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Il fake della foto di Putin inginocchiato ai piedi di Xi e i rischi dell'intelligenza artificiale

Circola da ieri, data di inizio della visita del presidente cinese a Mosca. Uno dei tanti esempi di come la manipolazione venga usata a fini propagandistici e di come l'intelligenza artificiale rappresenti un rischio per una corretta informazione

Il fake della foto di Putin inginocchiato ai piedi di Xi e i rischi dell'intelligenza artificiale
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La foto fake di Putin inginocchiato ai piedi di Xi Jinping

Sta circolando nelle ultime ore, soprattutto in Polonia e Ucraina (due luoghi non casuali): è la foto (falsa, modificata ad arte) del presidente russo Vladimir Putin inginocchiato ai piedi del capo di Stato cinese, Xi Jinping, nell’atto di baciargli le mani, in occasione della visita di Stato a Mosca cominciata ieri. Il leader di Pechino sembra piegarsi in basso verso lo zar del Cremlino, quasi a voler farlo rialzare, in un gesto di accondiscendenza che risponde alla devota riconoscenza del suo ospite.

Basta soffermarsi su un dettaglio in particolare per verificare che la foto è stata "generata" con uno di quei programmi utilizzati per i deep fake che scorrazzano ormai da tempo sul web, disorientando e spacciando per autentiche notizie e fatti che non lo sono, in chiave propagandistica: la testa di Putin, casualmente nascosta dietro le mani e le braccia di Xi, è troppo grande e quindi sproporzionata rispetto alle dimensioni normali del corpo del presidente russo. Oltretutto, l’immagine è immortalata in una fotografia: manca il contraltare di eventuali altre riprese video, che avrebbero potuto costituire una specie di “prova del nove” dell’autenticità della foto (al netto della manipolazione che si può applicare anche ai video). Cosa che invece non è data e che conferma la falsità dell'insolita immagine di un Putin reverente ai piedi di Xi.

Occasioni come queste confermano per l’ennesima volta, semmai ce ne fosse bisogno, che l’intelligenza artificiale, la manipolazione e i pericoli dei deep fake rappresentano l’ultima frontiera dell’informazione e del giornalismo di questo secolo, in un’epoca in cui i confini tra certo e incerto, tra vero e falso diventano labili e pericolosamente permeabili. E dove, per fini biecamente propagandistici, si è in grado di modificare espressioni facciali, tono della voce ed espressività dei volti, creando dal nulla discorsi mai pronunciati, facendo dire a personalità influenti della politica e della società cose che non sono mai state dette (i primi esperimenti risalgono all’ex presidente Usa Obama).

Ultimamente, i rischi maggiori e da cui difendersi con più incisività sembrano incentrati sulla privacy e sulla sicurezza internazionale (attacchi hacker). Mentre, dai campi della produttività, dei servizi ai cittadini, delle imprese e della sanità, pare che possano arrivare i benefici maggiori: in uno studio commissionato dal Parlamento europeo, si è calcolato che – entro il 2035 – proprio grazie all'intelligenza artificiale, è probabile che si vada verso un aumento della produttività del lavoro tra l'11 e il 37%. Con tutto quello che ciò comporta in termini di evoluzione delle professioni, di riduzione dei posti di lavoro (se non proprio della scomparsa di alcuni ruoli oggi svolti dall’uomo e, in futuro, potenzialmente delegati a macchine e robot). Allo stesso modo, da qui ai prossimi dieci/quindici anni, si preannuncia una riduzione fino al 4% delle emissioni di gas serra. Insomma, gli aspetti positivi non mancano, idem quelli negativi. L’incertezza di fondo è nel saldo tra i due.