Francoforte

La linea della Bce: i tassi continueranno a salire a ritmo costante

L'istituto "intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione". Panetta. "Sull'inflazione non guidare a fari spenti nella notte"

La linea della Bce: i tassi continueranno a salire a ritmo costante
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Francoforte, sede della Banca Centrale Europea

L'economia dell'area euro ha subito un"marcato rallentamento" dalla metà del 2022, e anche se migliore del previsto nel quarto trimestre la crescita "nel breve periodo dovrebbe restare debole". Tuttavia l'attività economica nei 20 Paesi dell'euro "ha dimostrato maggiore capacità di tenuta rispetto alle attese e dovrebbe registrare una ripresa nei prossimi trimestri". Questo lo scenario delineato nel Bollettino economico della Banca centrale europea. Nel documento l'istituto di Francoforte indica le "condizioni sfavorevoli alla crescita" date dalla guerra in Ucraina e dall'incertezza geopolitica, ma anche fattori positivi quali la graduale attenuazione delle strozzature d'offerta, le forniture di gas sono divenute più stabili, il clima di fiducia in miglioramento.

Per quel che riguarda i tassi, il Consiglio della Bce, si legge nel bollettino, "continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi" per riportare l'inflazione al 2%. Dopo l'aumento dei tassi da 50 punti base del 2 febbraio la Bce "prevede ulteriori incrementi" e "intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria, a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione".

Il tema dell'inflazione resta un nodo centrale. "Le pressioni sui prezzi restano intense, in parte perché gli elevati costi dell'energia si stanno propagando all'intera economia", viene spiegato nel documento. "L'inflazione al netto dei beni energetici e alimentari si è mantenuta al 5,2 per cento a gennaio; per i beni industriali non energetici è salita al 6,9 per cento, mentre per i servizi si è ridotta al 4,2 per cento. Anche altri indicatori dell'inflazione di fondo continuano a essere elevati", nota la Bce.  "Le misure dei governi intese a compensare le famiglie per gli alti prezzi dell'energia freneranno l'inflazione nel 2023, ma una volta giunte a scadenza dovrebbero farla aumentare. Allo stesso tempo, la portata di alcune di queste misure dipende dall'evoluzione delle quotazioni energetiche e il loro contributo all'inflazione atteso è particolarmente incerto. Nonostante la graduale attenuazione delle strozzature dal lato dell'offerta, gli effetti ritardati di queste ultime stanno ancora alimentando l'incremento dei prezzi dei beni. Lo stesso vale per la revoca delle restrizioni connesse alla pandemia: la domanda repressa, seppur in fase di moderazione, continua a determinare rincari, soprattutto nel settore dei servizi", si legge ancora nel bollettino.

Secondo l'istituto di Francoforte gli interventi pubblici approntati dai governi per proteggere l'economia dall'impatto dal caro energia "dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo di energia". Inoltre, "con l'attenuarsi della crisi energetica è importante iniziare ora a revocare tali interventi tempestivamente in linea con il calo dei prezzi dell'energia e in maniera concordata". 

Il timore espresso dalla presidente Christine Lagarde, durante un dibattito al Parlamento europeo, è che se si ritardasse la revoca di queste misure, il loro venir meno avrebbe poi un effetto inflazionistico sui prossimi anni costringendo, secondo questa teoria, la politica monetaria a mantenersi a livelli restrittivi più a lungo del dovuto. "Qualsiasi misura che disattenda questi criteri verosimilmente sospingerà al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine - è stato osservato -  rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta".

Più in generale "le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l'economia più produttiva e a ridurre gradualmente l'elevato livello del debito pubblico".

Del rischio di una stretta monetaria eccessiva ha parlato Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, in un discorso a un evento del Centre for European Reform a Londra: "La Bce non dovrebbe impegnarsi incondizionatamente sulle proprie mosse future" e dovrebbe invece "calibrare" la politica monetaria in modo che guardi in avanti e possa essere modulata in base ai dati economici, chiarendo meglio anche la sua "funzione di reazione" ha sottolineato Panetta evocando, appunto, "il rischio di una restrizione eccessiva" alle condizioni monetarie. "Con i tassi ora in territorio restrittivo, a contare sono la misura e la durata delle condizioni restrittive" ha spiegato il membro del Comitato esecutivo.

Quello che la Bce non deve fare, nel contrasto all'inflazione, "è 'guidare come un pazzo a fari spenti nella notte" dice Panetta. "Una calibrazione della politica monetaria in funzione dei dati, ben radicata in una chiara funzione di reazione, offre il percorso migliore - ha detto Panetta avvertendo dei rischi di una stretta eccessiva - questo non significa che non saremo risoluti nella lotta all'inflazione. Significa essere risoluti nella direzione giusta".

Infine, nel suo invito alla cautela Panetta ha posto l'attenzione sui tassi relativi ai prestiti che "stanno salendo più velocemente che in passato, in linea con il ripido rialzo dei tassi della Bce. E i prestiti a imprese e famiglie stanno decelerando rapidamente". 

"Gran parte degli effetti della stretta devono ancora venire" ha ribadito il membro del'esecutivo e dunque l'aggiustamento sui mercati creditizi "probabilmente comprimeranno i consumi e gli investimenti nei prossimi mesi".