parti lo strumento militare più adatto per contrastare l'invasione russa e lanciare una nuova controffensiva quando, in primavera, migliori condizioni meteorologiche consentiranno ai due eserciti di superare l'attuale situazione di stallo, o quasi. La Germania detiene anche la licenza di esportazione per i veicoli corazzati forniti ad altri paesi alleati: di fatto un potere di veto. Un fatto che non va proprio giù al governo polacco. In un'intervista alla tv Polsat News, il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha spiegato che "in questo caso l'approvazione" della Germania "è secondaria". "Raggiungeremo rapidamente un accordo o faremo noi stessi la cosa giusta" consegnando i carri armati a Kiev, ha aggiunto: sarebbe uno strappo clamoroso in seno all'Ue e alla Nato.

Una fonte del governo tedesco ha riferito che il cancelliere Scholz darà il via libera ai Leopard 2 in Ucraina solo se il presidente degli Stati Uniti Joe Biden accetterà di fornire a Kiev tank americani Abrams. Il vicesegretario alla Difesa per gli affari politici Colin Kahl, appena rientrato negli Stati Uniti dopo una missione in Ucraina, esclude però questa possibilità. "Penso solo che non sia il momento", ha affermato Kahl, "i carri armati Abrams sono mezzi molto complessi. Sono costosi, richiedono un addestramento difficile, hanno un motore di aereo a reazione. Penso che consumino 11 litri di kerosene al km. Non è il sistema più facile da mantenere". Posizione ribadita più tardi dal Pentagono: “Non ha senso” mandare gli Abrams.

Armin Papperger, amministratore delegato di Rheinmetall, l'azienda che produce i Leopard, ha dichiarato alla Bild che, "anche se Berlino desse il via libera domani", i primi Leopard 2 non potrebbero essere consegnati all'Ucraina prima del 2024. L'unica soluzione praticabile, nel breve periodo, è consentire ai membri della Nato che hanno già Leopard in dotazione, come appunto la Polonia o la Finlandia, di inviarne alcuni a Kiev. 

A mettere pressione alla Germania ci sta pensando anche il governo di Rishi Sunak, ma le manovre di Londra stiano irritando Berlino. Una fonte del governo tedesco ha detto a Reuters che i britannici sembrano ignorare la recente decisione della Germania di fornire un sistema di difesa missilistica Patriot e 40 veicoli da combattimento Marder. Accusando il Regno Unito di agire in risposta a "pressioni politiche interne", fonti governative hanno aggiunto che appoggiarsi agli alleati "non è stato utile".

Il presidente Volodymyr Zelensky, di fronte a tutto ciò, taglia corto:  "Se avere carri armati Leopard, allora dateceli", dice alla tv tedesca. Alla viglia del vertice di Ramstein il capo di stato ucraino ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ha convenuto sia "giunta l'ora" di consegnare i tank. “Avete bisogno di più. Più sistemi di difesa aerea, più missili a lungo raggio e munizioni e, soprattutto, avete bisogno di carri armati. Subito", ha scandito intervenendo alla Rada, il parlamento di Kiev.

Intanto gli Usa, secondo quanto anticipato alla Cnn da diverse fonti a conoscenza del dossier, sono pronti a finalizzare un enorme pacchetto di aiuti militari all'Ucraina per un totale di circa 2,5 miliardi di dollari.  L'amministrazione di Joe Biden, aggiunge il New York Times, starebbe anche pensando di aiutare Kiev in vista di un'eventuale offensiva ucraina in Crimea: “È parte integrante dell'Ucraina e Kiev ha tutto il diritto di riprenderla", ha detto la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh.

La testata statunitense Politico ha scritto che nel nuovo pacchetto di aiuti militari Usa all'Ucraina sarebbero “probabilmente” inclusi anche i missili Glsdb (Ground-launched Small Diameter Bombs), con una gittata di circa 150 chilometri, il doppio di quella delle munizioni Gmlrs per i lanciarazzi Himars di cui dispone attualmente Kiev. Secondo alcuni analisti, considerando l'attuale linea del fronte, con i Glsdb sarebbe possibile colpire circa il 30% della Crimea e oltre i quattro quinti dei territori attualmente controllati da Mosca entro i confini ucraini

In ogni caso, l'Ucraina riceverà nuovi aiuti dalla Svezia, pronta a inviare il sistema di artiglieria Archer, un cannone d'artiglieria semovente che spara munizioni da 155 mm, sviluppato dalla compagnia di Difesa svedese Bofors. Nella fornitura sono inclusi anche veicoli da combattimento 90 e robot anticarro. "Il supporto militare è assolutamente cruciale", ha afferma il primo ministro Ulf Kristersson.  La Danimarca invece fornirà sistemi di artiglieria Caesar in Ucraina. Allo stesso tempo, il Regno Uniito starebbe progettando di consegnare 600 missili Brimstone agli ucraini. Quanto all'Italia, dovrebbe comunicare a Ramstein la composizione della sua sesta tranche di aiuti militari, di recente autorizzata dal Parlamento e finora tenuta riservata.

A proposito di Italia, da segnalare la provocazione lanciata dall'Ambasciata russa a Roma, con l'annuncio della cattura di missili di fabbricazione italiana sul campo di battaglia ucraino. "I missili anticarro 'Milan' di fabbricazione italiana catturati al nemico aiutano i difensori della Repubblica Popolare di Donetsk a combattere i neonazisti ucraini. Almeno quest'arma è in buone mani", è il  post sarcastico della sede diplomatica russa, che su Facebook pubblica alcune foto a corredo, tra le quali un dettaglio del numero di serie di un'arma in cui si legge Oto Melara La Spezia - Italy. "Nel frattempo - aggiunge l'ambasciata - secondo i dati dell'Europol molte armi della Nato fornite al regime di Kiev finiscono sul mercato nero e vengono rivendute alle organizzazioni criminali in Europa e altrove".

Parole alle quali risponde in serata il ministro della Difesa. "I post pubblicati oggi sui profili social dell'ambasciata russa in Italia non fanno altro che riprendere vecchi fermoimmagine di un video datato giugno 2022 e rappresentano solo l'ennesimo tentativo di proseguire nella propaganda contro il nostro Paese e contro il nostro appoggio alla resistenza del popolo ucraino", scrive Guido Crosetto. "Ricordo all'ambasciata russa che, se i loro carri armati fossero rimasti in Russia, le armi fornite all'Ucraina per potersi difendere, e dunque per poter sopravvivere, sarebbero rimaste nei magazzini delle nazioni che le avevano in dotazione", conclude il ministro.